Sabato 1° Ottobre a Montefano prende il via il Festival di Fotografia di Montefano, evento clou la Premiazione – alle 17.00 – al Teatro La Rondinella con il Riconoscimento alla Carriera a Giuseppe Mastromatteo e Premio New Talent 2022 a Noemi Comi.
Nel corso del pomeriggio, subito dopo le Premiazioni e la Lectio Magistralis di Mastromatteo, la presentazione del libro “Piero Gemelli, fotografia e storie immaginate”, a cura di Maria Vittoria Baravelli che presenta così il lavoro dell’artista “C’è un motivo preponderante per cui la fotografia accompagna da sempre Piero Gemelli, ed è ravvisabile nella dualità quasi contraddittoria che il mezzo stesso presenta. Un linguaggio fatto di lontananze, instancabilmente giocato sul senso di realtà e su quello di finzione: ambivalenze talmente radicali e agli antipodi da contenere al loro interno moltitudini quasi paradossali.
Nell’immaginario collettivo uno scatto, un’immagine o un fotogramma tendono incontrovertibilmente a raccontare la realtà così come la percepiamo. In casi specifici e ambiti giudiziari, la fotografia si impone alla stregua di una prova provata, la riproduzione di un fatto realmente accaduto.
Esiste però un modo diverso, più complesso ed incredibilmente più interessante, di indagare la più mimetica delle arti visive.
Piero non fotografa mai quel che accade, bensì ciò che vorrebbe accadesse. Cattura quell’attimo esistito solo per lui, nel transitorio sortilegio di uno scatto.
Questo libro è la storia ricucita, affastellata e ripensata di Piero Gemelli, poggiata lì, sul filo della memoria. Una vita di lontananze interiori e nostalgie di ricordi futuri.
Non troverete un ordine cronologico, ma semantico ed emotivo, e benché la vita di ognuno di noi sia scandita da eventi precisi, il gusto, la personalità e l’autorialità sono un amalgama difficile da scomporre e analizzare.”
A seguire la presentazione del libro “Il Mosaico del Mondo”, opera biografica di Maurizio Galimberti scritto a quattro mani con Denis Curti, Curatore Artistico, Critico d’Arte e Direttore Artistico del Festival di Fotografia Montefano.
Così Curti descrive il libro su Galimberti “Il mio rapporto di amicizia con Maurizio Galimberti trova le sue origini fin dai suoi primi esordi nel mondo della fotografia, quando il suo approccio era ancora amatoriale e parallelo alla sua attività di imprenditore. In tutti questi anni ci siamo ritrovati spesso a parlare dei suoi progetti e, nella maggior parte delle volte, Maurizio riportava alla luce il periodo durante il quale ha vissuto in orfanotrofio prima di essere adottato e quindi cominciare una nuova vita.
La vicenda dei mosaici è intrinsecamente e indissolubilmente legata a quel momento della sua esistenza. L’intuizione delle gabbie a mosaico sgorga vivida dal ricordo della visione obbligata attraverso le grate alle finestre della sua stanza all’Istituto per bambini senza famiglia. Un imprinting indelebile che nel tempo si è trasformato in cifra stilistica e che gli ha consentito di disegnare nuove mappe concettuali.”
Dice di sé Galimberti “Ho trascorso una parte della mia infanzia in un orfanotrofio. Non ho mai fatto mistero di questa vicenda perché, nel bene e nel male, questa storia ha dato una direzione precisa alla mia vita. Ho avuto la fortuna di incontrare persone generose, come i miei genitori, e per quanto mi sarà possibile, vorrei restituire la stessa generosità che ho avuto in dono. È per questo che mi sono sempre dedicato a una fotografia capace di raccontare storie e di raccogliere emozioni. Ho sempre in mente, quando sviluppo i miei progetti, un’idea di fotografia magica, in grado di superare il tempo e di scavalcare qualsiasi barriera e di sapersi posizionare oltre i confini di genere, per unire le più diverse culture. Mi interessa una fotografia libera e diretta. Mi interessa costruire immagini che sappiano arrivare dritte al cuore delle persone.”