Marche, prima regione d’Italia per il lavoro usa e getta.  Nel 2020, le assunzioni nelle Marche sono state 139.406. Complessivamente, sono diminuite del 31,1% dall’anno precedente (-63 mila unità) e del 38,0% dal 2018 (- 85 mila unità). Il numero di assunzioni crolla per tutte le tipologie contrattuali e i contratti a tempo indeterminato rappresentano solo il 13% del totale.  Anche per le cessazioni, tutte le tipologie contrattuali hanno registrato una variazione negativa, il cui saldo è pari -26.180 e si assiste  ad una diminuzione significativa delle trasformazioni di contratti precari in contratti a tempo indeterminato.

Le attivazioni sono diminuite in tutti i settori ad eccezione dell’aggregato “Istruzione, sanità e assistenza sociale”. I settori più colpiti sono quelli delle attività artistiche e dell’intrattenimento, seguito dall’aggregato “Commercio, riparazione autoveicoli, trasporto e magazzinaggio, alloggio e ristorazione” e dal manifatturiero.

A proposito, Barbara Lucchi, segretaria generale Filcams Cgil Marche, sottolinea che “fanno eccezione solo  quegli esercizi che hanno saputo reinventarsi tramite l’e-commerce e con nuove modalità di vendita a distanza, veicolate soprattutto sui social network e con una strutturata presenza online. Diverse le grandi catene commerciali che hanno aperto situazioni di crisi a livello nazionale, con conseguenti ricadute anche nel territorio marchigiano (ad es. Camaieu, Kidiliz, Douglas)”.

Sul fronte cultura e intrattenimento, è Guido Pucci, segretario generale Slc Cgil Marche, a fare il punto: “La chiusura dei luoghi della cultura  e cioè teatri, cinema e spazi culturali nonchè la sospensione di tutti gli eventi hanno determinato la mancata attivazione dei contratti di lavoro di artisti, tecnici e maestranze, il cui numero nelle Marche si stima essere di circa 6.000 unità: professionisti della produzione culturale, dai percorsi lavorativi già frammentati e precari, oggi quasi azzerati” .

Le Marche, anche nel 2020, si confermano una delle regioni in cui la precarietà incide maggiormente nei nuovi rapporti di lavoro. La regione è la terzultima in Italia per l’incidenza dei contratti a tempo indeterminato sul totale delle nuove assunzioni (13,0% nelle Marche, contro il 19,7% della media nazionale) mentre la percentuale di assunzioni con contratti a termine si attesta al 37,8% del totale contro il 44,1% del valore medio del paese. Sopra la media nazionale invece per le attivazioni con contratti di somministrazione (14,0% contro una media nazionale del 12,1%) e prima regione in Italia per la più alta incidenza dei contratti intermittenti sul totale delle nuove assunzioni (17,0% a fronte del 7,9% della media nazionale).

 “Il 2020, caratterizzato dagli effetti della Pandemia, conferma una tendenza per la regione che, da anni, come Cgil, denunciamo – rilancia Rossella Marinucci, segreteria regionale Cgil Marche – e cioè il primato delle forme più precarie di lavoro e la progressiva contrazione delle forme contrattuali più stabili e tutelanti per i lavoratori. Vantiamo il primato nel lavoro usa e getta e scendiamo sempre più in coda alla classifica del lavoro tutelato e stabile, un lavoro che consenta agli uomini e alle donne, giovani e meno giovani, di credere e progettare il proprio futuro. Dopo oltre un anno in emergenza pandemica, andiamo esattamente in direzione ostinata e contraria a quella auspicabile”.

