Da tempo si parla dell’avvistamento di canidi nelle nostre campagne che molti riconducono alla specie “Lupo”.
Al fine di fugare ogni dubbio l’Ambito Territoriale di Caccia Macerata 2 in collaborazione con due Agenti della Polizia Provinciale, guardie specializzate sulla ricerca di campo sulla specie “Lupo”, hanno inviato dei campioni di feci all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche per le specifiche analisi genetiche.
Il referente comunale di Potenza Picena dell’ATC Macerata 2 Giancarlo Capozucca ed il responsabile della Vigilanza Venatoria dello stesso ATC Nazzareno Galassi hanno prelevato le feci in C.da Acquabona del comune di Potenza Picena, dove era stata riscontrata la presenza di una cucciolata di non meglio identificati canidi, e le stesse sono state inviate all’istituto sopra menzionato.
Le analisi genetiche hanno rilevato in modo inequivocabile che si tratta di soggetti appartenenti alla specie “Lupo Appenninico”
Prendiamo atto di questa nuova realtà e crediamo che per altri eventuali avvistamenti in altri comuni prima di parlare di avere riscontrato la presenza di un lupo, è necessario nel modo più assoluto di effettuare le opportune analisi genetiche al fine di evitare ingiustificati allarmismi.
Nel caso specifico di Potenza Picena abbiamo la certezza di questo nuovo elemento di biodiversità e dobbiamo adottare tutti gli accorgimenti necessari dovuti al ritorno spontaneo di questa specie.
Sicuramente la sua presenza sarà sempre meno elusiva e pertanto è auspicabile e necessario, specialmente nelle ore notturne, di disporre di spazi sicuri in cui stabulare gli animali domestici, compresi i cani.
Il Presidente ATC Macerata 2
Pio Chiaramoni
3 commenti
Altro motivo per non abbandonare le zone interne a se stesse.E’ effetto dell’inselvatichimento e dello spopolamento.
Lei dice giustamente che non vanno abbandonate le zone interne. Il fatto è che l’agricoltura oltre a produrre ciò che vende (frumento, foraggi, ortaggi) regala ossigeno, difesa dei suoli, regolazione delle acque superficiali, biodiversità solo per citare qualcosa. Eppure gli agricoltori vengono regolarmente privati del minimo per avere una vita civile, strade correttamente manutenute, servizi di trasporto, scuole, sanità a distanza ragionevole etc. E arrivano gli ungulati, gli istrici, i lupi.
Negli ultimi decenni dello scorso secolo c’è stato un movimento di persone secondo le quali gli agricoltori erano i nemici dell’ambiente di cui inveceil movimento ambientalista si ergeva a strenuo paladino. Secondo questi cittadini (nel senso di persone abitanti i centri urbani e non le campagne) ogni operazione, taglio di alberi, lavorazione del terreno etc. era un irreparabile vulnus alla “naturalità dei luoghi” e alla tutela dell’ambiente. Addirittura l’abbandono di vaste aree montane è stato salutato come “rinaturalizzazione” . Intanto lo stile di vita urbana ha fatto sì che in discarica finissero quantità via via crescenti di rifiuti organici e cibo in particolare, insulto non solo a chi non ha da mangiare ma anche all’ambiente. Ed ecco che, invece di stare nei loro habitat naturali molti animali, cinghiali, orsi, istrici. gabbiani, volpi, cani rinselvatichiti (grazie a padroni criminali) preferiscono frugare fra i rifiuti piuttosto che procurarsi il cibo cacciando e pescando. Adesso dopo le volpi arriva il lupo, con tutti i problemi connessi, sicurezza di animali e cose, incidenti stradali, problemi sanitari, in primis rabbia silvestre. Dalla montagna intanto ci arriva a valle anche il dissesto idrogeologico. Era tutto previsto e prevedibile e anche ampiamente annunciato.