Non ci sono ancora dati certi ma dai dati parziali, alla casa di riposo “Ester Gigli” di Recanati dovrebbero essere ben 5 i pazienti risultati positivi al covid-19 oltre alla donna ricoverata da giovedì scorso all’Ospedale di Civitanova Marche.
Ancora non sono giunti i risultati definitivi dei tamponi, nonostante il tempo già trascorso (sono stati eseguiti sabato e lunedì mattina) e tanta è, quindi, la preoccupazione, oltre che dei familiari dei 66 ospiti della struttura di via XX Settembre e degli operatori, anche del sindaco Antonio Bravi e del presidente della Fondazione Ircer Giacomo Camilletti. Intanto, all’interno della struttura, è all’opera una squadra di muratori per realizzare dei muri divisori per meglio separare gli ospiti positivi da quelli negativi.
“Richiede grande attenzione, scrive il sindaco Bravi, la situazione all’interno della Casa di Riposo, dove dopo il caso di un’ospite ricoverata all’Ospedale di Civitanova e risultata positiva al Covid-19, non si conosce ancora ufficialmente il risultato dei tamponi eseguiti nei giorni scorsi a tutti gli operatori e a parte degli ospiti, ma in via informale si apprende che tra gli ospiti ci sarebbero alcuni altri casi di positività. I responsabili degli IRCER stanno facendo di tutto per affrontare in modo adeguato la situazione e a tale scopo stanno anche cercando nuovo personale sia infermieristico che medico per assicurare un supporto all’organico esistente”. Infatti un altro grosso problema è la carenza di personale: c’è chi è ammalato, anche se non per il coronavirus, e c’è chi è tenuto a casa in quarantena, e per questo la Direzione ha emanato un bando e scritto all’ordine degli Infermieri per l’assunzione di almeno tre figure professionali. Intanto i dati odierni indicano una sostanziale stabilità della diffusione del Coronavirus a Recanati con 53 casi positivi e 45 persone in quarantena preventiva.
2 commenti
SONO 6 (sei).
Ormai la grande vulnerabilità della Case di Riposo è un dato sistematico e generalizzato,dato che si tratta di anziani,i più esposti al rischio di contaminazione,raccolti in comunità anche precarie in termini di spazio.Non so se oggi può essere una soluzione quella di smembrare provvisoriamente queste comunità utilizzando strutture vuote,pubbliche come gli ospedali dismessi,o anche private.Situazione eccezionale,misure eccezionali,naturalmente da sperimentare,anche in previsione,che gli esperti non escludono,di un ritorno del virus.