Dopo la nota di chiarimento in merito agli Enti interessati e alle dinamiche degli interventi posti in essere negli ultimi mesi a seguito di segnalazioni della presenza di lupi sul territorio del Comune di Potenza Picena, a metà dello scorso mese di settembre il Comando di Polizia Locale aveva scritto formalmente all’I.S.P.R.A. (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) di Roma per conoscere se fosse stato avviato un censimento sul territorio potentino ed anche per avere suggerimenti o direttive sui comportamenti da adottare. Questa mattina è arrivata la risposta dell’Ente Ministeriale, a firma del Responsabile del Servizio Coordinamento Fauna Selvatica, Piero Genovesi.

Nella nota inviata, l’Ispra ha confermato la raccolta dati a campione su scala nazionale volta ad ottenere una stima della presenza del lupo nel nostro Paese che, però, non ha riguardato il Comune di Potenza Picena. “Per quanto riguarda la presenza della specie in ambito antropizzato – scrive il dott. Genovesi – si ritiene innanzitutto opportuno evidenziare che il lupo non rappresenta un significativo pericolo per l’uomo. Va tuttavia detto che alcuni comportamenti (particolare confidenza nei confronti dell’uomo, predazione di cani domestici nelle immediate vicinanze delle abitazioni) vanno attentamente monitorati, anche al fine di permettere l’attivazione tempestiva di misure di dissuasione o di mitigazione dei rischi negli specifici contesti di registrazione di tali comportamenti”. L’Ispra suggerisce dei comportamenti preventivi quali evitare la presenza di scarti di macellazione o alimentari abbandonati sul territorio e dissuadendo in ogni modo i cittadini dall’alimentare intenzionalmente gli animali selvatici.

“Tenuto conto inoltre – prosegue la nota dell’Ispra – che i cani rappresentano un fattore attrattivo per la specie selvatica e, al contempo, possono diventare prede facilmente accessibili, è necessario diffondere tra la cittadinanza indicazioni corrette riguardo la loro custodia, tenendoli in aree recintate e al chiuso durante le ore notturne. Si evidenzia infine che la presenza di cani vaganti incustoditi rappresenta un rischio per la conservazione stessa del lupo sottoponendo la popolazione selvatica ad un sempre maggiore rischio di ibridizzazione con la specie domestica” .

Da parte sua l’Asur, UOC Sanità Animale, che aveva posizionato la gabbia-trappola sul territorio potentino, ha comunicato che a seguito di diversi controlli e verifiche, dal 22 settembre scorso ha provveduto a rimuovere tale gabbia in altro Comune per far fronte a situazioni contingenti. “Mi auguro che sia stata fatta chiarezza circa l’operato dell’Amministrazione Comunale nel coinvolgere tutti gli Enti preposti quali Regione, Polizia Provinciale, Asur e Ispra – ha detto il Sindaco Noemi Tartabini – anche per capire chi aveva posizionato la gabbia-trappola, fonte di proteste e polemiche da parte di alcuni cittadini, finalizzata alla cattura di cani vaganti rinselvatichiti a fronte della segnalazione di 13 cani vaganti nella zona Fornace Antonelli. Bene la tutela del lupo e dell’ibrido che va, tuttavia, conciliata con l’altrettanto importante tutela della pubblica incolumità nel caso si trattasse di altri canidi e non di lupi o ibridi”.

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1 commento

  1. Una buona pratica agricola serve a contenere nelle giuste dimensioni la diffusione della fauna selvatica. Questo è uno dei tanti servizi che l’agricoltura rende alla collettività. Servizi che non solo non sono pagati ma neanche socialmente riconosciuti. Ricordo decenni or sono, quando la montagna era ancora abbastanza abitata, che contadini e allevatori si lamentavano del regime poliziesco allora vigente. Multe salatissime se si tagliava nel bosco un albero non preventivamente autorizzato e rigorosamente nel lasso temporale previsto dai regolamenti, se si pascolava senza autorizzazione negli appezzamenti gravati da usi civici, addirittura per il montaggio di qualche precaria capannetta ad uso legnaia. Basta vedere ancora oggi la storia kafkiana di nonna Peppina e di tanti altri terremotati che sperando di mantenere i loro allevamenti di bestiame subito dopo il sisma avevano eretto ricoveri di fortuna poi puntualmente sanzionati come abusi edilizi da zelanti tutori della legge. Poi nell’inveno successivo gli animali sono morti di fame e di freddo, ma non fa nulla, FIAT IUSTITIA PEREAT MUNDUS. Ormai la zone interne sono perse e tale rigore normativo sarà finalmente pago di aver debellato tante e così gravi illegalità. Quanto al conseguente degrado idrogeologico, igienico, ambientale, sociale, economico, ovviamente ci penseranno gli stessi inflessibili pubblici funzionari con stipendi pagati da tutti noi. Intanto qui arrivano lupi, cinghiali, volpi, istrici, caprioli a passeggio su strade e superstrade e gabbiani che mangiano in discarica, popolazioni di ratti da par paura. Visto mai che qualche altro virus facesse il salto di specie?

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