Isgrò cancella Brixia è il progetto che fino all’8 gennaio accompagnerà la Leonessa d’Italia (Brescia) verso l’appuntamento della Capitale italiana della Cultura 2023. Brescia e Bergamo, lavorando insieme, saranno due centri con una sola anima. Tema prescelto è “la città illuminata” e, indubbiamente, la mostra di Emilio Isgrò (Barcellona di Sicilia, 1937) ha messo in luce l’antica Brixia romana cancellandola. Sembra paradossale, ma la cancellatura è il mezzo con il quale l’artista ha fondato un linguaggio nuovo e originale per evidenziare  un concetto e penetrare il valore della parola. I suoi interventi consistono in strisce nere o bianche che cancellano quasi tutte le parole di una pagina mentre quelle rimaste creano nuovi significati. La sottrazione della scrittura si traduce in immagine astratta e stimola l’attenzione.

“Isgrò cancella Brixia”, a cura di Marco Bazzini, è un modo per far rivivere la città romana e la sua memoria sotto forme inedite, inaspettate e contemporanee attraverso un itinerario di visita che si snoda all’interno dagli spazi del Parco archeologico fino al Museo di Santa Giulia. La rassegna inizia nella sala centrale del Capitolium, il padiglione epigrafico che ospita l’opera Le api di Virgilio. Si tratta di una spettacolare video installazione dove uno sciame di api in movimento cancella le iscrizioni presenti sulle epigrafi romane collocate sulla parete e compongono anche nuove suggestive parole. Le api, simbolo di socialità e di operosità, rimandano all’episodio raccontato da Virgilio nel Libro VI dell’Eneide quando Enea è sorpreso dalla moltitudine di anime che, proprio come api, si aggiravano nella valle del fiume Lete.

Isgrò, le api di Virgilio, ©photo Paolo Farina

Il complesso del Museo di Santa Giulia ospita altri tre episodi del progetto espositivo. Nel Chiostro rinascimentale si trova L’armonium delle allodole impazzite, un monumentale e misterioso strumento musicale sul cui perimetro corre una sequenza di tasti di pianoforte. La forma evoca lo zuggurat e rimanda ad un tempo scandito da ritmi religiosi, rituali e musicali uniti al cinguettio di un’allodola che, accompagnata da un coro di uccelli, interpreta la celebre aria Casta diva dalla Norma di Vincenzo Bellini, l’alta sacerdotessa del tempio dei druidi. Al termine della mostra la scultura sarà collocata permanentemente nello spazio all’aperto, individuato dall’artista stesso, di Arte Sella, l’importante parco d’arte contemporanea nella natura in Val di Sella, Valsugana, (Trento). Lungo il soffitto del chiostro sono disseminate le gabbie sequestrate ai bracconieri con gli sportelli spalancati, appena lasciate dagli uccelli volati via.

Isgrò, l’armonium delle allodole impazzite ©photo Paolo Farina

Il percorso continua nelle sale del Museo di Santa Giulia con la sezione della mostra Brixia come Atene:  tredici grandi tele cancellate in bianco incentrate sulla vita quotidiana dell’antica polis greca, simile ad altre città dell’impero come Brixia, pensate come degli affreschi di una casa romana. Al centro del percorso la copia della scultura Il discobolo con parti del corpo cancellate da una colonia di formiche, insetti sociali come le api, fino a corrodere il braccio che nello slancio si stacca e cade lontano ai piedi delle tele. Ottima l’intuizione di oscurare la statua con un pannello bianco retato, un supporto visivo che rafforza il linguaggio concettuale dell’artista.

Isgrò, Brixia come Atene, “Il Discobolo – copia romana” e “Tragedie ateniesi”, acrilico su tela, 170x188cm  ©photo Paolo Farina

La mostra oltre ad entrare in dialogo con l’archeologia e la cultura classica della Brixia storica, rinsalda il legame dal grande artista siciliano con Brescia quando nel 2020 presentò l’opera pubblica Incancellabile Vittoria visibile alla fermata Stazione FA della Metropolitana di Brescia. L’inconfondibile sagoma della Vittoria alata, statua in bronzo del I secolo considerata una icona della città, emerge in rosso dalla griglia di cancellature nere apposte su un brano tratto dall’Eneide di Virgilio, il poeta che celebrò la grandezza della cultura latina e cantò l’origine mitica di Roma. Isgrò, attraverso la cancellatura, rievoca la potenza di un simbolo storico segno di speranza e di fiducia rendendolo incancellabile.

-Nikla Cingolani

 

 

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