Le separazioni non sconvolgono solo le vite dei coniugi o conviventi e dei loro figli ma persino quelle degli animali da affezione, nel frattempo adottati, che finiscono per alimentare i problemi del randagismo e delle loro cure veterinarie. Dal sito facebook dell’associazione recanatese “operazione gatto”, la cui presidente, la veterinaria Elisabetta Civolani, sono tante le storie di gattini abbandonati o di quotidiana insensibilità nei loro confronti.

Fra queste la storia di Moka, una bellissima gattina nera. “Solita storia e solito finale! I due si lasciano, lei torna al suo paese, lui dai genitori con la gattina adottata l’anno scorso, ma i suoi non la vogliono…ed ecco che chi ci rimette è Moka”. Il padre di lui non ne vuole proprio sapere di riceverla in casa e telefona all’associazione “minacciando che se non riprendiamo subito la gattina la porta in campagna e se ne libera, come si faceva una volta, affogandola”. Per la gattina fortunatamente si fa avanti una nuova famiglia disposta ad adottarla. “Ora il problema è la sterilizzazione, continua l’associazione nel suo racconto. Avendo firmato il modulo di adozione, l’intervento era a carico dell’adottante che, però, non ha provveduto e non intende pagare nulla.”

Di storie simili ce ne sono tante ogni giorno e le volontarie dell’associazione hanno lanciato un appello affinché i proprietari di gatte provvedano alla loro sterilizzazione. “Sembra strano ma i cambiamenti climatici, afferma la Civolani, hanno prodotto l’effetto di mandare più volte in un anno in calore le gatte, ad esempio nel periodo ottobre/gennaio: in questo periodo un tempo generalmente non capitava che le femmine attirassero i maschi, mentre oggi ciò si verifica”. E questo naturalmente comporta poi la nascita di un bel numero di gattini: la soluzione più semplice per molti è quella di abbandonarli sul territorio, magari lasciandoli all’interno di colonie feline già seguite, nella speranza che ci sia qualcuno che se ne prenda cura.

“Questo, però, spiega la Civolani, non è una soluzione idonea del problema perché non ci si rende conto del rischio che si corre perché i gatti adulti generalmente non accettano di buon grado le intrusioni di altri randagi e quindi cercano di allontanare i micetti, a volte facendo anche loro del male”. Purtroppo nelle campagne la situazione è ancora più drammatica perché generalmente c’è l’abitudine di lasciare in vita un gattino e di affogare tutti gli altri suoi fratellini. L’unico modo, quindi, è quello di sterilizzare le femmine. “Io faccio l’impossibile – aggiunge infine la Civolani. Ho persino trasformato la sala di aspetto del mio ambulatorio in un centro di raccolta di gatti randagi feriti o malati che debbono essere curati. Siamo in contatto con il Comune per poterci fare avere un luogo dove poter istituire un gattile e dove poter accogliere anche gli animali che hanno bisogno di cure prima di rimetterli nella colonia”.

 

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7 commenti

  1. Cerchiamo di promuovere le castrazioni ad un prezzo accettabile. Io abito in campagna e ogni estate mi arrivano tre o quattro gatti nuovi. Spesso si tratta di gatti evidentemente abituati in famiglia perchè fanno le fusa e cercano le coccole. Altre volte sono gatti randagi e quasi feroci che vengono per mangiare e scappano. Io non nego a nessuno acqua pulita e crocchette e finora ne ha fatti castrare quattro. A questo si aggiungano i vaccini una volta l’anno, almeno per i gatti che si fanno prendere. Almeno proponete le castrazioni a un prezzo accettabile, le spese sono stratosferiche.

    • Parole sante. O perlomeno proporre prezzi attraenti per chi ha piú animali da sterilizzare. Se si hanno mici in casa il problema é anche maschile. I maschi dei felini
      (piccoli e grandi) tendono a marcare il territorio e in caso di convivenza in casa puó risultare sgradevole. L’intervento da quanto do é più semplice e economicamente meno oneroso della sterilizzazione femminile.

  2. I gatti randagi servono sono la polizia dei topi l’importante mettere una ciotola d’acqua, intorno casa ce ne uno buonissimo a volte dorme sopra la mia auto non gli diamo niente i topi che si vedeva una volta ora non si vede più.

  3. il problema è che le spese mediche veterinarie non sono mutuabili, è grave per un paese democratico. ma visto che nemmeno l’assistenza alle persone funziona bene, figuriamoci

  4. Bisogna rivalutare l’utilità delle colonie feline che godono di qualche garanzia sanitaria. In piazzale XVIII Settembre per anni c’è stata una colonia accudita molto bene da una signora della zona. Nella scarpata sopra via 1 Luglio non c’era un topo. Ora la colonia felina non c’è più ma i topi si.

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