Per il terzo anno consecutivo, anche nel Comune di Potenza Picena, si è celebrata la Giornata Nazionale in Memoria delle Vittime delle marocchinate. Una delegazione di cittadini unitamente all’Assessore Paolo Scocco, in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale, hanno voluto ricordare un pezzo di storia italiana della seconda guerra mondiale per troppo tempo lasciato nel dimenticatoio, deponendo un mazzo di fiori sul monumento ai caduti di tutte le guerre di Piazza Douhet, a Porto Potenza Picena.
“Vogliamo ricordare e ridare dignità storica ad un dramma avvenuto nel periodo a cavallo tra il 1943 e il 1944, partito in Sicilia, proseguito in Campania e conclamatosi nella Ciociaria per poi terminare in Toscana, quando 60 mila donne e uomini furono violentati dalle truppe coloniali francesi a supporto dell’esercito alleato – ha precisato Attilio Minoliti, tra i promotori della manifestazione locale – Un evento tragico sul quale, per 80 anni, è calato il silenzio assoluto. Si tratta di un’iniziativa che ha come scopo quello di rompere il muro del silenzio e dell’omertà per ridare dignità a coloro che hanno subito queste violenze, che pagarono spesso con la vita il coraggio di difendere se stessi, i propri famigliari e i pochi beni che possedevano.”
Su sollecitazione dell’Associazione Vittime delle Marocchinate, presieduta da Emiliano Ciotti, molti Consigli Comunali italiani hanno approvato una mozione che chiede l’istituzione ufficiale della giornata per il 18 di maggio e l’intitolazione di vie o luoghi pubblici a chi subì tale martirio.
4 commenti
Finalmente si parla dei lati oscuri della storia.
A parte che le vicende non sono state dimenticate, almeno da chi si interessa e si occupa di storia italiana, potrebbe essere occasione per cominciare a far luce sul comportamento delle truppe alleate nel periodo bellico, troppo spesso dipinti come “i buoni”.
Andrebbe anche ricordato il comportamento non sempre specchiato di bande di montenegrini associate ai partigiani sulle montagne appenniniche.
Faccia gli esempi, dica dove e contro chi, indichi le vittime. ALtrimenti è il solito sistema complice del “ma anche”, utile solo a nascondere tutto sotto il tappeto dell’ignoranza. Alla Storia servono fatti, non ipotesi.