È venuto a mancare all’età di 98 anni Raffaele Giannotta, storico residente di Montefano, noto per il suo attaccamento alla storia del fascismo e del dopoguerra. I funerali si terranno domani alle ore 15 nella Chiesa di San Donato a Montefano.
Giannotta, nato il 23 maggio 1926 a Faicchio, in provincia di Benevento, ha vissuto gran parte della sua vita a Montefano, dove si è trasferito nel 1939. Nel corso degli anni ha ricoperto ruoli di impiegato presso il Ministero degli Interni e successivamente come custode all’Inpdap. Si sposò nel 1943 con Rosalba Marchi, con la quale ebbe due figli.
Famoso per la sua dedizione alla memoria storica del periodo fascista, Giannotta ha raccolto un’imponente collezione di documenti e cimeli che ha custodito gelosamente in un museo privato all’interno della sua abitazione. Questo museo, a cui ha dedicato una stanza intera, include testimonianze non solo del ventennio mussoliniano, ma anche del periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale.
Nonostante il passare del tempo e la difficile accettazione delle ideologie passate, Giannotta ha sempre difeso apertamente le sue convinzioni. Con una determinazione che ha suscitato discussioni, ha dato precise disposizioni per il suo funerale, chiedendo che sul manifesto funebre fosse presente l’aquila e il fascio littorio, simboli che per lui rappresentano una parte importante della sua storia personale. “Nessuno me lo può impedire,” ha dichiarato.
Giannotta ha raccontato anche della sua passione per la storia del conte Guido Pallotta, un eroe del periodo fascista, morto in Africa durante un’azione kamikaze contro un carro armato nemico. Giannotta ha sempre manifestato un forte attaccamento alla memoria storica di quel periodo, che ha cercato di preservare in ogni sua forma.
La sua morte segna la fine di un’era per Montefano e per coloro che lo conoscevano. Nonostante le controversie sul suo passato e le sue convinzioni, Raffaele Giannotta resta una figura che ha segnato la storia della comunità locale, ricordato soprattutto per il suo impegno nel mantenere viva la memoria storica del periodo fascista e del dopoguerra.
2 commenti
Non mi sembra un’esperienza di vita che meriti un apposito articolo
E chi se ne frega!