 

Variazione assunzioni e cessazioni nelle Marche 2020-2019  
  Assunzioni Cessazioni  
  v.a % 2020/2019 v.a % 2020/2019
Tempo indeterminato -6.544 -26,5% -6.819 -15,5%
A termine -26.229 -33,3% -15.895 -33,0%
Apprendistato -4.280 -34,5% -1.959 -19,6%
Stagionale -3.281 -16,0% -1.187 12,2%
Somministrazione -9.911 -33,6% -5.725 -38,5%
Contratto intermittente -12.756 -35,0% -4.388 -1,5%
Totale Marche -63.001 -31,1% -35.973 -22,2%
Centro -496.262 -31,3% -340.135 -21,9%
Italia -2.241.680 -30,8% -1.434.756 -20,1%

 

 

Assunzioni per settore
  2019 2020 var. 2020-19 var. % 2020-19
Agricoltura, silvicoltura e pesca 1.847 1.645 -202 -10,9%
Manifatturiero, estrazioni, fornitura di energia elettrica, gas, acqua, trattamento dei rifiuti 35.095 24.347 -10.748 -30,6%
Costruzioni 10.656 8.657 -1.999 -18,8%
Commercio, riparazione autoveicoli, trasporto e magazzinaggio, alloggio e ristorazione 82.467 55.145 -27.322 -33,1%
Servizi di informazione e comunicazione 1.710 1.506 -204 -11,9%
Attività professionali, scientifiche e tecniche, supporto 44.722 29.795 -14.927 -33,4%
Istruzione, sanità e assistenza sociale 6.511 6.728 217 3,3%
Attività artistiche, intrattenimento, altri servizi 18.632 10.949 -7.683 -41,2%
Altro 767 634 -133 -17,3%
TOTALE 202.407 139.406 -63.001 -31,1%

 

  assunzioni con contratto intermittente sul totale
Marche 17,0%
Umbria 15,1%
Valle d’Aosta 14,4%
Liguria 14,2%
Emilia Romagna 13,3%
Veneto 10,7%
Friuli Venezia Giulia 10,6%
Trentino Alto Adige 10,5%
Abruzzo 10,4%
Toscana 10,3%
Piemonte 8,6%
Italia 7,9%
Lombardia 7,8%
Basilicata 7,2%
Puglia 7,0%
Molise 5,5%
Sardegna 5,2%
Lazio 3,5%
Sicilia 2,7%
Calabria 2,1%
Campania 1,6%

 

assunzioni a tempo indeterminato sul totale  
Campania 25,7%  
Sicilia 23,9%  
Lombardia 23,5%  
Molise 21,5%  
Toscana 20,1%  
Lazio 19,7%  
Italia 19,7%  
Piemonte 19,4%  
Calabria 19,3%  
Veneto 18,4%  
Puglia 18,2%  
Umbria 16,9%  
Basilicata 16,8%  
Abruzzo 16,4%  
Friuli Venezia Giulia 16,2%  
Emilia Romagna 15,2%  
Sardegna 15,0%  
Liguria 14,6%  
Marche 13,0%  
Valle d’Aosta 12,9%  
Trentino Alto Adige 12,6%  
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3 commenti

  1. Un’evoluzione in senso generale dell’economia,ma ache una logica del capitale sintonizzatra sul principio del massimo profitto,concorrono pesantamente in questo fenomeno,con il pericolo che diventi strutturale.
    Probabile si stia andando verso la necessità di guardare con occhio diverso al processo economico.

  2. Luca Falzetti on

    I sindacati ormai sono patetici ogni giorno di più. Prima hanno approvato e osannato una legge sul lavoro che permette tutte le diaboliche formule possibili per alimentare solo il precariato (cos’è un contratto “a intermittenza”, un contratto per le luci dell’albero di Natale?), adesso piagnucolano a proposito di un primato pessimo generato proprio da quella legge sul lavoro.
    Un modo indecoroso di tutelare i lavoratori, affidato solo a sproloqui para-ideologici da venditori di pentole alla fiera del paese.
    Cominciate a cancellare certe formule di lavoro (a chiamata, a intermittenza ecc.) e chiedete lavoro VERO, capace di far progettare un futuro a chi lo svolge e alla comunità.

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