“L’approvazione della mozione a firma del consigliere Pd e Presidente della Prima Commissione, Francesco Giacinti, che chiede l’introduzione di una imposta progressiva sulla ricchezza segna inesorabilmente la linea politica di questo Pd.
La richiesta della introduzione di una patrimoniale sulla ricchezza non è una iniziativa isolata di un consigliere temerario, ma la presa di posizione di tutto un partito che l’ha appoggiata in sede di votazione, decretandone la validità.
La testimonianza della confusione totale di un Pd che, da un lato cerca di nascondere agli imprenditori e ai tanti marchigiani che hanno fatto la fortuna di questa regione, attraverso il lavoro e producendo occupazione, la chiara volontà di colpirne il patrimonio. Dall’altro lato si compattano nell’intento di recuperare una verginità di valori (e di voti) dall’elettorato di sinistra, avviando una assurda campagna di demonizzazione della ricchezza. Elettorato che, però, ormai dai tempi di Renzi, ne ha capito le reali intenzioni e conseguentemente li ha abbandonati.
Questo il commento dello stesso Francesco Giacinti:
Non posso che esprimere soddisfazione per l’approvazione della mozione n. 620 da parte del Consiglio regionale delle Marche avvenuta questa mattina, una proposta che porta la mia firma e di cui vado particolarmente fiero, tanto da voler quasi considerare il provvedimento stesso un manifesto politico in grado di riportare al centro della discussione l’uguaglianza sociale.
La situazione degli ultimi mesi ha reso ancor più evidente l’urgenza del dover rivedere criticità già note che vanno dalla bassa crescita economica al ritardo nello sviluppo e nell’aggiornamento delle infrastrutture e dei servizi, criticità che negl’anni hanno reso insostenibili le disuguaglianze socio-economiche legate alla distribuzione dei redditi.
Un appello quello fatto oggi, frutto di impegno e lavoro portato avanti negl’ultimi mesi (sin da prima della pandemia), dove tutti siamo chiamati con impegno e responsabilità a fare del nostro, un onere dovuto alle prossime generazioni per assicurare un futuro migliore a chi verrà dopo di noi.
E questo il testo della mozione:
Mozione n. 620 presentata in data 6 marzo 2020 a iniziativa del Consigliere Giacinti “Nuovo patto sociale”
L’ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELLE MARCHE
Premesso che:
in una situazione di incertezza del contesto economico a livello globale, in Italia assistiamo anche al perdurare di un basso ritmo di crescita economica, costantemente inferiore rispetto all’Eurozona, con stagnazione dei consumi e scarsità di investimenti sia pubblici che privati ed aumento del numero delle persone a rischio di povertà;
le rapidissime innovazioni tecnologiche che hanno rivoluzionato i processi produttivi,la richiesta di nuove professionalità nel settore dei servizi, la sostanziale spinta verso la terziarizzazione dell’economia, la globalizzazione dei mercati hanno reso necessario e urgente un tempestivo adeguamento da parte delle imprese ai nuovi assetti economici. Purtroppo le piccole imprese -che costituiscono la gran parte del tessuto economico del nostro Paese ed in particolare della nostra Regione -faticano, anche per la loro stessa struttura e dimensione, ad adattarsi a questi cambiamenti, a spostare la loro competitività dal prezzo alla qualità, a proporsi e cercare nuovi mercati, ad offrire nuovi servizi collegati ai prodotti: tutti cambiamenti che richiedono sostanziosi investimenti in ricerca, organizzazione, innovazione di materie e di prodotti;
