“Vivi di sogni” è il titolo del nuovo libro di Cinzia Perrone, scrittrice partenopea di nascita che dal 2008 vive a Jesi, nelle Marche, in provincia di Ancona, dove attualmente vive con il marito e la figlia di quattordici anni. Ha trovato la sua dimensione nella scrittura, antica passione mai sopita e, con quest’ultimo romanzo, torna ad un suo modello da sempre preferito: il romanzo di formazione.
La vicenda narrata nel libro è quella che vede protagonista un ragazzo, Luca, e il suo percorso verso l’età adulta negli anni cruciali dell’adolescenza. Naturalmente si inserisce nella storia, una vasta gamma di personaggi facenti parte della sua realtà familiare. Attraverso la storia del protagonista e dei suoi personaggi satelliti, il romanzo si prefigge l’ambizioso obiettivo di portare il messaggio di non smettere mai di credere in se stessi e di tenersi saldamente aggrappati ai propri sogni.
Intervista all’autrice:
- Bentrovata Cinzia. “Vivi di sogni” è il titolo del tuo nuovo romanzo che appare come un’esortazione a realizzare i propri desideri. Nel rimanere aggrappati ai propri sogni, tuttavia, c’è il pericolo di creare castelli in aria e rimanere delusi. Qual è un buon metodo per educare al sogno?
Innanzitutto grazie di avermi accolto nel tuo salottino virtuale. Bella domanda che mi fai…Certo, se si sogna troppo in grande si rischia di schiantarsi, come accadde ad Icaro. Ma la parola sogni, usata nel titolo del libro anche come una sorta di richiamo affascinante per il lettore, deve essere interpretata come aspirazione, come ragione di quel che si vuole diventare, non nella pura e semplice aspettativa o nel traguardo; spesso il viaggio è molto più importante della meta, non so se ho reso l’idea. Infatti non è poco comune l’accezione negativa che appunto si dà alla parola sogni, come ad indicare qualcosa di frivolo, poco pratico e aderente alla realtà. Il libro pone proprio l’accento sul fatto di quanto ciò possa essere sbagliato specie nei confronti delle giovani generazioni, per le quali i sogni rappresentano uno stimolo naturale al loro processo di crescita.
- Nel libro si parla di adolescenza, età dei dubbi e della ribellione. Quali sono le principali difficoltà o, meglio, le prove che Luca, il protagonista, ha dovuto affrontare?
L’adolescenza per definizione è un periodo problematico nel corso della nostra vita e noi adulti abbiamo il dovere di non sminuirlo solo per il fatto di averlo superato. Le difficoltà sono sempre in agguato e vanno affrontate insieme, a volte con leggerezza, ma mai sminuendo la loro importanza. Luca, nello specifico, dovrà affrontare verità non dette per proteggerlo e grazie proprio a questa grande complicità di coloro che lo circondano, ne verrà fuori vittorioso. C’è altro, ma meglio non rivelare troppo, non credi?
- “Costruire, anziché demolire, questo potrebbe essere il suo motto.” In questa frase-simbolo del libro hai usato due terminologie che appartengono all’architettura. Quali sono i criteri praticati dal protagonista per progettare la propria esistenza?
Visto che hai tirato in ballo l’architettura, ti rispondo da profana, che credo proprio che la pratica della demolizione alla fine rappresenti una sorta di fallimento, talvolta inevitabile; come hai ben ricordata io sono napoletana anche se vivo nelle Marche dal 2001, e quest’immagine evoca nella mia mente un grande fallimento architettonico, non facile da comprendere e dove non basterebbero pagine per provare solo a capire che cosa non ha funzionato; avrai capito che sto parlando delle famose “Vele” di Scampia. Ritornando al romanzo, scusami per la digressione ma volevo proprio far capire come il termine demolire in certi casi rappresenti una resa; senti come suona bene il termine, sempre usato in architettura, “riconvertire”. È improntato sempre a un’opera ricostruttiva, ma talvolta non si può più neanche riconvertire e il crash sembra l’unica soluzione; è il caso limite narrato nel mio libro. Luca invece rappresenta la saggezza e la moderazione, passa all’azione ma non dimentica il pensiero che deve esserci dietro ogni mossa. La vita è un’eterna dualità, un bilanciamento continuo di elementi.
- Intorno a Luca ruotano tanti protagonisti che saranno decisivi per la sua crescita interiore. Quale di loro ti ha coinvolto emotivamente e a quale sei più affezionata?
Li ho amati tutti, non saprei scegliere; ognuno di loro rappresenta una parte di me. Il padre, lo zio, il cugino offrono a Luca quel conforto e quella solidarietà maschile che aimè spesso manca tra noi donne; la zia, la cuginetta, Teresa, Marcella e in qualche modo lo stesso ricordo di sua madre, offrono a Luca dei punti di riferimento importanti. Il messaggio è che la famiglia rappresenta sempre una parte importante nella nostra vita.
- Dove è ambientato il libro?
Il libro ha più ambientazione. Oltre che un viaggio metaforico di vita, forse lo è anche geograficamente e questo può essere ricollegato al fatto che anch’io nella mia vita ho vissuto molti trasferimenti, Anche quelli rappresentano una prova e una sfida. Provo a farti un excursus velocissimo: la vicenda ha inizio a Roma, quasi subito c’è un trasferimento nella provincia di Latina e alla fine ritroveremo Luca a Jesi dove io vivo attualmente. Potrebbe essere la mia personale parabola geografica. Poi ci sono location di vacanza, di lavoro, di studio…
- Vivi di sogni è un romanzo di formazione. Lo hai dedicato a qualcuno in particolare?
L’ho dedicato proprio a mia figlia adolescente. Diciamo che ho provato ad esorcizzare le criticità di quest’età che sto vivendo sulla mia pelle. Oltre alla storia, pienamente realistica e piacevole, magari il romanzo potrà offrire spunti di riflessioni ad adulti che come me hanno un adolescente vicino o lo hanno avuto. Credo possa essere una lettura consigliabile anche per gli stessi ragazzi, che si immedesimeranno con i protagonisti più giovani, non solo apprezzando la storia in se stessa, ma anche traendone lezione, e perché no, magari una sorta di strategia.
– Nikla Cingolani
Cinzia Perrone è nata a Napoli nel giugno del 1973. Laureata in Giurisprudenza. Ha pubblicato ad aprile 2007 il suo romanzo di esordio con la Montedit editore, “Mai via da te”, e successivamente una silloge poetica nella collana Adeef di Eracle edizioni, dal titolo “Capelli al vento”. Sempre nel 2017, nel mese di novembre pubblica il suo secondo romanzo, “L’inatteso” con Del Bucchia Editore. Nel 2018 pubblica con la Lfa pubblisher una raccolta di racconti e poesie dal titolo “Annotazioni a margine”, dove trovano spazio anche alcuni riflessioni personali. Un ruolo importante nella sua vita è svolto anche dal volontariato, infatti è socia-donatrice dell’Avis di Jesi, facendosi portatrice, insieme ad un gruppo di altri soci-collaboratori, del messaggio di solidarietà insito nella donazione del sangue, attraverso una campagna divulgativa nelle scuole. Fa parte della sua vita anche un caro amico peloso, un meticcio di taglia media, 12 kg di coccole e tenerezza. Il legame con la sua terra continua ad essere molto forte e talvolta traspare dai versi delle sue poesie, qualcuna anche in lingua napoletana, ma anche dalle stesse ambientazioni e scenografie dei suoi romanzi.