Chi non ricorda, con un sorriso, la mitica scena di Troisi nel film NON CI RESTA CHE PIANGERE. Una scena dove comicità e senso di frustrazione si fondono nella rappresentazione di una realtà che, certamente differente nello specifico, anche molti di noi hanno vissuto. Quelle realtà dove al buon senso prevale un annoiato riproporsi della regola, senza che la stessa sia minimamente valutata nella sua applicazione. Questi sono i pensieri che mi sono tornati in mente leggendo la determina comunale n. 1600 del 7 dicembre 2021 con la quale, a seguito di sentenze del Tribunale di Macerata, viene liquidata, quale debito fuori bilancio, la somma di euro 12.677,60. Ma a chi e perchè viene liquidata questa somma che, essendo classificata come un debito fuori bilancio, non è prevista tra le uscite comunali?

Qui la storia perde il suo lato comico e subentra per intero quel senso di frustrazione che tante volte colpisce noi cittadini quando abbiamo a che fare con la Pubblica Amministrazione. I beneficiari, se così possono essere definiti, sono 18 cittadini che hanno ritenuto di non dover sottostare a quanto richiesto dall’ Amministrazione di Porto Recanati perché, a loro dire, non vi erano i presupposti giuridici e normativi per tale richiesta. Veniva loro contestata l’accesso non autorizzato nella Zona a Traffico Limitato. I diciotto hanno impugnato e contestato il provvedimento emesso rifiutandosi di versare il famoso fiorino richiesto dal gabelliere annoiato. E bene hanno fatto! Perché sia nel primo grado di giudizio che nel secondo, i giudici hanno ritenuto che l’omessa corretta attivazione del periodo di pre-esercizio, da parte dell’Amministrazione comunale, rende illegittima l’attivazione della ZTL e conseguentemente illegittima la contestazione delle condotte dei ricorrenti.

In altri termini veniva inflitta una sanzione senza che vi fosse nulla da sanzionare. Questa in estrema sintesi ciò che la determina 1600 non dice. Non dice cioè che l’Amministrazione comunale, certamente in buona fede, ha contestato ai 18 cittadini una infrazione che a detta dei giudici, espressisi con identico giudizio di merito sia in primo che in secondo grado, non sussiste perché non esiste il provvedimento che ha generato l’infrazione. Se la storia finisse qui non meriterebbe neanche di essere ricordata e forse sono in molti che vorrebbero tornasse rapidamente nell’oblio nel quale era stata maldestramente e forzatamente relegata.

Già perché di verbali uguali a quelli che si son visti recapitare i 18 appellanti, alla data del 23 novembre 2018, erano ben 25.794. Dato fornito dal comandante dei vigili di Porto Recanati in una intervista del primo dicembre 2018. Alla luce di quanto ricostruito ed al di là del mero fatto di cronaca forse la domanda da porsi è: “Quanto è lecito per un’amministrazione comunale sanzionare in base ad un provvedimento amministrativo dichiarato inesistente dalla magistratura con sentenze passate in giudicato?” Sentenze che, oltretutto, hanno anche generato un danno economico alla comunità cittadina. Forse la risposta giurisprudenziale è molto più complessa della domanda che nella sua semplicità non tiene conto delle diverse magistrature che hanno giurisdizione in materia e di tanto altro ancora.

Rimane però un problema di fondo. E’ consentito alla Pubblica Amministrazione essere tanto matrigna nei confronti dei cittadini da scardinare finanche uno dei capisaldi del rapporto che deve intercorrere tra amministratore ed amministrato? La certezza del diritto. Se da parte dell’Amministrazione pubblica l’osservanza della certezza del diritto viene calpestata allora, veramente, il cittadino non viene colpito soltanto nel suo patrimonio ma viene privato di un suo diritto fondamentale quale è il diritto ad essere tutelato. Forse sull’argomento sarebbe opportuno un pronunciamento della nuova Amministrazione, aprendo uno di quei tanti cassetti nei quali, forse, sono conservati i tanti scivoloni che negli anni hanno interessato i precedenti inquilini di Palazzo Volpini.

Gioacchino Di Martino

 Porto Recanati, 12 gennaio 2022

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3 commenti

  1. Questo è il prezzo dell’arroganza e della impunità di cui gode quasi sempre l’istituzione pubblica nei confronti del cittadino vessato e indifeso. Visto il numero delle vittime che hanno subito in silenzio il sopruso, per il Comune di Portorecanati è stato comunque un ottimo affare. Lo stato di diritto ne esce piuttosto acciaccato. Bisogna dire che i 18 valorosi che non hanno piegato la schiena vanno ringraziati. Il comandante dei vigili urbani, a chi si andava a informare diceva con assoluta certezza che tutto era regolare e talvolta aveva forse anche una sfumatura di aristocratica noia nel tono di voce. Le vittime andrebbero richiamate e risarcite una per una e il tutto messo a carico dei vecchi amministratori. Piuttosto, centri di autodifesa civile andrebbero organizzati anche nei centri vicini, a Recanati in particolare, dove pure forse talvolta certi regolamenti e certe sanzioni sarebbero alquanto discutibili.

  2. Beh, rispetto a Troisi e Benigni, qui c’è da dire che è possibile opporsi ai provvedimenti dell’amministrazione pubblica e trovare un giudice che possa dire una parola di chiarezza (sempre che l’avvocato che propone l’opposizione sa farlo in maniera efficace). C’è poi il capitolo parallelo dei mezzi silenzi con cui le decisioni sulla ZTL vennero adottate, con un’opposizione in Consiglio comunale che nonostante il supporto di “esimi giuristi” non ha condotto con termini concreti e giurisprudenziali una battaglia che evidentemente aveva più di un solido fondamento. O no?

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