dolorosa conseguenza di queste difficoltà nella crescita economica è stato un vertiginoso aumento della disoccupazione e della chiusura di molte imprese al quale negli scorsi anni si è cercato di rispondere anche attraverso innovazioni legislative in materia di lavoro ed agevolazioni per le nuove iniziative produttive. Una ripresa dell’occupazione c’è stata soprattutto nella nostra Regione, ma spesso è costituita da lavoro dipendente sempre più precario, discontinuo, a tempo parziale e poco pagato. In base a recenti elaborazione dei dati INPS da parte dell’Ires Cgil Marche è emerso che nella nostra regione “è cresciuto prepotentemente il lavoro povero”tanto che un quarto dei lavoratori percepisce un salario con il quale comunque vive al di sotto della soglia di povertà relativa;
sul fronte degli investimenti va detto che le opere infrastrutturali come strade, ferrovie, porti, aeroporti, reti di telecomunicazioni e reti digitali rappresentano oggigiorno, nel contesto di un’economia sempre più globalizzata, un elemento fondamentale: collegamenti efficienti permettono un incremento degli scambi sia materiali che immateriali e quindi un’organizzazione delle risorse umane e della produzione più funzionale ed efficace. Sebbene, nel contesto dell’Unione Europea, l’Italia partecipi all’aggiornamento continuo e all’ampliamento della rete infrastrutturale (ricordiamo a titolo esemplificativo i fondi che la UE sta dedicando agli investimenti per la connettività digitale e la rete TEN-T costituita dai corridoi stradali e ferroviari che collegano le principali aree urbane europee con porti e aeroporti), il nostro Paese registra un ritardo nello sviluppo e nell’aggiornamento di dette infrastrutture che aggrava le difficoltà di ripresa del sistema socio-economico;
i vincolieuropei sulla riduzione del debito pubblico, inoltre, costringono da tempo il Governo a manovre finanziarie sempre più modeste dal punto di vista della spesa pubblica che mal si conciliano con le crescenti ed evidenti necessità di interventi nel welfare, nel sostegno delle attività produttive, negli investimenti in opere pubbliche e nell’ammodernamento delle infrastrutture con particolare attenzione alla compatibilità ambientale. Tema, quest’ultimo, non più rinviabile alla luce non solo di esigenze legate alla salvaguardia della qualità primaria della vita del pianeta, ma anche per la grandissima opportunità che esso rappresenta in veste di opportunità. A titolo esemplificativo la Germania ha recentemente varato un piano d’investimento di 300 miliardi di euro in 10 anni nel settore delle politiche ambientali;
la complessità del contesto evidenzia le difficoltà che il nostro Paese sta vivendo, laddove per Paese deve intendersi l’insieme delle categorie rappresentative di tutta la società: dai pensionati ai lavoratori di tutti i settori, ma anche dalle imprese più piccole fino alle più grandi poiché non deve perdersi di vista che il livello di occupazione e quindi le condizioni socio-economiche di gran parte della popolazione sono strettamente dipendenti dalla vitalità e dalla salute delle imprese e dalla capacità del sistema economico complessivo di adattarsi ai cambiamenti;
da ultimo, ma solo temporalmente, la rapida diffusione del virus denominato Covid –19 e l’incerta evoluzione e quantificazione del suo impatto non solo in Italia ma nel resto del pianeta e non esclusivamente in termini sanitari ma anche economici e sociali porterà conseguenze molto pesanti sui bilanci dello Stato, delle istituzioni pubbliche e delle imprese private ed innegabilmente su quelli delle famiglie;
Preso atto che:
