Sono cifre da capogiro quelle richieste davanti al Tribunale delle Imprese di Ancona dalla curatela (l’avvocato Paola Milici e il commercialista Luca Mira) dell’azienda Teuco, fallita nel 2018 lasciando sul lastrico molte famiglie del comprensorio. Si parla di molti milioni per due operazioni, che risalgono al 2013 e al 2014, che avrebbero creato danni enormi ai creditori dell’azienda stessa: la scissione societaria, con lo scorporo del compendio immobiliare della Teuco spa (all’epoca Teuco Guzzini spa) che è stato attribuito ad una costituenda società, la Bridge srl, e la cessione delle partecipazioni azionarie Gitronica spa. Per questo gli avvocati della curatela chiedono di condannare gli amministratori della Teuco spa, e cioè Andrea Sasso, 55 anni, residente a San Marcello, Adolfo Guzzini, 79, di Recanati, Antonio Renzi, 82, di Conegliano e i sindaci della società, Giovanni Marco Borroni, 55, di Milano, residente a Offagna, Pier Paolo Ceroli, 51, di Osimo, Daniele Capecci, 48, di Jesi, residente a Maiolati Spontini “al pagamento, a titolo risarcitorio in conseguenza dell’operazione di scissione societaria, dell’importo di 15.556.548 euro oltre interessi legali sulla somma rivalutata a decorrere dal primo gennaio 2014 al soddisfo o quanto meno dal 13 dicembre 2017, ovvero quella somma diversa, maggiore o minore, che risulterà accertata o di giustizia”.
Inoltre si chiede la condanna di Sasso e Guzzini, quali amministratori della Teuco spa, e Borroni, Ceroli e Capecci come sindaci effettivi della società fallita, “a titolo risarcitorio in conseguenza dell’operazione di cessione delle partecipazioni azionarie Gitronica spa, dell’ulteriore importo di 3.930.095 euro oltre interessi legali sulla somma rivalutata a decorrere dal 15 ottobre 2014 al soddisfo o quanto meno dal 13 dicembre 2017 o quella diversa maggiore o minore somma, che risulterà accertata o di giustizia”.
Dopo una prima udienza, il processo è stato rinviato al prossimo anno.
1 commento
Questi sono i tempi della giustizia italiana, o meglio della non giustizia italiana.