Doveva essere un omaggio a Paolo Volponi e così è stato con Recanati che ieri ha firmato una bella pagina con l’iniziativa andata in scena al Centro nazionale di studi leopardiani guidato dal presidente Fabio Corvatta.
Saluti istituzionali a cura del sindaco Emanuele Pepa e dell’assessore alla cultura Ettore Pelati, che hanno ringraziato la famiglia Volponi per la donazione del manoscritto e sottolineato l’importanza del confronto culturale e politico, e sono le parole di Caterina Volponi, figlia di Paolo, a dare la misura dell’evento: «Sono certa che mio padre sarebbe orgogliosissimo di essere ricordato nel centenario della nascita qui sotto al nome immortale di Giacomo Leopardi. Nell’opera di Volponi le influenze, i richiami, i rimandi all’opera di Leopardi sono frequenti e riconoscibili».
Ad illustrare le motivazioni della conferenza recanatese è stato il presidente del Cnsl Fabio Corvatta: «Volponi ha dato un contributo straordinario nel secolo scorso allo sviluppo della nostra regione.Basta guardare il manifesto di questo appuntamento per legare alcune storie: ci sono tre personaggi che in modi diversi e in epoche distinte hanno contribuito allo sviluppo di questa realtà: Paolo Volponi, Franco Foschi e Paolo Guerrini. Due sono presenti in maniera diversa, di Foschi c’è la sua memoria che questa sala tenta di portare avanti. Oggi vogliamo ricordare Paolo Volponi, ringrazio la figlia Caterina perchè tre anni fa ha voluto generosamente donarci una lettera di Giacomo Leopardi al padre Monaldo, lettera di proprietà dei genitori per perpetuarne qui il ricordo e la testimonianza. Un gesto generoso nel segno di quello che è stato sempre il tratto distintivo della vita di Paolo Volponi rivolta ad aumentare i diritti dei più deboli e alla cultura».
Due le relazioni che hanno tracciato il percorso umano e letterario di Paolo Volponi, firmate rispettivamente dall’ex deputato Paolo Guerrini e dallo scrittore Enrico Capodaglio. Incanto e disincanto si sono diffusi nella gremita sala Franco Foschi del Cnsl come peraltro nelle testimonianze lasciate tra natura e politica da Leopardi e da Volponi e ripercorse appunto da Guerrini e da Capodaglio. In tempi di guerra come gli odierni, Guerrini ha voluto citare un intervento di Volponi al Senato quando si profilava la guerra in Iraq e umilmente – pur potendo ben esprimere il suo pensiero – portava in assemblea il pensiero per la pace rivoltogli dai cittadini che rappresentava, da molti intellettuali italiani, «umiltà e grandezza che qualche volta si abbinava alla debolezza dell’uomo, fortemente emotivo al punto da aver paura di andare a fare i comizi e mi chiedeva di fargli da spalla». Guerrini ha ricordato anche un particolare molto intimo dell’uomo Volponi: «dopo la morte di un figlio non riusciva più a dormire, riusciva a rilassarsi solo sulla sua tomba e di notte gli amici lo portavano al cimitero».
Capodaglio ha tracciato la figura del Volponi letterato, pure con grande capacità evocativa, esaltando i tratti popolari della sua scrittura e l’attenzione per la natura tra incanto e disincanto, tra Urbino e Recanati, tra Volponi e Leopardi con un pubblico conquistato dall’omaggio a un grande marchigiano andato in scena ieri al Cnsl.