Ha lasciato nella sua città, Leopoli, “la città del leone” nell’Ucraina occidentale che conta 729.842 abitanti, uno dei maggiori centri culturali dell’Ucraina, tutti i suoi cari, il fratello, la sorella e i nipoti, e ora Nadia Trusch, ucraina che vive a Recanati, dove si è sposata, dal 1999, vive momenti di angoscia profonda. Ancora, per fortuna, riesce a sentirli tutti i giorni per telefono con la speranza ogni volta che non cadi la linea, cosa che capita di frequente, facendo aumentare la sua angoscia. “I miei per ora non vogliono abbandonare il Paese, per venire in Italia, perché non vogliono lasciare il lavoro e la loro casa. Mi dicono che ormai scarseggia il cibo e i medicinali e la situazione è veramente pesante”.

In città Nada è conosciuta per la sua passione per la pittura e alcune delle sue opere sono custodite in diverse chiese della città. Un quadro, che raffigura padre Pio, è esposto all’interno dell’ospedale Santa Lucia.

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3 commenti

  1. Afgani, curdi, siriani, iracheni non fuggono da guerre e distruzioni, non fanno migliaia di km a piedi non muoiono di fame e freddo fermati alla frontiera da paesi sovranisti e razzisti?

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