Non sarà ripristinato lo striscione che invocava verità per Giulio Regeni, precedentemente esposto in via Primo Luglio a Recanati. Il Consiglio comunale ha bocciato a maggioranza la mozione proposta da “Recanati Insieme” e dal Partito Democratico, che sollecitava l’affissione immediata del simbolo giallo di Amnesty International rimosso senza preavviso nell’ottobre scorso.
Lo striscione era stato installato nel 2020, su iniziativa della giunta comunale di allora, come simbolo della lotta per la verità sulla morte di Regeni, il giovane ricercatore italiano rapito e ucciso in Egitto nel 2016. La sua rimozione, avvenuta nell’ambito di una campagna di pulizia delle mura cittadine, ha scatenato un acceso dibattito politico in Consiglio comunale.
Il Sindaco ha spiegato che lo striscione, non essendo di proprietà comunale, è stato conservato nel magazzino municipale in attesa che i proprietari ne decidano il destino. Ha aggiunto che l’intervento di pulizia ha evidenziato danni al supporto e al telo e che, secondo il regolamento comunale, anche le affissioni simboliche non possono essere installate al di fuori degli spazi appositi.
Tuttavia, queste motivazioni non hanno convinto l’opposizione. L’ex sindaco Antonio Bravi ha accusato l’amministrazione di aver agito “in modo furtivo” e senza informare adeguatamente la cittadinanza. Ha sottolineato come la rimozione dello striscione sia stata percepita come una scelta politica piuttosto che una necessità pratica.
Sul fronte opposto, Romano Frenquelli, della lista di maggioranza “In Comune”, ha ribadito l’importanza di non creare precedenti che consentano l’uso delle mura cittadine per affissioni, anche quando queste riguardano cause meritorie.
Il voto finale ha respinto la mozione, ma il dibattito rimane aperto, con ripercussioni che potrebbero andare oltre i confini di Recanati.
1 commento
Le cause meritorie potrebbero essere tante … verissimo