Causa emergenza pandemica, talvolta si tende a diluire criticità irrisolte, e purtroppo alcune vengono dimenticate sotto il tappetto …. Ci riferiamo alla SRR (Struttura Residenziale Riabilitativa) di Recanati, una struttura psichiatrica che si occupa di offrire una soluzione terapeutico-riabilitativa a persone con patologie psichiatriche che hanno abilità residue da potenziare e valorizzare al fine di realizzare un reinserimento sociale. La struttura è gestita da una cooperativa in forma privata convenzionata, che ha creato sin dall’inizio non poche criticità ai dipendenti con gli stipendi che venivano erogati con un mese circa di ritardo. Per questo motivo è stato aperto un contenzioso sindacale che ha portato a una risoluzione della problematica.
Facciamo una breve cronistoria: a partire dal 2016, in seguito al terremoto che ha colpito le Marche, la SRR, che aveva la sua residenza in uno stabile colpito dal sisma nei pressi del Duomo di Recanati, è stata trasferita nei locali dell’ex pediatria dell’ospedale di Recanati. Locali dell’ospedale dismessi da diversi anni e all’arrivo degli ospiti (15 circa) il luogo appariva sporco, muri anneriti e scrostati, l’impianto elettrico con grosse criticità, crepe sui muri, ruggine che campeggiava sui rubinetti, servizi igienici insufficienti (tre bagni per sei camere), un unica vasca da bagno con doccia incorporata per soddisfare l’igiene di quindici pazienti. Mancava una stanza per il laboratorio artistico, per quello teatrale e per il corso di yoga che tanta parte avevano avuto nel percorso riabilitativo degli ospiti. Tutte queste attività sono andate cessando, con economia della cooperativa che gestisce e forte contrazione della qualità del servizio erogato.
Si trattava di una soluzione temporanea di emergenza, così avevano rassicurato, in attesa di ritornare nella struttura originaria una volta riparati i danni causati dal terremoto. Personale ed ospiti insieme si sono adoperati per rendere la nuova residenza più accogliente possibile. D’estate purtroppo la situazione peggiorava raggiungendo livelli insopportabili causa carenza di docce e poichè alle finestre delle camere erano state poste delle catenelle per evitare che qualcuno potesse tentare un estremo gesto autolesivo. Rimedio assolutamente insufficiente , tanto che più volte le catenelle sono state divelte da qualche ospite agitato, ed hanno contribuito a creare una cappa di afa insostenibile causato dalla chiusura delle finestre. Anche l’infermeria raggiungeva temperature sopra i trenta gradi, con preoccupanti conseguenze sulla conservazione dei farmaci.
Durante un controllo effettuato sui campioni dell’acqua dei rubinetti sono emersi livelli preoccupanti di legionella. Successivamente tramite interventi mirati i valori sono rientrati nella norma.
Le Organizzazioni Sindacali accanto alle rivendicazioni salariali, hanno preteso dall’Area Vasta 3 di competenza richieste di ristrutturazione e di adeguamento della struttura, affinché risultasse idonea al servizio stesso, tra cui un impianto di condizionamento dell’aria, e l’installazione di altre tre docce nei bagni in condivisione: entrambe le richieste sono state prontamente esaudite.
Purtroppo con Il tempo la situazione stagnante è degenerata, producendo sugli ospiti effetti negativi preoccupanti. Due esempi per tutti: un ospite più volte si è accanito su porte e finestre (tutte sprovviste di vetri infrangibili) che spesso in attesa della riparazione rimanevano per giorni incerottate coi vetri penzolanti. L’altro caso, ancor più grave, ovvero una giovane donna, divelta l’esile catenella, si è lanciata nel vuoto dalla finestra della sua camera, fortunatamente senza gravi conseguenze.
Dopo qualche giorno sono state affisse le sbarre alle finestre.
