Quest’anno a Milano, nel famoso quartiere di Lambrate, una delle zone centrali del ‘Fuorisalone’, avrà luogo un’edizione speciale dello Yarn Bombing Festival. L’evento, organizzato da Yarn Bombing Trivento, Formidabile Lambrate Hub/Art e l’associazione Made in Lambrate si svolgerà, Covid permettendo, nei giorni 11-12-13 giugno. A questa importante esposizione collettiva internazionale a scopo benefico sono state invitate ad esporre le “Social Catenelle” Rione Castelnuovo-Recanati il gruppo nato lo scorso anno che, su richiesta del Comitato di Quartiere Castelnuovo, per la giornata dell’Epifania 2021 hanno letteralmente attuato un “bombardamento di fili” con l’intenzione di “scaldare” i due luoghi freddi e privi di vita del rione, ex asilo Carancini e ex Monastero delle Clarisse. L’intervento, accolto e apprezzato dall’amministrazione come una “protesta gentile”, aveva l’obiettivo di stimolare un dibattito, che da quel momento è ancora in corso, per cercare una soluzione sul futuro dei due edifici abbandonati da anni e in stato di forte degrado. Accusate da alcuni per aver “tappezzato di centrini” la facciata dell’ex asilo intaccando la “storicità” dell’edificio e per aver sconvolto il “Piano del colore” comunale approvato qualche giorno prima, proprio grazie a quei lavori sono state invitate al festival. Cristina Tiberi, “yarnina” recanatese e anello di congiunzione tra le Social Catenelle e Yarn Bombing Trivento, ha guidato il gruppo nella realizzazione dell’opera “Toccare il fondo” lavorata all’uncinetto e dedicata al mare, consegnata in questi giorni per l’esposizione. Nel testo di presentazione è scritto: “Quest’opera è la riunione di trame lavorate da tante mani con un unico filo conduttore: il rispetto per la natura e per l’ambiente; è una dichiarazione d’amore nei confronti del mare e uno stimolo ad averne cura. Nel perimetro infinito di un hula hoop, il vortice di un candido mandala cattura la vita del mare. Il suo intreccio è simbolicamente un “fare rete” per il suo bene, per salvarlo e, perciò, salvare noi stessi. Nel fondale, intrappolati tra i coralli, si confondono anemoni marini in plastica trasparente. La denuncia contro l’inquinamento dei mari causato dai rifiuti in plastica è solo ingentilita dalla forma ma, pur nella sua leggerezza, è forte e severa. Abbiamo toccato il fondo ed ora si può soltanto risalire. E così, insieme e d’accordo, ci siamo fatte Mare.” Per l’occasione è stato creato un logo che riassume l’essenza del gruppo: il profilo di Recanati decorato con lo Yarn Bombing, sostenuto da un uncinetto, e un ago che cuce la trama del filato in unione al tessuto sociale della città.
La Yarn Bombing Trivento nel Molise nell’agosto del 2019 realizza la prima edizione dello Urban knitting o Yarn Bombing Day. Oltre 130 artiste di Yarn Bombing provenienti da tutto il mondo decorano il centro storico trasformandolo in un museo open air. Trivento è un piccolo borgo molisano diventato Capitale Mondiale dell’Uncinetto. Un gruppo di donne per mantenere viva la tradizione e per promuovere il loro antico borgo hanno trasformato la tradizionale arte dell’uncinetto in Street Art! La loro forza sta nella partecipazione e l’aiuto di tutti gli abitanti e dei bambini del luogo. Lanciano idee e progetti dove, oltre alla partecipazione di artisti importanti, le appassionate di uncinetto possono partecipare e realizzare con loro installazioni e gadget per le vendite di beneficenza.
Testo di presentazione dell’opera “Toccare il fondo”
Incontrarsi per la prima volta e capirsi fin da subito. Per tutte noi è stato così. È bastato guardarsi, accennare una parola e il tema su cui lavorare è stato immediatamente deciso. Ma in qualche modo lo era già. Ci accomuna il mare, questa distesa azzurra che, in un momento di privazioni come quello che stiamo passando, possiamo solo guardare da lontano. Lo accarezziamo con lo sguardo seguendo la linea dell’orizzonte e ci tuffiamo con il pensiero per liberare ogni stato d’animo. Il mare richiama il nostro sentire inquieto, la nostra liquidità interiore rendendoci libere e ampliando la libertà di immaginare e creare. Con la fantasia non ci si àncora in un posto! Si naviga nel sogno tra i flutti delle emozioni, si nuota in profondità fino ad affondare nel buio degli abissi dove cogliere l’ultimo bagliore di luce, per poi risalire e respirare. A Recanati il mare lo abbiamo dentro e il suo abbraccio ci è mancato moltissimo.
Quest’opera è la riunione di trame lavorate da tante mani con un unico filo conduttore: il rispetto per la natura e per l’ambiente; è una dichiarazione d’amore nei confronti del mare e uno stimolo ad averne cura. Nel perimetro infinito di un hula hoop, il vortice di un candido mandala cattura la vita del mare. Il suo intreccio è simbolicamente un “fare rete” per il suo bene, per salvarlo e, perciò, salvare noi stessi. Nel fondale, intrappolati tra i coralli, si confondono anemoni marini in plastica trasparente. La denuncia contro l’inquinamento dei mari causato dai rifiuti in plastica è solo ingentilita dalla forma ma, pur nella sua leggerezza, è forte e severa. Abbiamo toccato il fondo ed ora si può soltanto risalire. E così, insieme e d’accordo, ci siamo fatte Mare.