È possibile una scuola diversa? Angoscia, eterodirezione, costrizione, noia e inautenticità sono tratti costitutivi di ogni esperienza scolastica, oppure un suo ripensamento profondo potrebbe risolvere questi problemi? Qual è il ruolo dell’insegnante, nell’era di Google sempre in tasca e della AI? La scuola, infatti, non è solo lo specchio della società, ma soprattutto la sua matrice. Il potere politico, e soprattutto quello economico che lo determina, sanno che attraverso l’allevamento dei nuovi sudditi essi possono perpetuarsi. Tale allevamento si basa sulla castrazione della capacità critica dei giovani e sulla spinta all’omologazione. Il libro è quindi un campanello d’allarme, ma anche l’ingresso di un sentiero che dovrebbe essere percorso adesso, prima che sia troppo tardi. L’in-segnante, “colui che segna dentro”, dovrebbe essere un testimone, il custode di tale sentiero. Attraverso le sue parole, ma soprattutto la coerenza tra esse e le sue azioni, egli ricopre ancora un ruolo centrale nella vita di ognuno, nel bene e nel male.
Matteo Simonetti: Insegnare nell’era dell’omologazione
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4 commenti
Matteo per me .. . tu numero 1.
Invece quando giochi a pallone sei un callaro.
ah bè, parlare di insegnamento col sigaro in bocca…questo si che è un bell’esempio! un pò di coerenza?
Non si fuma in classe, fuori ognuno fa quello che crede, o no?
un altro pallone gonfiato