Pochi si ricorderanno che il nome originario del Circolo Arci La Serra di Recanati in realtà è “Utòpia”. Così avevamo immaginato quello spazio noi fondatori tanti anni fa, come un luogo dove rendere concreto l’impossibile.
Rimboccandoci le maniche abbiamo risistemato uno spazio fatiscente affrontando spese che sembravano insostenibili per un gruppo di ragazzi tanto che a distanza di tanti anni conservo un ricordo dolcissimo ed allo stesso tempo custodisco una riconoscenza illimitata verso i carpentieri Benito D’Amico e Aquilino Menghini che hanno voluto e saputo credere in noi.
Ma tanta parte di Recanati in realtà ci ha regalato la propria fiducia, affollando le serate sempre ricche di proposte diverse e di iniziative culturali di ogni genere. Una presenza che ci ha permesso di saldare ogni onere economico ed allo stesso tempo ha fatto sentire ancora più proprio quello spazio a tutti i frequentatori e associati. Quante amicizie, quante idee, quanti solidi legami e quanti amori sono nati in quell’angolo magico della nostra città. Generazione dopo generazione il Circolo ha saputo rinnovarsi mantenendo il suo spirito aggregativo e la sua vocazione culturale, con iniziative anche di altissimo spessore.
Se mi abbandono ai ricordi legati al Circolo torno immediatamente agli anni Novanta, quando ero Presidente e vedo sfilare davanti a me Jack Hirscman, Eugenio Melandri, Diego De Silva, Sergio Culicchia, Costantino Cinaski e sento cantare e suonare Vinicio Capossela e gli Urban Groove. Una vera utopìa vissuta in un luogo che si chiamava Utòpia. Io sono stato eletto presidente dopo Gianfilippo Simoni e mio vice presidente era Giacomo Galassi, mentre tra i consiglieri e sempre attivissimo c’era Massimiliano Politi, successivamente presidente anche lui.
Un’intera generazione politica è nata all’Arci e ancora oggi è attiva a livello sociale e di comunità. Una risorsa inestimabile ed un modello da imitare ed esibire a vanto da parte di ogni amministrazione recanatese verso le altre di differenti Comuni. Eppure in queste ore leggo notizie allarmanti di messa in discussione della stessa esistenza del Circolo misconoscendo totalmente la sua funzione sociale e culturale, nonché tutta la sua gloriosa storia.
Non scherziamo! Apriamo un dialogo se necessario, ma l’Arci, anche se oggi non lo chiamano più Utòpia, comunque non si tocca, non si chiude e non si sposta!
9 commenti
Assolutamente d’accordo con il prof.Andre Marinelli
ho attraversato le soglie di Utopia nel lontano inverno del 1996 per la prima volta! suonavano i “the barboun’s drinkers” con uno strepitoso Giordano Di Gregorio alla chitarra (mancina) uno strepitoso Michele Lelli alla batteria e un’ eclettico poderoso bassista (Alessandro Nardi) ……serata indimenticabile 🥰
… è arrivato colui che comunica solamente attraverso i “diktat” di chiara origine e scuola sovietica!!! Ma chi ti credi di essere?!?!? Vai a condurre la transumanza di quel gregge Arci-rosso che ne hanno bisogno!!!
è proprio vero che la mamma dei cretini è sempre incinta
questo discorre tutti i giorni, una camomilla te ce vole a te e al Piddi capisci tutto te aha aha aha quanto rosichi oh
complimenti per il suo altissimo livello di dialettica.
Lei vada a cercare un po d’istruzione in giro, si vede che le pecore le danno alla testa.
Per anni non abbiamo reagito agli innumerevoli articoli e servizi diffamatori di Radioerre contro di noi perché eravamo convinti che la risposta migliore risiedesse esclusivamente nel nostro operato, ormai però è da troppo tempo che l’”affair dell’hotel Ginestra” oscura le nostre attività, quindi, basta!!
Partiamo dall’ultimo articolo pubblicato, leggendolo, sembra che il sindaco sia intervenuto durante un rave party: in verità, è stato proprio lui a constatare che il volume non disturbasse per nulla, e si è fermato a parlare con i responsabili in tutta tranquillità. Perché, quindi, Radioerre si ostina a lasciare intendere cose non vere? Inoltre, ribadiamo (anche perché RadioErre, questo, non lo comunica mai) che abbiamo adottato tutte le misure a nostra disposizione, e con i limiti economici che abbiamo (essendo un’associazione), per attutire il suono, e abbiamo più volte incontrato il proprietario del Ginestra, in pieno spirito collaborativo e dialogante, per cercare una via pacifica di conciliazione; certo non abbiamo trovato finora un terreno comune, non per mancanza di tentativi, ma perché questa persona si arrocca in una posizione traducibile in “Io lavoro, voi giocate e mi disturbate”. Siccome siamo tra adulti, non ci dilunghiamo nell’evidenziare quanto questo ragionamento sia privo di logica, ci limitiamo a porre una domanda retorica: giocavamo anche quando abbiamo organizzato il Wild Things Festival e il suo hotel ha registrato il tutto esaurito? E anche in questo caso è solo uno degli esempi che potremmo fare.
Tra le recensioni dell’Hotel Ginestra non si legge di clienti che si lamentano della musica alta del Circolo Arci, ma è facile dare la colpa all’Arci di tutte le difficoltà che vive l’Hotel.
Al di là del colore di bandiera, una realtà sociale a culturale come La Serra di Recanati, che conta 500 soci attivi e ospita giovani e meno giovani che si incontrano, discutono, si divertono, organizzano attività culturali, presentazioni di libri, laboratori, scuola di lingua, dibattiti, dovrebbe ricevere pieno sostegno dalla comunità civile cittadina e in particolare da Radioerre che, in quanto organo di informazione, questa comunità civile cittadina dovrebbe raccontare in maniera imparziale. La realtà dei fatti dimostra ampiamente, dolorosamente e vergognosamente il contrario. Chissà che un giorno non decidiamo di farci noi due conti, e scoprire se questa opera di disinformazione stia ledendo la nostra reputazione
Ribadiamo che le porte del circolo sono aperte a tutt* per verificare di persona l’importante attività sociale che svolgiamo per il territorio Recanatese.
Eccoli pure pronti alle minacce!!! Fateli pure i vostri due conti, ma sulla vostra stessa reputazione, fra di voi, e non su ciò che gli altri dicono di voi!
Non ci possiamo permettere, come cittadina, di perdere una delle poche realtà che offre stabilmente proposte culturali e ludiche alla gioventù recanatese. Manteniamo quel poco di vita che resta in città, perfavore se ne parli pubblicamente. Piuttosto cambiamo location all’albergo, ce n’è uno molto più grande, in una zona molto più silenziosa, che è chiuso da un po’!