Pubblichiamo il comunicato dell’amministrazione comunale sul consiglio di giovedì sera dedicato al futuro piano sanitario regionale. Il comunicato è uno zucchero filato rispetto alla realtà. Se volete darvi un’idea su quello che è stato davvero detto da Nadia Storti, direttore Asur Marche, sentite ciò che dice nel video del consiglio ad un’ora e 50 minuti  dal suo inizio e poi confrontatelo con quello che scrive il Comune nel comunicato che di seguito pubblichiamo. Di seguito a questo ci siamo permessi di trascrivere i punti salienti dell’intervento della Storti. Preparatevi al peggio.  

RECANATI: Consiglio comunale sulla Sanità, un confronto importante sul futuro dei servizi sanitari della città 

Prevista l’implementazione dei servizi dell’Ospedale S.Lucia per la prevenzione, la cura e l’assistenza socio-sanitaria delle categorie più fragili della comunità.

Si è tenuto ieri il Consiglio comunale di Recanati sui temi dell’Ospedale di comunità “S. Lucia” e sulla ripresa dello sviluppo dei servizi socio-sanitari sul territorio.

Su invito del Sindaco Antonio Bravi a dare risposte al Comune e ai  cittadini sul prossimo futuro dei servizi sanitari della città   hanno partecipato alla seduta  il Consigliere regionale Elena Leonardi Presidente della IV commissione permanente e il Direttore generale Asur Marche dott.ssa Nadia Storti.

Un momento di confronto importante in cui sono state messe in luce dal Sindaco Antonio Bravi e  dal Consigliere Antonella Mariani con delega alla Sanità  tutte le criticità attuali dei servizi sanitari offerti alla comunità recanatese che a causa delle due ondate di emergenza pandemica hanno subito diminuzioni e  sospensioni.

“È stato ordinato e proficuo il dibattito sulla sanità nel Consiglio comunale. – ha dichiarato il Sindaco Antonio Bravi in chiusura della seduta – Le questioni aperte sono state molteplici e anche i livelli di intervento. La presenza della Presidente della Commissione Regionale Sanità, dott.ssa Elena Leonardi, e della direttrice regionale dell’Asur, dott.ssa Nadia Storti, la cui attenzione fino a qualche tempo fa è stata necessariamente  dedicata all’emergenza pandemica, ha permesso di avere indicazioni sugli orientamenti politici generali e sui modi in cui si intende riprendere alcuni servizi, fermi in alcuni casi da oltre un anno.”

Il Consigliere regionale Elena Leonardi Presidente della IV commissione permanente  ha spiegato che  la Regione Marche sta portando  avanti un percorso riorganizzativo sanitario  da scrivere insieme ai territori per definire il nuovo piano sanitario regionale, tenendo presente le peculiarità dei servizi locali con incontri diretti con gli amministratori, i dirigenti sanitari e il personale medico. L’obiettivo e un riequilibrio territoriale per  superare l’accentramento degli ospedali unici e dare più peso ai territori.

Tra i principali punti toccati dalla Leonardi, il problema della mancanza del personale a causa del blocco del tetto di spesa per il personale sanitario, un problema che riguarda tutte le regioni,  e l’importanza  di incrementare i servizi di assistenza sanitaria con specialisti a distanza grazie alle efficaci ed  innovative tecnologie della telemedicina.

Le strutture sanitarie di Recanati potranno essere inoltre ristrutturate  grazie all’arrivo dei fondi previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Il Direttore generale Asur Marche dott.ssa Nadia Storti ha dato risposte chiare in merito ai servizi dell’Ospedale di comunità “S. Lucia”,  dove si prevedono a breve la riapertura di altri dieci posti letto, l’implementazione del servizio di dermatologia e  una dotazione organica  ed efficiente di macchinari. La volontà è quella di reperire nei prossimi mesi  il personale specialistico necessario per far divenire l’Ospedale di Recanati un ospedale di qualità, punto di riferimento fondamentale per la prevenzione, la cura e l’assistenza degli anziani e delle categorie più fragili della comunità.

 

 

Nadia Storti:

Il problema più urgente è il personale e io continuo a dire come medico che il servizio sanitario nazionale funziona come le belle macchine che, però, se non c’è qualcuno che le accende probabilmente non riescono a dare i bei risultati che debbono dare. Oggi il costo del personale deve essere in percentuale l’1,4% in meno del costo sostenuto per il personale nel 2004, e cioè esattamente 17 anni fa. Questo nel tempo ha portato, purtroppo, a quella serie di riduzioni delle strutture sanitarie per il concetto che mettendo insieme si aumentava l’efficienza anche se io ritengo che mettendo insieme ad un certo punto l’efficienza si riduce.

