Recanati. Continua con grande successo di pubblico la mostra Passaggi di Nada Cingolani, Giuditta Messi e Veronica Rossetti, docenti di Arti Figurative al Liceo Artistico di Macerata, inaugurata il 30 dicembre scorso. L’esposizione coinvolge e sfida gli ambienti dello spazio domestico che si trova nel pieno centro cittadino, Piazzale Pascucci n. 1 (zona Montevolpino).
Attraversare la soglia della casa è come superare un confine ed entrare nel mondo delle artiste dove prevale delicatezza, raffinatezza formale, rispetto delle tecniche e contenuti profondi. Ad accogliere nell’immediato è la forza straordinaria della Poesia. Con Liber, titolo della prima installazione di Giuditta Messi, la forza evocativa di alcune parole si materializza in calligrafia sulle pareti bianche quasi a diventare paesaggio scritto. All’ingresso i cappelli di cartapesta sospesi, galleggiano come nuvole di pensieri e ricordi, leggeri e senza peso, paragonabili alle nugae di Catullo. Collocato sulle scale il calco di un cappello appartenuto A nonna Piera, diventa l’enjambement di connessione con l’opera Scorza posta al secondo piano. Il calco di un cappuccio, icona dello streetstyle amato soprattutto dai giovani, e di una mascherina, simbolo del momento storico che stiamo attraversando, è la rappresentazione delle giovani generazioni protette da una sorta di accorgimenti ma private della loro identità. L’opera assume la forma evocativa di un elmo di cartapesta dal colore dell’acciaio che racchiude in sé tutta la forza di un guerriero per combattere l’incertezza dei tempi attuali, ma anche la sua fragilità. Messi lavora sui concetti di contatto e perdita attraverso il calco di oggetti o elementi naturali come le scorze che rivestono gli alberi. Sono segni di passaggi, frutto di un gesto che contiene un tempo. Ogni opera diventa “l’indizio di avvenuta presenza” (Georges Didi-Huberman) che ondeggia tra realismo e simbolismo. Così è per Quotidiana, calco di oggetti d’uso, in disuso, ordinati sotto una coltre bianca e silenziosa con cui l’artista affronta la memoria e il senso della storia.
Per Nada Cingolani, da sempre raccoglitrice di elementi naturali, in questa mostra la vera protagonista è la luce. Le forme sorprendenti della natura come le piante o foglie essiccate, sia in bacheca che appese al muro o trattenute da un ricamo su una delicata tarlatana, sono esposte al passaggio della luce immortalata in quel momento dall’ombra disegnata a grafite sulle pareti. Un passaggio stilistico ma coerente avviene nel Trittico di custodia musicale, quadri dipinti a olio utilizzando la maniera classica della pittura. L’artista, con il tentativo di catturare il volto mutevole dell’oggetto sottoposto a trasformazioni luminose, lo rappresenta nelle sue forme più inattese costringendo a spingere lo sguardo fino all’estremo, o meglio fino a quando la consistenza materiale lascia il posto a significati spirituali in rapporto alla sensibilità di chi osserva.
Veronica Rossetti, artista dalla straordinaria sensibilità pittorica, in questa mostra è narratrice di storie e di passaggi raccontati attraverso la pratica dell’assemblaggio di frammenti selezionati da materiale audiovisivo e fotografico ricevuto da ospiti che per dieci mesi, nel periodo post-pandemico, hanno condiviso la sua casa. I dipinti presentano combinazioni di oggetti, figure e scorci paesaggistici che s’intersecano in spazi emozionali dove si muovono pensieri e si dispiegano varie anime in un continuo intreccio di emozioni e sensazioni. La stanza ammorbidita da lenzuola alle pareti e cuscini sul pavimento, rifugio intimo e sicuro dove si trova la video-installazione What a beautiful da! We’re not scared, è in contrapposizione con la voce di Michael Rosen, autore di “We’re going on a bear hunt”, che esorta ad uscire allo scoperto per andare a caccia dell’orso, metafora di un passaggio da compiere per superare le proprie paure e difficoltà.
Se il filo conduttore che unisce il linguaggio delle tre artiste è l’importanza dell’azione, del gesto, di quel passo da compiere ogni volta per realizzare le loro opere e riflettere su quanto quei passaggi abbiano innescato un cambiamento, il vero elemento guida della mostra è l’Incontro, sintetizzato nell’opera omonima di Cingolani: un alambicco dalla forma antropomorfa, con l’ombra disegnata sulla parete, che accoglie fili di erba infestante. Il vaso alchemico, contenitore che sublima e libera energie pure, è simile allo spazio domestico, contenitore di presenze che, con le proprie luci ed ombre, sono coinvolte in un processo di trasformazione in costante evoluzione.
La mostra sarà visitabile su appuntamento fino al 30 giugno 2023.
Per informazioni: 333 1211769
–Nikla Cingolani
Foto di copertina: da sx Nada Cingolani, Veronica Rossetti, Giuditta Messi