Tante cose non erano state preannunciate nel programma elettorale della lista Loreto nel cuore, prima delle elezioni comunali dello scorso settembre 2020.

Certo non c’era scritto: l’Amministrazione Comunale una volta eletta farà pressioni continue, insisterà chiedendo la destituzione dei membri del Consiglio di amministrazione, affinché la Fondazione Opere Laiche e Pia Casa Hermes venda i circa 4 ettari del versante rivolto verso Loreto della collina del Monte di Foja, perché ci si costruisca, e quindi si aumenti la cementificazione a discapito del verde e dell’integrità paesaggistica, per di più, senza che sia certo e garantito il beneficio economico per la Fondazione.

Nel programma elettorale non si accennava neppure alla volontà di costruire un tempio crematorio presso il cimitero comunale, con tutte le pesanti problematiche soprattutto di tipo ambientale che una scelta di questo tipo porta con sé.   Neppure era esplicito che per le richieste delle società telefoniche si arrivava a punteggiare il territorio comunale di nuove antenne,  optando così per il “silenzio – assenso” che di fatto “facilita” gli affari economici delle stesse piuttosto che la salvaguardia della salute dei cittadini.

In realtà non c’era scritto neppure che il Comune di Loreto, assieme ai Comuni di Recanati e Porto Recanati, si sarebbe attivata per cercare di inserire tra i beni pubblici nazionali, fruibili e mantenuti, la splendida Villa appartenuta al tenore Beniamino Gigli sulla collina di Montarice; non era previsto che sarebbe stata messa in vendita dagli attuali proprietari.

Ma di certo ai possibili elettori della Lista Loreto nel cuore, capeggiata da Moreno Pieroni, non è stato preannunciata una poderosa operazione edilizia, proprio sul crinale della stessa collina di Montarice, a poche decine di metri dalla Villa Gigli, che il Comune stesso ha chiesto di tutelare.  La mano destra non sa quello che fa la sinistra?  Proprio in quell’area  da capanne e case di struttura prettamente agricola, vincolate in quanto case sparse in zona paesaggistica, vedremo fiorire ancora ville mono o bifamiliari supertecnologiche; neppure questo era stato anticipato agli elettori loretani.

Il voto favorevole lo avrebbero avuto lo stesso, ma sarebbero state chiare le vere intenzioni, soprattutto che il valore della tutela ambientale e paesaggistica del nostro territorio e, di riflesso, la salvaguardia della salute, non avrebbero fatto parte dei programmi di questa amministrazione,  almeno sarebbe stato subito evidente.

Loreto come terra di conquista, tutte sorprese…. molto deludenti, anzi preoccupanti!

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3 commenti

  1. Guglielmo Papa on

    Certo ambientalismo “di complemento” è sempre sospetto, in una località dove l’ambiente è chiaramente uno degli ultimi problemi di cittadini e amministratori ormai da decenni. La cementificazione, che si può tradurre in una più chiara “speculazione edilizia” ha fatto scempio del territorio in lungo e in largo, costruendo quartieri privi di alcun criterio architettonico e di sostenibilità, al di là della “bellezza” di quanto è stato edificato.
    Da ambientalisti bisogna chiedersi se questa nuova ipotesi di edificazione risponde a una effettiva richiesta di abitazioni (c’è un incremento di popolazione residente?) oppure è fine a se stessa, utile al Comune per incassare un po’ di oneri di urbanizzazione e ai proprietari dei terreni soldi che altrimenti non avrebbero visto mai.
    Quanto a Villa Gigli, è un progetto semplicemente scellerato per gli enormi pesi economici che, Dio non voglia, se il progetto andasse in porto graverebbe su tutta la cittadinanza. Il brutto è che nel Consiglio comunale non sembra si sia levata qualche voce contraria.

    • Prima di autorizzare l’incremento di un solo metro cubo di fabbricati in zona agricola si dovrebbero riutilizzare in modo corretto i fabbricati esistenti per i quali ora sono disponibili i finanziamenti pubblici. Il cambio di destinazione di una zona da agricola a edificabile al momento attuale non ha alcuna giustificazione sociale e ambientale e sarebbe un vero ulteriore scempio.

  2. Articolo non firmato e che contiene diverse inesattezze, ma tant’è. Tutto in perfetto stile radio chiacchiere da comari.
    Ad anonimo del 30 maggio suggerirei di informarsi bene prima di parlare a vanvera: magari l’intervento previsto è proprio del tipo di quello che lui auspica.

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