È stata un’intensa serata di musica e poesia quella di ieri sera in occasione dell’Omaggio a Carlos Paredes, concerto che si è svolto nel cortile di Palazzo Venieri di Recanati, spazio incorniciato da un loggiato dell’antico edificio e l’arco-balcone con l’affaccio sull’eccezionale veduta della costa adriatica.
Il cortile, cornice ideale per appuntamenti particolari, in poco tempo si riempie del vociare delle persone in cerca di un posto a sedere mentre l’imbrunire crea un’atmosfera d’attesa.
Accolto da un fragoroso applauso, sul palco rigorosamente essenziale, senza artifici e fronzoli, fa il suo ingresso Marco Poeta musicista recanatese, riconosciuto a livello europeo e considerato un vero fadista dai portoghesi, che non nasconde la sua emozione nel suonare a Recanati, la sua città di cui ricorda alcuni momenti della sua giovinezza. Quindi invita a salire sul palco gli altri musicisti, importanti protagonisti del panorama musicale nazionale e internazionale: Daniele di Bonaventura, marchigiano anch’esso, uno dei più famosi bandoneonisti del momento; Ares Tavolazzi contrabbassista, fondatore del più famoso gruppo progressive Area; Adriano Taborro, musicista recanatese che incanta il pubblico con la sua chitarra acustica. Ad arricchire lo spettacolo sono le letture a cura dell’attore romano Gabriele Parrillo il quale cattura subito l’attenzione con un coinvolgente brano di Fernando Pessoa. Le parole del poeta portoghese ci immergono in un flusso narrativo che anticipa il concerto. Saranno le note tipiche della mano di Daniele Di Bonaventura e il suo bandoneon a fare d’apertura, per poi lasciare spazio all’improvvisazione del contrabbasso di Ares Tavolazzi. Segue l’arpeggio di chitarra acustica di Adriano Taborro che introduce Frustração, il brano bellissimo di Carlos Paredes interpretato da Marco Poeta e la sua guitarra portuguesa, lo strumento principe che in questo concerto costituisce l’alter ego della voce. La bravura del nostro fadista, con i suoi trinados (trilli), è l’evocazione sonora del sentimento della saudade. Ecco il fado “colto” di Coimbra che ci trascina nel sentimento profondo della sua melodia in un crescendo sempre più suggestivo. Di nuovo la poesia con un brano tratto da Il Canto del pane, del poeta armeno Daniel Varujan, un “Leopardi d’oriente” che restituisce un campionario di visioni concrete e reali incastonate in dimensioni mitiche, simboliche e atemporali.
La musica ci spinge nel fado “popolare” di Lisbona con il brano Menor, forma tipica di improvvisazione di antica tradizione, mentre i virtuosismi dei musicisti ciascuno del proprio strumento, inclini a imprimere un aspetto jazzistico ad un repertorio della tradizione, mantengono alta la tensione emotiva del pubblico sempre più entusiasta.
Lo spettacolo termina con la voce dirompente e al contempo, forte, vibrante e decisa di Parillo che seduce di nuovo con Ode alla vita marittima di Pessoa portandoci nel sogno di mari lontani.
Il saluto dei musicisti mi riporta alla realtà. Guardo l’orologio sopra l’arco con la scritta Volat irreparabile tempus per vedere l’ora e capisco che il tempo è letteralmente volato! Tutto è scorso fluido e potente in un cortile strapieno di persone che rumorosamente ringraziano e applaudono per il bis. La serata termina con due stupendi brani musicali e l’omaggio a Leopardi nella meravigliosa performance improvvisata di Parillo ne L’infinito….Quando il vento appena soffiava…(F. Pessoa)
Una serata da ricordare.
-Nikla Cingolani