Era una tranquilla giornata di ottobre 2023, sotto il Colle dell’Infinito, quando apparve il misterioso sacco nero. Un’apparizione degna di un film di fantascienza o forse un progetto scolastico andato terribilmente storto? Macché. Si trattava del “totem informativo” del progetto “A spasso nell’Infinito”, un’iniziativa così poetica che persino Leopardi si sarebbe fermato a riflettere con un malinconico “Che cosa diavolo?”.
L’ottimismo: il motore delle promesse
Rita Soccio, l’allora assessore alla cultura, annunciò con fervore: “È un’opera incompiuta, ma fidatevi: una volta terminata sarà un fiore all’occhiello per Recanati!”. Certo, un po’ come quei lavoretti di bricolage che iniziamo con entusiasmo e lasciamo a metà perché… beh, la vita è dura.
Nel frattempo, il progetto, dal valore monstre di 420 mila euro, si appoggiava alle generose donazioni dell’Art Bonus. Risultato? Dodici benefattori per un totale di 12.215 euro. Insomma, mancavano giusto un paio di spiccioli per far quadrare i conti.
Il grande debutto (in compensato)
Febbraio 2024: il “totem” viene finalmente rivelato al pubblico! O meglio, inscatolato in un box bianco di compensato. Più che un monumento all’infinito, sembrava un trasloco maldestro. Ma non disperate, la svolta epica arriva all’inizio dell’estate, con lo svelamento ufficiale: “Ecco il Totem dell’Infinito!”. Foto, selfie, post su Instagram… un momento di gloria per i social media.
E il vento spazzò via i sogni
Purtroppo, il totem era dotato di un talento speciale: crollare al primo alito di vento. Nemmeno una raffica decisa, bastava una brezza marina per farlo cadere come il castello di carte che rappresentava. E così, l’eroico totem è finito a giacere abbandonato, ridotto a un triste scheletro metallico, perfetto per un set di Mad Max.
Morale della favola
Ora, tra le erbacce e i sussurri delle visite turistiche, il totem silente ci racconta una storia di sprechi e ingenuità. Forse Leopardi ne avrebbe tratto una lirica struggente: “Sempre caro mi fu questo totem che crolla…”.