si è consolidata negli anni scorsi, in particolare nel nostro Paese, la disuguaglianza nella distribuzione dei redditi. In base a dati del 2018 -elaborati recentemente da EUROSTAT -in Italia il 20% della popolazione con redditi più alti ha a disposizione entrate per sei volte superiori a quelle del 20% meno abbiente. Questa forbice è aumentata nel 2018 (anche se è più ridotta rispetto ai massimi raggiunti nel 2016); inoltre fra gli Stati più popolosi siamo quello che registra la disuguaglianza più marcata. In particolare il divario di reddito fra il quintile più ricco e quello più povero è più marcato nelle fasce di popolazione più giovani (fra gli ultrasessantacinquenni si registra un rapporto del 4,86 mentre fra gli under-sessantacinque il rapporto è di 6,55 volte);
in Italia l’1% più ricco detiene la stessa ricchezza del 70% della popolazione con una disuguaglianza cresciuta in 20 anni del 7,6%,
nel pianeta, l’1% più ricco, sotto il profilo patrimoniale, deteneva a metà 2019 più del doppio della ricchezza netta posseduta da 6,9 miliardi di persone. È l’allarme lanciato da Oxfam, organizzazione impegnata nella lotta alle disuguaglianze, in Time to care –Avere cura di noi, pubblicato alla vigilia del meeting annuale delWorld Economic Forum di Davos tenutosi proprio di recente. Il mondo disegnato dalle statistiche è una piramide con una base di 3,8 miliardi di poveri che posseggono l’1% della ricchezza spalmata in briciole mentre 2.153 miliardari detengono la stessa ricchezza di 4 miliardi e mezzo di persone;
inoltre va fatto presente che esiste una notevole differenza nel nostro Paese fra i ritmi di crescita della ricchezza netta immobiliare e finanziaria e dei redditi dichiarati. Da recenti studi (in particolare l’ultimo Global Wealth Report dell’istituto di ricerca di Credit Suisse, basato su dati forniti dalla Banca d’Italia) emerge che l’Italia nell’ultimo ventennio si colloca al primo posto fra le economie occidentali più avanzate nel rapporto tra ricchezza patrimoniale delle famiglie e PIL. Questo, che all’apparenza sembrerebbe un primato di cui andare fieri, nasconde una debolezza del nostro sistema socio-economico nel quale, a fronte della progressiva crescita dei patrimoni privati, si registra una sostanziale stagnazione della nostra economia, confermata dalla modesta crescita del PIL. I patrimoni crescono a ritmi molto più elevati rispetto ai redditi da lavoro e alle pensioni;
emerge anche una costante tendenza dei ricchi a diventare sempre più ricchi, grazie all’accrescimento di patrimoni già posseduti e dei poveri a diventare sempre più poveri, con uno scivolamento in situazioni di marginalità e di povertà da parte di una fascia sempre più ampia della popolazione. Infatti fra i vari dati tendenziali relativi al nuovo millennio spicca il fatto che mentre la ricchezza del 10% più ricco degli italiani è progressivamente aumentata (nel primo semestre 2018 è risultata essere circa il 56% della ricchezza nazionale) quella posseduta dal 50% della popolazione più povera ècostantemente diminuita, scendendo dal 13,1% dell’anno 2000 al 7,85% registrato nel primo semestre del 2018);
per arginare l’aumento delle famiglie a rischio povertà sono stati attivati strumenti nazionali di sostegno al reddito, accompagnati da politicheattive per il lavoro che comunque hanno un carattere transitorio;
persistono forti disuguaglianze nelle condizioni di benessere legate, oltre che alla situazione patrimoniale familiare, alla collocazione territoriale, al livello di istruzione, al genere e alle generazioni;
in particolare, i giovani risultano ancora ampiamente sfavoriti sul mercato del lavoro e in termini di benessere economico, e si trovano più frequentemente in situazioni di povertà assoluta, condizione che testimonia il fallimento dellanostra società nell’assicurare un passaggio generazionale giusto ed equo;
Richiamato l’articolo 53 della Costituzione Italiana:“1) Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.2) Il sistema tributarioè informato a criteri di progressività”.
