I finanzieri della Compagnia di Macerata hanno effettuato una serie di controlli finalizzati a verificare il corretto utilizzo della misura agevolativa denominata “Carta del docente”, che si pone l’obiettivo di attribuire ai docenti, di ogni ordine e grado, una specifica provvidenza da utilizzare per il proprio aggiornamento professionale.

L’importo previsto, pari a 500 euro, viene reso disponibile tramite carta elettronica per ciascun anno scolastico, a partire da quello 2015/2016. I docenti possono impiegare gli importi messi a disposizione, sostanzialmente, per:

  • l’acquisto di libri e testi, anche in formato digitale, pubblicazioni e riviste per aggiornamento professionale nonché hardware e software ad essi riferiti;
  • iscrizioni a corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali, svolti da enti accreditati presso il M.I.U.R., oppure iscrizioni a corsi di laurea, di laurea magistrale, specialistica o a ciclo unico, ovvero a corsi post lauream o master universitari, inerenti al profilo professionale;
  • l’acquisto di titoli di accesso per rappresentazioni teatrali e cinematografiche o di ingresso a musei, mostre, eventi culturali e spettacoli dal vivo;
  • iniziative coerenti con quelle attività individuate con il Piano triennale dell’Offerta Formativa delle Scuole e del Piano Nazionale di Formazione di cui articolo 1, comma 124, della legge n. 107 del 2015 (Buona Scuola).

I controlli in parola, che hanno preso spunto da una attenta e puntuale attività di analisi effettuata dal Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie della Guardia di Finanza di Roma, hanno riguardato 2 esercizi commerciali della provincia, accreditati presso il M.I.U.R., i quali, nel corso dell’anno 2018, hanno venduto beni a docenti fruitori dell’agevolazione.

Dalle attività ispettive è emerso che i docenti avrebbero acquistato beni diversi da quelli consentiti dalla norma. A ciascuno di essi è stata pertanto applicata una sanzione che prevede il pagamento di una somma di denaro pari al triplo del valore del buono speso irregolarmente, mentre i due commercianti si sono visti applicare la sanzione cumulativa di circa 5.600 euro l’uno e di oltre 35.000 euro l’altro.

All’esito del servizio, è stato attivato il M.I.U.R. affinché proceda all’azione di blocco e recupero delle fruizioni indebite acclarate nell’ambito delle attività svolte.

L’accesso a prestazioni assistenziali e a misure di sostegno non spettanti genera iniquità e mina la coesione sociale. L’operazione di servizio svolta si inserisce nel più ampio dispositivo messo in atto dalla Guardia di Finanza contro ogni forma di illecito o indebito utilizzo degli incentivi statali o locali e, quindi, per tutelare quanti operano nel rispetto delle regole.

 

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1 commento

  1. Mah!
    Che dire?
    Siamo in Italia i soggetti in questione “DOCENTI” magari di educazione “CIVICA”…speriamo di no fanno parte del nostro popolo formato di santi,poeti e navigatori.
    In questo paese fino a quando esisteranno questi scandali non cambierà mai nulla,poi magari la colpa la addossiamo ai politici…eletti da noi!

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