In merito alle recenti dichiarazioni apparse sulla stampa e sui social riguardanti la presenza di amianto sulle lastre costituenti la copertura esterna del cosiddetto “Capannone Nervi” in Porto Recanati, il sottoscritto Geom. Eliano Marangoni, tecnico esperto ed abilitato nel settore della custodia, manutenzione e bonifica di Materiali contenenti Amianto da oltre 35 anni, a suo tempo incaricato dalla P.A. del Comune di Porto Recanati in qualità Responsabile del Rischio Amianto ex D.M. 06.09.94, ritiene opportuno precisare (soprattutto per i “non addetti ai lavori”), da un punto di vista esclusivamente tecnico, i fatti accaduti a cavallo degli anni 2014 e 2015 ed interamente verificabili nella documentazione in possesso dei vari organi di controllo: il D.M. 06.09.94 (Normative e metodologie tecniche di applicazione dell’art. 06, c. 3 e dell’art. 12, c. 2 della Legge 257/92), pubblicato nel Suppl. Ordinario alla G.U. del 20.09.94 prevede che, tra i compiti del Responsabile del Rischio Amianto (R.R.A.), quello principale sia la Mappatura di immobili/edifici per accertare la presenza di Materiali contenenti Amianto (sia in matrice friabile che compatta). Per eseguire tale attività è necessario eseguire tutti i necessari prelievi di “materiali sospetti” così come definito dal D.M. 06.09.94. I campioni prelevati debbono poi essere obbligatoriamente ed esclusivamente analizzati da Laboratori inseriti dal Ministero della Salute nella “Lista dei laboratori qualificati ad effettuare analisi sull’amianto” ai sensi del D.M. 14.05.1996. Tali laboratori provvedono ad eseguire le analisi per accertare l’eventuale presenza di fibre di amianto sui campioni inviati dal R.R.A utilizzando una delle metodiche previste dall’Allegato 01 del D.M- 09.09.94,
La metodica più affidabile e precisa per determinare la presenza di fibre di amianto su campioni massivi è la cosiddetta S.E.M. (Microscopia Elettronica in Scansione Alleg. 01, punto B del D.M. 06.09.94) che riesce ad identificare la presenza di fibre di amianto in percentuali ridottissime (limite di rilevabilità comprese tra lo 0,01 e l’1 % o superiori in materiale massivo). SOLO se l’esito di tale analisi confermano la presenza di fibre di amianto sui campioni analizzati, il R.R.A. può e deve procedere ad ottemperare a quanto previsto dalla vigente normativa in materia di gestione del rischio amianto così come previsto dal D.M. 06.09.94. Nel caso in questione, a seguito di specifica richiesta del Dipartimento di Prevenzione dell’allora A.S.U.R. Area Vasta 03 Macerata (oggi A.S.T. Macerata) e su incarico dell’Ufficio Tecnico dell’Amministrazione Comunale, in data 05.12.2014, lo scrivente ha proceduto ad eseguire (nel rispetto delle modalità previste dell’art. 1, punto 1 b) del D.M. 06.09.94 e corredata da idonea documentazione fotografica) due campioni di frammenti delle lastre costituenti la copertura esterna del cosiddetto “Capannone Nervi”. E
‘ il caso di ricordare che il brevetto della struttura in oggetto, realizzata tramite una ripetizione modulare di telai cementizi fu comprato, a suo tempo, dalla Società Montedison e che la copertura e tamponature venne realizzata dalle locali manovalanze a seconda dei materiali a disposizione negli anni ’50. In quel periodo l’utilizzo di fibre di amianto, per la maggior parte del tipo crisotilo, era diffusissimo a motivo del basso costo e della enorme duttilità e facilità di lavorazione del ateriale asbestoso miscelato con i prodotti cementizi attraverso un ciclo tecnologico non sempre omogeneo. Difatti sono numerosi i casi in cui il manufatto prodotto mediante utilizzo di fibre di amianto sottoposto ad analisi qualitative per accertare la presenza di fibre di amianto genera i cosiddetti “falsi negativi” e cioè risultati che appunto, per la non omogenea miscelazione del cemento con le fibre asbestose, partoriscono risultati che escludono la presenza dell’agente cancerogeno.
Ma non è stato questo il caso in quanto in data 21.12.2014 il laboratorio incaricato, cheta parte di una Società a livello Mondiale con 100 laboratori accreditati nel mondo e che in Italia nasce daU’unione di 5 grandi società (laboratori) italiane che racchiudono oltre 30 anni di comprovata esperienza, di audit interni, di professionalità dello staff e della strumentazione più avanzata a livello tecnico-scientifico, utilizzando la Metodica S.E.M., ha trasmesso l’esito delle analisi che hanno confermato la presenza di fibre di amianto del tipo Crisotilo (tipologia di amianto più utilizzata nell’edilizia sino al mese di Aprile 1996) nei due campioni analizzati.
I risultati di tale analisi e la programmazione dei successivi interventi, sono stati oggetto della Conferenza dei Servizi indetta in data 12.02.2015 dall’Amministrazione Comunale in carica in quel periodo, alla presenza dei vari organi di controllo tra cui la A.S.T. di Macerata e l’A.R.P.A.M,
Emiliano Marangoni
2 commenti
Più chiaro di così!
Eh chiarissimo….Ahahahaha!