Marco Buccetti: Nei nostri ambulatori abbiamo pazienti che giungono anche quattro volte perché non riescono a prenotare gli esami, persone, anche oncologiche o cardiopatiche, si trovano ad avere annullate le loro visite e a trovare difficoltà per ottenere l’appuntamento per una nuova visita, anche se hanno serie patologie. I pazienti oncologici, poi, per ottenere un farmaco utile per la loro terapia si trovano costretti ad andare a Civitanova perché la farmacia ospedaliera a Recanati è chiusa.
Dicono che ritorneranno i servizi ma la cardiologia non ha ripreso la sua funzionalità. È di ieri la storia di un mio paziente che si è visto rifiutare una visita cardiologica.
Bisogna ricostruire in parte la vecchia struttura ospedaliera per fare rete. Io porto la preoccupazione e il disagio di questi cittadini non solo come medico ma anche come portavoce del comitato Salviamo il Punto di Primo Intervento del Santa Lucia.
Gianfranco Fuselli: Si è parlato tanto di rafforzare la medicina del territorio e poi a noi medici di famiglia non ci danno la possibilità di poter ricoverare un nostro paziente perché siamo costretti a passare per il pronto soccorso.
Non è che ci voleva un genio per capire che tutto quello che era stato bloccato per l’emergenza Covid dovesse automaticamente essere riprogrammato senza costringere la gente a riprendere tutti gli appuntamenti, rifare tutte le impegnative. Prenotazioni che vengono fatte solo con il Cup dove è impossibile telefonare. È una follia.
La medicina di base deve essere più attenzionata con maggiori risorge e senza l’eccessiva burocrazia.
Occorre ampliare i piccoli ospedale perché sono la normale valvola di salvezza per gli ospedali più importanti. Dobbiamo avere, ad esempio, ogni 30/35 mila abitanti una struttura di pronto soccorso vera e seria con medici dedicati e con tre o quattro posti letto utili per stabilizzare il paziente e poi portarlo in una grande struttura. Questa è una gestione seria della medicina territoriale.
Io ho l’impressione che tutti hanno paura del ritorno dell’epidemia a settembre/ottobre ma la vera e propria epidemia sarà quella sociale con un mare di persone che non avrà lavoro o, se lo avrà, sarà ridotto perché le aziende sono chiuse. Sarà una condizione sociale seria ed esplosiva e non vorrei che, con la paura del virus, si richiuda tutto di nuovo per evitare i danni sociali più che quelli sanitari.
Daniele Massaccesi: Il vero problema del PPI è il medico di medicina generale che non è un iper prescrittore e basta perché la possibilità di accedere agli esami di base è necessaria. L’Emilia Romagna ha risolto il problema delle prenotazioni: la prima regola, secondo le linee guida della regione, è di non telefonare di nuovo ma ci pensa l’operatore stesso a contattare i cittadini per fissare la visita rimandata.
Tempo fa, e precisamente nel 1952, 32 cittadini recanatesi, fra agricoltori, muratori, artigiani e professionisti, hanno fondato la Cassa Rurale ed Artigiana di Recanati versando una quota associativa. Ora, indipendente dal colore politico dobbiamo rioccuparci della struttura ospedaliera. Versiamo 100 euro ciascuno per avere servizi nel nostro territorio. Un autofinanziamento per avviare il progetto di nuovi servizi all’interno dell’ospedale, dalla chirurgia alla visita specialista ai piccoli interventi ambulatoria che vengono allestiti affittando dall’Asur i locali. I soci potranno accedere a questi servizi con una tariffa ridotta per prestazione che si avvicina a quella che oggi paghiamo con il ticket e contribuiamo così ad arricchire e potenziare in forma privata il nostro ospedale. Chi sarà disposto ad aderire a questa forma di sottoscrizione? Intanto la proposta è stata lanciata e si è in attesa della risposta dei cittadini. Stabiliamo una data, magari la seconda domenica di luglio, e esponiamo dalla finestra o dal balcone un drappo, una maglietta, magari quella di 6alle6, per dimostrazione l’adesione a questo progetto.
2 commenti
Chissà se Penelope con chi brinderà questa volta…
Penelope…e’ fuggita sul più bello! Se l ‘e’ fatta addosso, appena eletta.