A Recanati sabato 10 giugno 2023 alle ore 18 si inaugura il progetto PANORAMA IN CORNICE – Percorsi di Land Art e Arbosculture presso l’Agriturirmo Al Crepuscolo di Montefiore delle Sorelle Gabrielloni, titolari del famoso e pluripremiato Frantoio. La pianta da modellare è un olivo donato dall’azienda poiché crede nell’arte e lo considera un investimento. Il progetto nasce da una mia idea per contrastare la possibile costruzione di una discarica nel paesaggio che ha ispirato Giacomo Leopardi, evidenziando con cornici artistiche un punto dove focalizzare lo sguardo per trasformare le meravigliose vedute delle colline marchigiane in “cartoline vive”. L’eco-artista Roberto Viale ha elaborato e definito il progetto con la proposta di opere ecologiche integrate nella natura: le arbosculture.
Raccontaci quando e come nasce il tuo percorso artistico. Come sei diventato scultore? Cosa è stato determinante?
A dire la verità, prima di questa domanda, non avevo mai pensato a come sono diventato scultore. Credo che nel mio caso l’approccio con la materia anche pesante, se vogliamo cavalcare lo stereotipo che lo scultore lavora su materiali pesanti, io lo abbia avuto sin da piccolissimo, e le mie prime foto con martello e cacciavite in mano, lo dimostrano. Sicuramente il contesto in cui sono cresciuto vicino ad un nonno tutto fare un po’ genio ha stimolato quello che era il mio interesse congenito nel mettermi ad armeggiare con qualsiasi cosa. Da piccolissimo ero molto introverso e questo mi ha dato la possibilità di sviluppare, nei miei lunghi momenti di solitudine, il disegno. Disegnavo molto bene e scrivevo belle poesie. Il resto va da sé, dopo una triste parentesi di tre anni al liceo scientifico ho intrapreso studi artistici. Per me avere a che fare con i volumi era molto più semplice che trattare con i colori (sono anche un po’ daltonico).
Parlaci della tua ricerca artistica.
Sin da ragazzo sono stato molto attento alle tematiche ambientali; ho sempre cercato di vivere in punta di piedi per non dare fastidio né all’ambiente né alle persone. Sono convinto che per comunicare un pensiero sano, mi debba nutrire di alimenti sani, quindi prima di fare il creativo, ho provveduto a procurarmi cibo sano nel rispetto dell’ambiente. Per questo ho impostato la mia vita lavorativa facendo i lavori più umili come il falegname e il pastore. Ho sempre desiderato comunicare pensieri nobili con materiali poveri, pertanto la mia ricerca creativa prevede il riutilizzo di tutti quei materiali che troviamo in natura che altrimenti andrebbero perduti, buttati. Sono convinto che il creativo per comunicare non debba nutrirsi di ostriche e champagne, quindi per scelta non ho mai usato i materiali nobili della scultura. Lungo questo percorso mi sono accorto che la mia vita come l’avevo impostata non era altro che una continua performance per dimostrare che un altro mondo è possibile. L’atto creativo come atto politico. La mia galleria è il pianeta terra, la mia cattedrale il bosco, l’unico posto al mondo dove mi sento veramente al sicuro per cui ho un rispetto religioso.
Che ruolo ha giocato il territorio in cui sei nato e cresciuto nella tua formazione artistica?
Sono nato e cresciuto a Recanati, credo che questo paese sia pervaso da un’energia particolare, circondato da stupendi orizzonti che ci permettono di sognare e di pensare che tutto sia possibile. Questo è stato il nutrimento della mia follia.
Anche se negli ultimi anni si nota una sensibilità più accentuata nei confronti del mondo naturale, prevale sempre lo strabordante egoismo umano. Oggi c’è una nuova presa di coscienza molto forte che situa l’arte all’interno dell’ambiente. L’arte può contribuire a sensibilizzare lo spettatore? Fino adesso ci sta riuscendo?
È vero che oggi si è un po’ più sensibili nei confronti del mondo naturale, ma credo che l’ egoismo umano stia cavalcando questo pensiero per fare propaganda per il nuovo prodotto da immettere sul mercato. L’arte oggi sta lavorando nell’ambiente e il suo unico modo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tematiche ambientali è quello di infrangere pesantemente le regole. L’arte deve stravolgere. Gli interventi che l’artista fa nel territorio non devono essere facilmente raggiungibili, devono essere raggiunti con fatica, vanno cambiate molte regole. C’è il rischio oggi che l’arte povera, nata come opposizione al sistema, venga fagocitata da questo per servirsene. Secondo me l’arte che vedo oggi è ancora un po’ troppo timida, purtroppo anche l’artista deve mangiare e quindi è costretto a scendere a troppi compromessi. L’artista è libero quando non ha bisogno di vendere il proprio lavoro.
Le arbosculture ci invitano a meditare sulla crisi del nostro ecosistema e, quindi, a cambiare il nostro approccio “impoetico” all’abitare come la perdita di suoli o il loro degrado e sfruttamento dovuto a una cultura dominante che si è rivelata inadeguata nella tutela dell’ambiente. La tua attitudine potenzialmente “ecologica” si può definire un atto politico? L’arte deve interagire con la politica?
L’arte non deve interagire con la politica, la deve scuotere. L’arte è l’unico mezzo senza regole che ci permette di spazzare via le regole folli del capitalismo. Per me l’arte è l’unico modo di fare politica senza essere manovrati dal burattinaio.
L’arboscultura è una forma d’arte in cui gli alberi vengono lentamente piegati in forme artistiche scelte dall’autore. A differenza dell’arte topiaria si lavora l’albero in modo che alla fine acquisisca la forma desiderata. Non si modellano foglie e rami sottili come fanno i giardinieri ma un tronco e rami spessi e, a seconda delle specie usate, si rischia di aspettare anni prima che le opere si realizzino! È un arte che richiede moltissima pazienza e dedizione. Per questo mi ha profondamente colpito la tua promessa di avere cura di queste opere per tutta la vita. Qual è il tuo rapporto con il tempo?
L’opera per il creativo è come un figlio di cui uno se ne prende cura per tutta la vita. Festina Lentae. Una volta un vecchio contadino mi disse che la campagna non ha paura dell’uomo fugato che in breve si stanca e demorde, mentre teme l’uomo moderato che lavorando piano non si stanca mai e non demorde.
Progetti futuri?
Per il futuro ho molti progetti: sarà imminente l’apertura assieme all’artista Silvia Ridolfi, di uno studio d’arte a Tolentino. Per quanto riguarda il mio lavoro inizierò a breve a restaurare alcuni insediamenti dei montanari nei boschi di Serrapetrona così da ridargli nuova dignità. Seguirà un percorso guidato e accompagnato da eventi per la sosta su ogni rifugio.
-Nikla Cingolani
Per tutte le informazioni basta mettere un “mi piace” sulla pagina Facebook “Panorama in cornice” dove potrete seguire la storia fin dall’inizio. Si potranno condividere foto, pensieri ed emozioni, con tag #panoramaincornice.