Ieri pomeriggio la corte d’appello di Ancona, in parziale riforma della sentenza emessa dal tribunale di Macerata, ha assolto Tommaso Golini, difeso di fiducia dall’avv. Mario Giancaspro del Foro di Perugia, dall’accusa di propaganda di idee fondate sull’odio razziale, nazionale, etnico e religioso, in merito allo striscione comparso davanti la sede del partito democratico nel 2013, con il quale si invitava l’allora ministro dell’integrazione Kyenge a tornare nel suo paese di origine. Nel caso di specie, la corte ha ritenuto insussistente la legge Mancino e ha assolto l’imputato perché il fatto – dunque il razzismo – non sussiste. Il collegio ha tuttavia confermato la condanna inflitta in primo grado per diffamazione in merito al contenuto del cartello in oggetto. La difesa annuncia ricorso in cassazione anche in merito a quest’ultimo provvedimento, per il quale si attende il deposito delle motivazioni entro 15 giorni. I fatti risalgono al 2013, quando davanti alla sede del Pd in via Spalato era comparso un cartellone che recitava “Kyenge torna in Congo”, suscitando un polverone di polemiche a livello nazionale. “La Corte d’appello ha riformato la sentenza emessa dal Tribunale di Macerata, nell’ambito di un procedimento penale che si protrae da otto anni” dichiara Golini, “che, sommato alle altre infondate accuse dell’incendio al negozio africano e alle scritte a sfondo razziale in via Prezzolini del 2015, ha fatto invano cianciare di razzismo una moltitudine di variopinte sigle, associazioni cittadine nonché esponenti dell’attuale esecutivo, tra cui addirittura un ex presidente del consiglio dei ministri e un ex presidente della camera. Pensavo che solo nei regimi totalitari si potesse ricevere un trattamento del genere da parte dello stato, invece mi sembra di aver compreso che in Italia quando si sente pronunciare la parolina magica razzismo si possono innescare meccanismi repressivi che nulla hanno da invidiare alle logiche inquisitorie che caratterizzavano i processi del Tribunale del Sant’Uffizio. Appare poi a mio avviso doverosa una riflessione politica sulla legge Mancino, che reputo liberticida, eccessivamente lacunosa sul piano della determinatezza della fattispecie penale, che lascia troppi margini di discrezionalità a interpretazioni fantasiose da parte delle procure e della polizia giudiziaria”.

Dott. Tommaso Golini

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4 commenti

  1. Il vero scandalo è che da otto anni va avanti un procedimento giudiziario basato sul niente società mentre si prescrivono reati ben più gravi.

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