Seid Visin, giovane suicida, è stato vittima di una campagna di strumentalizzazione. Si sono aggrappati al suo corpo per sostenere molti giornali e media radio-televisivi, insieme ad alcune forze politiche che la fine del giovane di colore è frutto di una ondata razzista presente in Italia.
Nato in Etiopia e adottato quand’era piccolo da una famiglia di Nocera Inferiore – già calciatore nelle giovanili del Milan (dove era insieme a Gigio Donnarumma) e del Benevento – aveva scritto nel 2019 una lettera straziante che poteva fa intendere che l’episodio potesse essere collegato a una pista razzista, il padre adottivo esclude con fermezza ogni correlazione e arriva a parlare di strumentalizzazione delle parole di Seid.
Ne abbiamo parlato con Paolo Diop di Fratelli d’Italia e Mustafaà Diop portiere dell’Hotel House di Porto Recanati
8 commenti
Portiamo il massimo rispetto al dolore della famiglia di questo ragazzo e chiediamoci come società quanta attenzione ci sia per i giovani in generale e in periodi particolari come quelli che viviamo da un anno a questa parte. Poi pensiamo anche a quante ragazze e donne in genere si vedono negati i più elementari diritti civili pur essendo residenti regolarmente in Italia. Parlo in particolare di donne immigrate, di ragazze lasciate in balia delle famiglie di origine che talvolta le costringono a matrimoni combinati nei paesi di provenienza. Vogliamo parlare di Saman Abbas scomparsa da Novellara, di Azka Riaz violentata e ammazzata dal padre Muhammad che poi ha cercato di inscenare un incidente stradale? I servizi sociali sapevano tutto e non hanno fatto abbastanza per salvarle. Come donne italiane vogliamo chiederci se abbiamo fatto qualcosa per loro?
Il solito “giornalismo” di Radio Erre che sceglie un argomento e fa sentire solo le voci in linea con il pensiero del “direttore”. Invece che informare e far sentire tutte le campane permettendo a ciascuno di farsi un’opinione, si portano solo voci a sostegno della propria tesi.
Perchè censurate Malcom X?
E di Musa Balde lorsignori che dicono? E’ l’extracomunitario picchiato per strada da tre teppisti italiani, poi rintracciati e denunciati a piede libero, cioè liberi di circolare come se nulla fosse accaduto, mentre la vittima dopo un po’ di giorni in ospedale è stato rinchiuso in un centro di detenzione per coloro che vengono espulsi. Lì si è ucciso.
Questo non è stato razzismo, vero? Cosa ne pensano i baciapile di turno, i perbenisti accomodanti su tutto, i leccapiedi del politicante di successo, i bigotti della domenica?
Posso dire che mi piace tanto quella foto che accompagna l’articolo?
Giorgia che smentisce quei str… che vorrebbero accusarla di xenofobia e razzismo!
Foto strumentale.
Mi dispiace per chi si fa strumentalizzare in questo modo.
Che ignobile stronzata! Ma che ignobile sciocchezza va dicendo?
Lei non fa testo, lei fa solo parte di quella categoria di str… che vorrebbero accusarla di xenofobia e razzismo!
Come quel professore diseducativo con la p (minuscola)…
Non manderei mai i miei figli a scuola da quell’insegnante simile, fosse anche per assurdo l’ultimo insegnante sulla terra, a costo di farli rimanere analfabeti!
Denunciare una ingiustizia non vieta di denunciarne un’altra. Cominciare a riflettere sull’indifferenza (io la chiamerei violenza di stato) che questa società ha mostrato nei confronti di bambini e adolescenti da un anno a questa parte durante la pandemia mi sembra non solo opportuno ma doveroso. Scuole chiuse, centri sportivi chiusi, socializzazione vietata. Se provavano a uscire di casa rincorsi e sanzionati come i peggiori delinquenti, trattati peggio del cane di casa. Tanta energia e dispiegamento di forze dell’ordine non si vedeva dal tempo del rapimento Moro. Purtroppo i disagi mentali negli adolescenti sono aumentati e i suicidi anche. Questa è la società dei vecchi che nella loro gioventù accantonarono brutalmente i loro genitori (che avevano fatto la guerra e poi operato il miracolo economico) per poi incollarsi nei luoghi di potere e non mollarli finchè morte non provveda, preparandosi a lasciare ai loro pochi figli un mare di debiti.