I Carabinieri della Compagnia di Ancona hanno arrestato due uomini e una donna di nazionalità rumena, componenti di una banda dedita al furto di tessere bancomat, successivamente utilizzate per prelievi fraudolenti, che agiva principalmente nel centro Italia, spostandosi tra il capoluogo dorico e Roma.
Diversi furti di bancomat, prelievi di grosse somme di denaro all’insaputa dei malcapitati, acquisti di costosi smartphone eseguiti in diversi centri commerciali, un tenore di vita ben al di sopra delle loro possibilità, a scapito di persone anziane che raggiravano con il trucco “della banconota caduta a terra”: è questo quanto emerso dalle attività di indagine svolte dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile e dalla Stazione di Ancona Centro. La banda era specializzata a carpire i codici delle carte al supermercato o al bancomat e, successivamente a distrarre le anziane vittime per impossessarsi della carta e ripulire il conto. In una circostanza, nel giro di poche ore, i tre erano riusciti ad intascare circa 17mila euro.
Da Ancona, poi si sono diretti nella Capitale per proseguire nell’attività illecita ma estremamente redditizia: nel frattempo però, gli uomini dell’Arma di Ancona li avevano già individuati, avviando le attività di osservazione e pedinamento che hanno consentito di coglierli con le “mani nel sacco”.
Ed è così che per i tre rumeni, una 39enne e due uomini di 34 e 28 anni, si sono aperte le porte del carcere. Dovranno rispondere di furto aggravato, ricettazione, indebito utilizzo di carte di credito/pagamento: la donna è stata anche trovata in possesso di un documento di identità risultato falsificato, reato che le è valso l’arresto in flagranza.
Tutto ha avuto inizio lo scorso 2 novembre quando una coppia di anziani coniugi anconetani si è recata presso la caserma di Via Piave per denunciare una frode informatica in quanto dal proprio conto corrente erano spariti oltre 14mila euro. Da subito i militari avevano chiesto alla coppia di verificare l’effettivo possesso delle rispettive carte bancomat e, solo allora, la 78enne aveva realizzato di essere stata vittima di un furto. Ripensando a quanto le fosse accaduto nei giorni precedenti, la signora aveva ipotizzato di poter essere stata raggirata al supermercato. I militari hanno così ricostruito dettagliatamente le circostanze attraverso le quali il furto e i successivi prelievi e acquisti indebiti hanno avuto luogo, anche attraverso l’acquisizione dei filmati degli esercizi commerciali interessati alla vicenda. Nel frattempo altre due vittime sono ricorse ai carabinieri denunciando di aver subito lo stesso reato in modalità simili.
Il cerchio si è subito stretto attorno alla banda.
Il modus operandi era il sempre lo stesso: dopo essere riusciti a riprendere con un cellulare il codice della carta utilizzata dalla vittima per un pagamento ad un supermercato o mentre ritirava denaro presso uno sportello bancomat, un componente della banda distraeva l’anziana gettando a terra una banconota da 20 euro e, mentre la invitava a raccoglierla, approfittando della situazione creata un altro componente con destrezza riusciva a sfilarle la carta bancomat dal portafogli.
Grazie agli elementi investigativi raccolti dalla denuncia delle vittime, i carabinieri sono riusciti ad individuare i malfattori, e con l’incrocio dei dati rilevabili dalle telecamere di sorveglianza della città, anche di individuare l’auto da loro utilizzata per gli spostamenti, che hanno portato i carabinieri a seguirli sino a Roma. Qui, con l’ausilio dei militari del Nucleo Radiomobile Carabinieri di Roma, si è deciso di intervenire prima che prelevassero soldi dalla cassa bancomat, tramite una carta bancomat furtivamente sottratta poco prima ad un anziano, peraltro, appena uscito da un ospedale. I tre sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto, mentre la donna 39nne è stata anche arrestata in flagranza perché trovata in possesso di un documento di identità rumeno risultato contraffatto. Il Gip di Roma, nella giornata di ieri, ha convalidato i fermi e tenendo conto della pericolosità sociale dei tre, ne ha disposto la custodia in carcere.