Non trovano pace quei cassonetti dell’immondizia che una mano ignota, e purtroppo poco sensibile al decoro della città e dei suoi monumenti, pone costantemente davanti all’ingresso della centralissima chiesa di San Michele, a due passi dai giardini pubblici da una parte e dall’altra dal nuovo Museo della Musica e dal Teatro Persiani. È una chiara immagine di come la trascuratezza, riservata alla duecentesca chiesa di San Michele che si apre in via Cavour, in pieno centro storico, a pochi metri da piazza Leopardi, non si concili proprio con questi riferimenti storici e culturali.
Non importa che la chiesa è chiusa a causa del sisma dal 2016, perché questo non può giustificare che i bidoni dell’immondizia siano posti proprio davanti alla sua porta d’ingresso. Non si tratta neppure di una momentanea disattenzione degli addetti alla raccolta dei rifiuti o della pulizia delle strade perché la cosa va avanti da molto tempo. Due anni fa a protestare ci pensò Sergio Beccacece, direttore del corso di storia e personaggi recanatesi dell’Università Permanente di Recanati, inducendo il Cosmari a provvedere subito a spostare i cassonetti in altro luogo. Ma, trascorso un po’ di tempo, ecco che i bidoni, peraltro maleodoranti, sono ricomparsi davanti al sagrato della chiesa dando un’immagine di scarso decoro della città e di altrettanto scarso rispetto per le sue opere più importanti.
La chiesa, infatti, esisteva già nell’anno 1234 e nel 1783 venne restaurata su disegno di Carlo Orazio Leopardi. Il pensiero, infine, corre a Don Giovanni Simonetti, deceduto il 26 febbraio 2015, professore di filosofia al Liceo classico cittadino e Rettore della chiesa di Sant’Agostino e di San Michele. Lui ci teneva molto a questa piccola chiesa dove celebrava le funzioni religiose aprendone quotidianamente le porte per accogliere non solo i fedeli ma anche la piccola comunità rumena presente in città e sul territorio per le celebrazioni di messe con rito bizantino. Che ne direbbe lui oggi di questo spettacolo?