Ritenuto necessario:
prendere atto che le difficoltà di inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, la conseguente impossibilità di creare ricchezza, il divario di redditi fra giovani ricchi e giovani poveri (più forte rispetto alle fasce di popolazione adulte) aggrava l’ingiustizia sociale, tradisce il principio di uguaglianza delle opportunità, accentua il rischio di insostenibilità del sistema previdenziale nel medio termine e alla lunga compromette il futuro della Nazione;
tornare a perseguire politiche attive di investimento pubblico non solo per gli immediati risvolti in termini economici e di miglioramento delle condizioni di vita della popolazione, ma anche per la necessità di colmare un gap infrastrutturale generale se riferito ad altri Paesi europei e specifico se lo riferiamo in certi casi ad alcuni territori del Paese ed anche della stessa regione Marche;
responsabilizzare e sensibilizzare i cittadini verso la necessità stringente di una crescita socio-economica anche attraverso un impiego della propria ricchezzain modo che, stimolando la crescita del PIL, si favorisca un aumentodella ricchezza complessiva del Paese;
impostare delle politiche fiscali che vadano verso la direzione di una redistribuzionedi ricchezza e di reddito attraverso la quale contrastare il continuo divaricarsi della forbice: ricchi-poveri;
IMPEGNAla Giunta regionale:
a farsi promotrice nelle sedi istituzionali nazionali della necessità di un “nuovo patto sociale” che vada nella direzione di ideare e realizzare un forte e straordinario impegno collettivo per affrontare la situazione di estrema difficoltà che il nostro Paese sta vivendo dal punto di vista economico e produttivo, lavorativo, sociale e previdenziale e che potrebbe drammaticamente aggravarsi all’esito dell’evoluzione della crisiepidemiologica sopra richiamata;
a motivare e promuovere lo straordinario impegno collettivo come impegno decisivo sia nella direzione di abbassare il debito pubblico, per ridurre la sua influenza negativa, che, soprattutto, per perseguire politiche espansionistiche finalizzate ad un impatto di grande portata sul sistema;
a promuovere e sostenere, conseguentemente, politiche incentrate sulla ripresa degli investimenti pubblici, in particolare incampo ambientale e nella manutenzione delle infrastrutture esistenti;
a valutare, nella suesposta direzione, la possibilità di sostenere un intervento normativo una tantum per l’introduzione di un’imposta progressiva straordinaria sulla ricchezza netta mobiliare ed immobiliare che comunque, a tutela dei piccoli risparmiatori e dei patrimoni minori, escluda la tassazione di un individuato ammontare di proprietà mobiliari e immobiliari
21 commenti
Tra poco ci sono le elezioni (a Dio piacendo) e questi marxisti debbono scomparire dalla faccia della terra.
RICORDIAMOCI MARCHIGIANI!!!!
Ma ‘sta gente, per poter avallare la distribuzione di elargizioni gratuite a destra e a manca ora ha pensato ad una patrimoniale che, bene o male colpirà tutti?
Ma dove ce l’avete il buon senso, sotto i piedi?
Il nostro Luca Marconi che ne dice?
VERGOGNATEVI!!!
Alessandro…..sparirai prima tu! E….sciacquati la bocca quando parli Marx, uno non proprio come te . Marx fu: filosofo,storico,politologo,economista,sociologo,giornalista,politico.
Tu hai un solo titolo, marchigiano…è un po pochino.
Caro Alexander la Sua ignoranza (tipica del marchigiano comunista) scivola sul piano inclinato della mia indifferenza senza creare alcuna forma di attrito.
PS
la prossima volta con copia di sana pianta notizie trovate su Wikipedia!
Rischia di fare brutte figure.
Finalmente la strada dell’equita’
Vuoi mettere il clima politico pre 1789!?
Un’alluvione di considerazioni e di premesse che non c’entrano una beata mazza, messe insieme solo per tentare di giustificare un provvedimento di cui da tempo si parla e che il PD NAZIONALE HA SEMPRE NEGATO DI VOLERE. Adesso, che dopo tante promesse di soldi a tanti il governo si trova con le pezze al c…., si usa la tattica della mozione di un Consiglio regionale per arrivare a quella IMPOSTA PATRIMONIALE che colpirà “equamente” tutti. Piuttosto, “compagno” Giacinti, a parte i momenti di notorietà che adesso avrà con la sua iniziativa, perchè non propone di rivedere gli impegni presi dal suo “compagno” Ceriscioli a proposito dell’ospedale messo in piedi alla fiera di Civitanova insieme a Bertolaso? Quanto costa alla Regione adesso che è vuoto?
Giacinti, prepari le valigie insieme ai suoi “compagni” e si trovi un lavoro, se non lo ha!
