“LISISTRATA”
da Aristofane
adattamento e regia di Victor Carlo Vitale
SINOSSI
Lisistrata, la prima commedia la cui protagonista dà il nome al titolo e anche, la prima commedia ad occuparsi dell’emarginazione femminile. Poi per molti anni a seguire il problema rimarrà, troppi anni a mio avviso. Già nel 411 a.c. Aristofane, dà un’importante segnale a questo problema che ancor oggi la società ne risente. Euripide, all’epoca, si è occupato dell’emarginazione femminile con le sue tragedie, questa volta invece è Aristofane che lo fa con una commedia, commedia sì ma con dei momenti e risvolti di profonda forza a sostegno al genere femminile, rasentando la drammaticità dell’argomento. Smaschera addirittura il pensiero tradizionalista maschile e mascolino, lo ridicolizza, lo mette letteralmente in mutande. Probabilmente ci vorrebbe una Lisistrata o migliaia di Lisistrata, per far comprendere l’importanza della pace, del dialogo e non dello scontro quindi la guerra. Sembra sia stata scritta oggi, ma stiamo parlando di una commedia politica che ha ben 2500 anni, segno, ahinoi che la storia si ripete…ma la storia la fanno sempre gli uomini.
NOTE DI REGIA
Lo spettacolo della compagnia “Teatro dei Superpoteri”, ha alcune peculiarità da non sottovalutare: è un gruppo con una totale empatia e sinergia, dovuta ad esperienze e vissuto del gruppo di lunga data. In scena sei donne (Monia Frapiccini, Ida Angelici, Laura Bonicalzi, Patrizia Gabbanelli, Sabina Cingolani, Stefania Salvi) e quattro uomini (Marco Tubaldi, Michele Cerioni, Giorgio Guardabassi, Alessandro Poeta) che dicono molto bene e sanno ben condividere con il pubblico l’arte del recitare. La messa in scena richiama la tradizione greca con un occhio ad oggi. Le falloforie oggi non ci saranno anzi, le donne fanno sciopero per porre fine alla guerra. Le vesti (costume lab. Teatro dei superpoteri) e la scena di Lodovico Gennaro richiamano alla Grecia, ma potrebbero essere rovine di un’epoca che torna a ricordarci che l’arte non muore. Un’arte, quella del teatro, che non DEVE, essere abbandonata, né dalla politica né dal pubblico, il teatro però, sebbene ci provano in molti a cercare di distruggerlo, non morirà mai, anche quando ci sarà un solo spettatore in platea il sipario si alzerà, e noi saremo lì…
Victor Carlo Vitale

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