In Democrazia trovare il giusto equilibrio tra il dovere della maggioranza ed i diritti della minoranza è uno dei discrimini che rende la Democrazia compiuta. Ma è un equilibrio molto complesso ed instabile. Difficile da raggiungere a livello nazionale e quindi sempre più difficile ritrovarlo nelle piccole realtà locali dove spesso i rancori personali la fanno da padrone rispetto ad oggettive realtà. A maggior ragione quando la maggioranza di ieri si ritrova ad essere minoranza di oggi. Se a ciò si aggiunge la verità che l’opposizione può meglio esercitare il suo ruolo di critica e stimolo, sempre che esista una maggioranza veramente attiva nel suo dovere di governare, ci ritroviamo nel mezzo di una tempesta perfetta. Una tempesta che non può che produrre ripetitivi proclami da parte della maggioranza e nostalgici autoglorificazioni da parte dell’ex maggioranza che, per la verità, tarda a metabolizzare i motivi di una sconfitta.
Questa mattina la ex assessora al bilancio ed al turismo, della perdente amministrazione, dalle pagine di un quotidiano ne ha fornito un’ampia dimostrazione. La ex, infatti, fornisce un ampio ventaglio di cose da farsi alla neo amministrazione. Cose tutte in linea di continuità con quanto fatto dalla precedente amministrazione che, è sempre bene ricordarlo, non ha più ricevuto il consenso della maggioranza degli elettori. In questo appassionato elenco di cose da proseguire, la ex assessora cita anche il potenziamento dell’area archeologica sulla quale molto “è stato fatto ma per la quale sarebbe da implementare la copertura per consentire la fruibilità di altri scavi al momento coperti.”
A questo punto, però, il pulpito perde la sua sacralità e fa divenire tutta la predica molto poco credibile e parziale. Perché? Perché l’area archeologica viene inserita, nel seguito delle raccomandazioni, tra i soggetti capaci di aumentare le presenze turistiche in città. Quindi di fatto viene riconosciuta come rientrante tra i progetti che sarebbero potuti rientrare e finanziati dalla Regione, essendo intervento di accoglienza turistica. Così come fatto dal comune di Urbisaglia per la propria area del Parco Archeologico. L’amministrazione comunale di Porto Recanati, di cui la ex era autorevole esponente nonché assessore al ramo, ha invece preferito utilizzare i 120.000 euro messi a disposizione della Regione per illuminare il fatiscente NERVI, per ben due mesi. Ecco se chi occupa il pulpito ha percorso certe strade ma pretende di indicare la strada da seguire, a chi invece ha promesso discontinuità politica, sembra proprio che l’equilibrio sia una meta ben lontana dal raggiungersi.
Gioacchino Di Martino
Porto Recanati 10 gennaio 2022
1 commento
Esimio, ha mai riflettuto sul fatto che in quel di Porto Recanati argomenti come quello dell’area archeologica non hanno mai avuto “diritto di tribuna”, cioè non sono mai stati considerati come utili dalla cittadina? Gli interessi sono molto più… spicci: lo stabilimento balneare da tutelare (con soldi pubblici), il localino da tenere aperto oltre l’orario decente, le feste e festicciole in spiaggia e in centro, le agevolazioni tributarie a questo e quell’altro. Ciò anche quando sembrava che il cielo di Porto Recanati potesse illuminarsi di… stelle (ricorda?). Ma si sa, per tanti il realismo terra terra è molto più redditizio di progetti di alto livello.
Un consiglio, infine: lasci perdere certi toni di rivalsa, certe sottolineature circa gli esiti elettorali più o meno fausti dei suoi bersagli. E’ di cattivo gusto. Oltre che politicamente inutile.