Non è in questo modo che si eliminano le disparità. Occorre avere un quadro generale della situazione e questa maggioranza (e la minoranza?) non ce l’ha.
Avendo chiaro a tutti, anche a questo consigliere, quali sono le difficoltà che dobbiamo affrontare, non è che questo Giacinti si interroga sulle cause e di conseguenza, dalla sua posizione politica, lancia delle soluzioni ad esse, ma cerca di appiccicare delle toppe non mettendo minimamente in discussione il perché siamo arrivati a questo punto ma fa apparire il tutto come un percorso naturale e inarrestabile…… O pezzo di un consigliere regionale liberista fino al midollo…….ti paghiamo per risolvere i nostri problemi e non per nascondere la polvere sotto al tappeto. Speriamo che alla prossima legislatura entri in consiglio regionale qualcuno con palle e competenza.
Tutti speriamo che alla prossima legislatura entri in consiglio regionale qualcuno con palle e competenza.
Di certo non sarà un vostro rappresentante.
Questa proposta ha il grande pregio di chiarire le posizioni delle varie parti politiche. Come sempre il PD è il partito delle tasse, oltre che il partito dei giudici. Il consigliere regionale Giacinti si ricorda che gli immobili, terreni e fabbricati, pagano già una patriminiale salatissima che è l’IMU? Che a Recanati l’IMU (ridotta al 50%) si paga anche sugli immobili resi inagibili dal sisma 2016? Sulle reti nazionali il presidente Conte parla come babbo Natale, finanziamenti per tutti, ripartenza, riforme di Giustizia, Burocrazia, diminuzione del carico fiscale e via dicendo e poi nel concreto quotidiano siamo già stati dissanguati dall’IMU lo scorso 16 giugno e peggiori notizie ci attendono.
A me pare rilevante che,patrimoniale o non patrimoniale,la progressività,se si è in grado di capirne il vero significato,della quale parla la nostra Costituzione oggi è una presa in giro.Discorso a parte,non meno importante,è l’uso che si riesce a fare del gettito,nel quale mi pare si possa dire che davvero pochi,di qualsiasi estrazione politica,hanno fornito prove eclatanti.Siamo agli sgoccioli per imparare a guardare in faccia i problemi con sano realismo e con il punto fisso del vero interesse comunitario.
Tradotto in parole povere?
Perchè secondo voi l’IMU non è già una patrimoniale?????? Chi possiede casa o case non ce la fa a pagare e vogliamo aumentare????? Ma in che paese siamo????? Penso che Putin sia più lungimirante!!!!
Di chi?
a me non risulta che il patrimonio sia soltanto la casa,che,con ogni probabilità,ne rappresenta il cespite minore,tanto che nella maggior parte dei casi,è esente.La forbice,della quale parla la mozione,ingiustificabile,non può venir rappresentata dalla casa,nemmeno fossero migliaia le ville Torlonia.
Concordo con la signora Dalla Casapiccola
A mo’di discorso conclusivo sostengo la tesi che in presenza di un’imposizione fiscale giusta e progressiva in termini reali e con l’eliminazione dell’evasione,innegabile e massiccia,si darebbe vita ad un ben significativo abbattimento del prelievo.E’ una prospettiva davvero irrealizzabile? Basterebbe entrare,finalmente,nella modernità.
No, basterebbe entrare nelle famiglie per capire di cosa veramente c’è bisogno. La “politica”, se così la vogliamo chiamare quella rappresentata dal Giacinti, invece si preoccupa di aumentare le entrate nelle proprie casse, in maniera da continuare con le sue manovre assistenzialiste, che in realtà altro non sono che VOTO DI SCAMBIO: tu dai un voto a me e io do un contributo a te (es. campo da calcetto nuovo, illuminazione pubblica davanti casa, soldi per la mostra fotografica, alabero di Natale avveniristico ecc.).
Incomprensibile, come al solito.
Giacinti dimostra la grande capacità del PD e del centrosinistra tutto di PERDERE LE ELEZIONI.
cosa vi aspettate dalla sinistra solo tasse