Manifestazione questa mattina davanti al Liceo Classico di Recanati da parte degli studenti per protestare contro lo smembramento delle classi necessario per consentire la didattica sia in presenza che on line come previsto dall’ultimo decreto governativo. I ragazzi, che sarebbero dovuti entrare in aula, secondo i turni stabiliti dal dirigente scolastico, Claudio Bernacchia, sono rimasti fuori dall’istituto scolastico e contemporaneamente gli altri studenti lasciati a casa non si sono collegati via internet per la didattica a distanza.
La protesa, ha detto la studentessa, Elisa Serena, rappresentante d’Istituto, si è generata perché con l’ultimo Dpcm il 75% dell’orario scolastico dovrà essere seguito da casa. Il dirigente ha attuato il decreto dividendo le singole classi in quattro gruppi, “preferendo distanziare gli studenti di ogni singola classe piuttosto che fare la didattica in presenza per una settimana a tutta un’intera classe e lasciare, come noi chiediamo, la stessa classe per altre tre settimane a casa svolgendo la didattica on line”.
Il preside Bernacchia si è incontrato con gli studenti nel cortile di palazzo Venieri e ha spiegato loro questa sua scelta senza escludere di poter ritornare a discutere soluzioni diverse in accordo con le famiglie e il corpo docente. “Trovo comunque più logico, in linea con il Dcpm e la diffusione del virus, prevedere un minor numero di studenti in classe”. L’ultimo Dcpm, hanno fatto presente gli studenti, “è stato fatto per limitare l’affollamento nei mezzi di trasporto che sono insufficienti. A questo proposito non farebbe alcuna differenza dividere gli studenti di ogni classe o dividere le classi intere, perché il totale del 25% della popolazione che si reca a scuola ogni mattina è lo stesso. Per noi, però, è meglio che non venga smembrata la classe e che noi studenti possiamo continuare a studiare insieme”.
Non si è toccato, invece, nel corso dell’incontro degli studenti con il preside l’argomento relativo al fatto se la didattica a distanza possa essere ritenuta vera scuola: oltre agli studenti un’opinione la si attende dagli insegnanti che in questa fase sembrano assumere una posizione neutrale.
4 commenti
Qua bisogna decidersi e come in tutte le emergenza bisogna scegliere. Queste lezioni vanno svolte “faccia a faccia” oppure attraverso le “nuove tecnologie” che tanto coinvolgono i più provinciali (le userebbero anche per necessità… fisiologiche!)? E la domanda è per tutti: famiglie, insegnanti, dirigenti scolastici, studenti.
Perchè per come siamo messi le chiacchiere stanno a zero!
Io,però,troverei molto più utile un confronto davvero serio,in particolare con i giovani, sui motivi che hanno portato questa gravissima emergenza,con la viva speranza che non sia troppo tardi.
In parole povere?
Chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere. Agli studenti forse è ora di insegnare ad essere pratici, a guardare in faccia la realtà per quella che è, dura e implacabile come la pandemia. Il resto è solo buonismo straccione.