L’attuale situazione demografica delle Marche dice che l’età media è di 47,7 anni, che abbiamo 226,4 anziani oltre il 65 anni ogni cento ragazzi tra 0 e 14 anni; nel 2023 ogni donna marchigiana aveva 1,17 figli a testa (il tasso necessario per il ricambio della popolazione è di 2,1) e i nati in totale sono stati 8.797. Nel 2080, se continua questo trend, l’unico indice che migliorerà sarà quello del numero di nati per donna marchigiana, che passerà a 1,43, mentre tutti gli altri peggioreranno: l’età media salirà a 51,7 anni, il numero di anziani ogni cento ragazzi arriverà a 344 e i nati scenderanno a 7.387.
A snocciolare questi dati è stata la ricercatrice ISTAT Chiara Capogrossi, nel suo intervento all’interno del convegno: “Gli effetti della denatalità sulla crescita economica e sulla sostenibilità del sistema sociale nella Regione Marche”, prima Conferenza regionale sulla natalità, che si è tenuta al Teatro comunale di Loreto sabato 8 febbraio, su iniziativa del Forum delle Associazioni Familiari delle Marche e ANCI-Marche.
Come Regione, ma anche come Paese, siamo dunque destinati al declino? “La situazione è critica ma non bisogna strapparsi i capelli – ha evidenziato Roberta Palmieri, dirigente ISTAT – si può fare qualcosa, anche se la transizione va gestita sui tempi lunghi”: il suggerimento è stato quello di investire in politiche per la fecondità e famiglia, politiche di accoglienza e politiche di equità tra generazioni. Per Stefano Menghinello, direttore DIAE dell’ISTAT, “il futuro delle Marche va cercato nelle radici, ovvero nella capacità imprenditoriale, nella solidarietà, nella generatività e nella creatività”.
La mattinata si era aperta con gli interventi di Paolo Perticaroli, del Direttivo nazionale del Forum delle Associazioni Familiari e di Marcello Bedeschi, Delegato regionale ANCI. Dopo i saluti di monsignor Fabio Dal Cin, arcivescovo di Loreto, del sindaco, padrone di casa, Moreno Pieroni e di Paolo Calcinaro, vice-presidente ANCI-Marche, si è entrati nel vivo della discussione. Roberta Fileni, imprenditrice e vice-presidente di Confindustria Ancona, ha espresso la necessità di “dare prospettive ai giovani”. La sua azienda, ad esempio, ha avviato una collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche per realizzare un campus e trattenere i giovani nel territorio, e attraverso la Fondazione Marco Fileni sostiene i ragazzi delle superiori e dell’università con borse di studio. Inoltre, ha rilevato Fileni, “alle donne che lavorano bisogna offrire ruoli pari agli uomini, sia dal punto di vista professionale che salariale. Il Covid, inoltre, ci ha insegnato che lo smart working è possibile anche per andare incontro a quelle donne che hanno famiglia e vogliono vivere la maternità”. Nella sua impresa “il 50% dei lavoratori viene da altri Paesi. Hanno sempre avuto gli stessi diritti e doveri degli Italiani e in più sono stati accolti bene dal piccolo borgo. Siamo stati bravi insieme al territorio”.
Incoraggiante l’intervento di Franco Capponi, sindaco di Treia, comune che dal 2018 ha fatto registrare un robusto balzo in avanti dei nati, cresciuti del 25%. Per il primo cittadino occorre che ci siano “imprese competitive che garantiscano occupazione stabile a tempo indeterminato”, “maggiori risorse da dare agli enti locali”, valorizzare la “presenza di valori nelle aree interne, come l’amore per la famiglia”; necessari un “aumento dei redditi dei componenti della famiglia” e un “patto interpolitico perché tutti devono guardare nella stessa direzione”. A Treia i fondi PNRR sono stati utilizzati per la costruzione di nuovi nidi che coprono tutte le richieste del territorio, per la realizzazione di una nuova scuola che offre anche attività dopo-scuola e per la comunità, senza dimenticare palestra, campi da calcio e luoghi di incontro sicuri per i giovani.
Particolare l’esperienza di Stefano Cardinali, presidente di Città per la Fraternità, un network di 150 città che condividono il valore della fraternità e che vogliono costruire “città inclusive e accoglienti” per “creare condizioni culturali adatte a sviluppare il progetto di vita di ciascuno”.
Nella mattinata si sono succeduti gli interventi di Orlanda Latini, assessore alla Famiglia del Comune di Ancona, Daniela Romanini, assessore alle Politiche familiari del Comune di Loreto, Paolo Petrucci, formatore cha hanno insistito sulla necessità di un impegno anche educativo e culturale; hanno posto l’accento sull’utilità di fare rete e avere occasioni di confronto Filippo Saltamartini, vice presidente della Giunta Regione Marche e assessore al Sostegno alla famiglia, Marco Fioravanti, presidente di ANCI-Marche e sindaco di Ascoli Piceno, Gino Sabatini, presidente di Camera Marche, Oriano Mercanti, sindaco di Camerano.
Conclusioni affidate a Pinella Crimì, vice presidente nazionale del Forum delle Associazioni Familiari, per la quale di fronte a difficoltà anche economiche si possono cambiare i meccanismi se “i comuni, si incontrano con il Terzo settore e l’associazionismo”.
1 commento
I Comuni più sono piccoli e più sono mancanti di servizi minimi, come il medico di famiglia o l’ufficio postale o la scuola, in certi casi persino un negozio di generi alimentari. In queste condizioni è difficile non tanto per i giovani, quanto per gli anziani che si ritrovano sempre più soli e ai quali un campo da calcetto non serve affatto.