Nella mattinata del 24 aprile si è svolta una riunione in call conference cha ha coinvolto parte dei gestori di bar, ristoranti e locali delle Marche, al termine della quale è nato un folto gruppo che racchiude ormai più di cento operatori del settore.

Dal confronto nato sono emersi vari spunti di riflessione e criticità legati all’ emergenza covid-19 e all’ impatto che ha avuto e che avrà sul nostro lavoro, queste le nostre richieste:
1) Intervento sugli affitti e le quote di fitto di ramo d’ azienda tramite un credito d’ imposta concesso ai locatori degli immobili e non ai locatari
2) Mantenimento della cig e sussidio inps per le partite IVA almeno fino al 31/12
3) Congelamento di tutte le tasse fino a gennaio 2021 e successivo pagamento rateizzato, oltre alla soppressione delle accise sulle utenze di luce, acqua e gas. Annullamento della Tari e della Tosap dei periodi riferiti alla sospensione delle attività
4) Stanziamento di risorse a fondo perduto per la ripresa delle attività e pressione sugli istituti di credito affinché recepiscano le direttive sulla sospensione di mutui e prestiti e sull’ erogazione del prestito garantito dal Fondo di Garanzia statale.
5) Chiarezza e fattibilità riguardo le misure di sicurezza e contenimento del contagio, sostegno per le spese relative all’ adeguamento per garantire il rispetto delle future normative, sollevazione dalla responsabilità dei gestori che non possono improvvisarsi “ sceriffi “.

Al momento non siamo nella condizione di riprendere la nostra attività devastata dall’ emergenza covid-19 e, qualora le nostre istanze non dovessero essere accolte, rinunceremmo alla quasi totalità del nostro fatturato, decretando la chiusura di moltissime attività con conseguente distruttivo impatto sociale.

BARISTI E RISTORATORI UNITI DELLE MARCHE

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4 commenti

  1. Si chiedono agevolazioni e sussidi, a prescindere da tutto e cercando di far passare luoghi comuni come quello degli affitti. Nessun barista, nessun ristoratore esercita in locali di sua proprietà, specie quando si tratta di attività che da generazioni sono in capo alla stessa famiglia? Poco credibile.

  2. Lo sport più praticato ora in Italia è il campare a sbafo. Bar e ristoranti hanno avuto una perdita secca, inaspettata e finora non si parla nemmeno di abolizione di imposte e tasse ma solo di rinvio. Invece i percettori del reddito di cittadinanza a cui magari si sommano i buoni spesa e i futuri rem et similia non hanno spese fisse e magari mutui contratti per iniziare una attività, hanno tutti i diritti e nessun dovere. Men che meno quello di andare a lavorare nei settori che hanno necessità di manodopera, come ad esempio l’agricoltura.

  3. Invece di mantenere gente a fare nulla si riaprano i cantieri delle opere pubbliche. Il Ponte Morandi insegna. L’Italia casca a pezzi per mancanza di manutenzioni alle strade, ai boschi, alle scuole, ai corsi d’acqua e intanto manteniamo gente a girarsi i pollici sul divano oppure, peggio, a fare lavoro nero. Invece chi ha una attività e non ha potuto lavorare, e aspetta solo di poter riaprire, è accusato di fare il piagnisteo.

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