Purtroppo da almeno dieci anni non si provvede alla tinteggiatura nell’attuale struttura, e dal 2020 è venuto a mancare anche il servizio internet e la linea telefonica fissa, quest’ultima ancora assente! Della rete mobile telefonica rileviamo tracce sporadiche che di fatto isolano ancor di più la struttura.
Il Covid ha complicato tutto, le norme per il contenimento del contagio, il lockdown, le forti limitazioni per quel che riguarda le uscite e le visite dei parenti hanno fatto lievitare tensioni e insofferenze.
Sono passati ormai cinque anni dal trasferimento, e nessun accenno verso il ritorno nella struttura madre di Via Piaggia Castelnuovo, 10. Riteniamo disumano poter accettare tutto questo! Pazienti precipitati nel profondo e dimenticati. Di qui la lotta quotidiana delle Organizzazioni Sindacali a tutela dei lavoratori ed affinché i pazienti vengano accettati come persone, perché possano finalmente riuscire a reinserirsi nel tessuto sociale. Ma per poter parlare di reinserimento sociale bisogna che tutti i responsabili siano parte attiva, pronti ad accogliere con dignità i pazienti psichiatrici.
A quarant’anni dalla legge Basaglia esiste ancora lo stigma che pende come una spada di Damocle sulle teste di queste persone. Uno stigma che tocca anche chi presta il proprio servizio in ambito psichiatrico. Pochi sono i professionisti opportunamente formati, a meno che non si voglia etichettare aggiornamento professionale i corsi on line con le risposte pronte che girano nelle innumerevoli chat…..
Riscontriamo peraltro l’assenza degli amministratori che rispondono spesso a logiche economiche di risparmio, oltre ai vari politici di turno che promettono in campagna elettorale quanto necessita il servizio SRR, per disattendere tutto subito dopo. Che effetto ha sortito in Consiglio Regionale l’ interrogazione sulla gestione della Struttura Residenziale Riabilitativa datata 29 ottobre 2019 ?
Rinnoviamo l’appello alle istituzioni coinvolte nel coordinarsi assieme, riconoscendo e sposando i diritti che ridiano dignità ai pazienti afferenti al servizio psichiatrico, dedicando loro spazi verdi adeguati. Bisogna ritrovare una dimensione collettiva, riconoscere dentro l’universalità della cure, la Salute e la Sicurezza quali diritti inalienabili.
La FP Cgil Macerata rinnova la richiesta di un tavolo di confronto con la stazione appaltante Area Vasta 3 e la cooperativa che gestisce il servizio, peraltro in scadenza di contratto.
Fp Cgil Macerata – Il Segretario Generale
John Palmieri
4 commenti
Riaggiustate l’ex opera pia via Piaggia di Castelnuovo dov’erano un tempo.
A volte mi sembra, veramente ne sono convinto, che certe istituzioni e di seguito i sindacati, si muovano in relazione a chi governa.
Il terremoto farà 5 anni ad agosto, ma a Recanati ha fatto danni da ottobre del 2016, nel frattempo abbiamo preso i soldi del terremoto e abbiamo sistemato il palazzo comunale, (chissà se il cedimento fosse invece dipeso dai lavori del parcheggio, che hanno toccato le vene d’acqua, che lì abbondano) e quella struttura ex Opera Pia è stata proprio abbondonata e ora ci si scaglia con chi è subentrato in regione da meno di un anno.
La proprietà ex Opera Pia è del Comune oppure della Asur?
Le vene che hanno palizzato hanno creato cedimenti li e non solo,questo è sicuro
Ho trascorso un’estate, un autunno ed un inverno proprio li. Non capivo se somigliasse di più ad un carcere, ad un manicomio o ad una caserma militare. Di riabilitazione c’è poco, nulla, solo quello che il personale riesce a fare con armi spuntate. Tutto vano, il tempo che si passa li, il lavoro vanificato, sofferenze inutili. Credo che la responsabilità sia del Dipartimento di Salute Mentale e di coloro o chi lo dirigono