La scelta fatta allora da Recanati di passare come ospedale di comunità, e con la dott.ssa Mariani abbiamo fatto molte riunioni con tutti i medici di medicina generale, era ed è quella più opportuna in un momento in cui le casistiche sono orientate su due grossi gruppi: abbiamo i primi mille giorni di vita del bambino, dal momento della nascita in cui ci sono interventi non di tipo sanitario, perché la gravidanza non è una patologia ma un percorso di tipo fisiologico, ma è necessaria la prevenzione per evitare che tutti quei disturbi che compaiono diventino la patologia del futuro. Poi abbiamo gli ultimi anni di vita dove spendiamo tutti i soldi della sanità e sono quindi le fragilità e le cronicità, sono quelle che devono essere trattate il più vicino possibile al cittadino. La fascia intermedia, a meno che non ci siano problemi come quelli che abbiamo vissuto in questo periodo, è quel “perfetto benessere” che però ha bisogno di interventi che sono sempre di urgenza/emergenza fra acuti ed invasivi. E sono quelli che facciamo dentro i grossi ospedali. Per cui la sanità deve avere il grosso ospedale per le cose importanti e ospedali di comunità o casa della salute che devono essere il più vicino al cittadino.

Recanati ha scelto questo, ma durante il periodo in cui è stato fatto il personale non girava e probabilmente ha contato anche il fatto di aver mantenuto il Punto di Primo intervento collegato a Civitanova. Quando c’è un pronto soccorso e un DEA di primo livello il turno deve essere sempre coperto e gli ospedali per funzionare devono essere autonomi sotto questo aspetto perché se l’uno dipende dall’altro è chiaro che a predominare è quello più grosso. L’ospedale di comunità come questo di Recanati deve avere una dotazione organica sua e tecnologie non di alta specializzazione ma di media e bassa tecnologia che sono numericamente importanti. Per il personale serve un’assistenza primaria, come i medici di medicina generale, che però deve essere supportata dallo specialista per gestire il paziente. Stiamo cercando di prendere gli specialisti che mancano ma non possiamo prendere quelli già dipendenti perché sguarniremo gli ospedali per acuti e per questo dobbiamo ricorrere alla medicina specialistica convenzionata, che non rientra nel tetto di spesa del personale, ma in un certo numero di ore che possono essere date in tutta la Regione in base alla popolazione.

Un’altra criticità di questo ospedale è quella che i medici delle cure intermedie vanno a sostituire il Punto di Primo Intervento per cui abbiamo sguarniti sia sopra che sotto e aver mantenuto il Punto di Prima Intervento crea problemi sia sopra che sotto. È da prendere una decisione.

Sono stati fatti diversi tipi di lavoro all’interno dell’ospedale, è chiaro che la vetustà della struttura richiederebbe una costante manutenzione. Ora abbiamo in programma altri interventi per gli infissi, l’impiantistica e il sistema di aereazione sperando che arrivino i fondi necessari. I tempi sono la progettazione entro il 2022 e la realizzazione entro il 2026.

Per la TAC ancora non è in programma e valuteremo se fare una Tac o altra strumentazione perché la TAC funziona anche con il mezzo di contrasto e quindi c’è bisogno del radiologo, altrimenti diventa difficile.

Per il servizio Farmacia ci si sta pensando

Per le Cure intermedie potranno essere occupati altri dieci posti letto dopo l’impianto di areazione oltre ai 10 già presenti.

Ortopedia utile ma anche qui è questione di personale

Il servizio vaccinazioni ritornerà a Recanati ma la sala di attesa è piccola e quindi stiamo cercando una nuova collocazione

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5 commenti

  1. Purtroppo dalla frase del Dirigente Nadia Storti, ancora una volta si capisce tutto … ” L’ospedale di comunità come questo di Recanati deve avere una dotazione organica sua e tecnologie non di alta specializzazione ma di media e bassa tecnologia che sono numericamente importanti”.

  2. Luca Falzetti on

    Ospedale di comunità. Cioè il passaggio che precede la disattivazione TOTALE di qualsiasi servizio sanitario. E’ il “favoloso” risultato di anni di incertezze, ambiguità, calcoli elettorali sulla pelle dei cittadini. Adesso parlare di decisioni “prese insieme ai territori” è l’ultima presa in giro.

    • Allora, in pratica non si fa niente! Parole parole parole…..come la canzone e come la canzone e’ finito il nostro Ospedale. Si evince che nulla e’ fatto e nulla si fara’. Diventera’ un cronicario. Non e’ servito a nulla neanche questo Consiglio Comunale. Maccioni l’ anno scorso, luglio 2020, con parole parole parole ha attaccato tutti, medici compresi, promesso, ma anche lui la sua TAC promessa l’ ha ‘ fermata per strada…forse a Montecosaro come ho sentito in Consiglio ieri, data la strada tortuosa, e poi guarda caso ha dato le dimissioni. Chissa’ perche’….

  3. Bellorofonte on

    Sognor Falzetti, la Regione non é la Storti ma la Leonardi (maggioranza), e il fatto di aver bloccato i famosi Ospedali Unici, é un passo fondamentale. Poi che il “FAVOLOSO” abbia anche lui firmato per il ridimensionamento di alcuni ospedali tra i quali Recanati, sapendo a cosa si sarebbe andati incontro, é un dato di fatto, per poi scaricare tutto alla Regione (che era della sua parte). Per finire, se si fa un progetto sanitario basandosi su di un algoritmo, quindi sulla carta, quindi nel palazzo, andava bene, se si fa un nuovo progetto basandosi sul confronto diretto con tutte le comunità sede di ospedali, per capire i vari e diversi problemi da valutare, allora diventa “un’ultima presa in giro”. Confused?

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