Si è chiusa domenica a Recanati la mostra “Piccolo è bello!” di Renzo Guardabassi. Un occasione unica non solo per gli appassionati di miniature, perché guardare questi modelli di arredi in scala 1:10, tutti lavorati a mano, è un emozionante viaggio in un mondo che unisce modellismo, storia, arte e cultura ludica.
Le ambientazioni che Guardabassi crea in scala ridotta riproducono luoghi di vario genere dagli anni ’50 ad oggi. Case, negozi, uffici, sono piccoli diorami che, al contrario dei plastici, sono caratterizzati da una ricchezza di dettagli e completi di minuscoli e stupendi particolari cuciti e talvolta ricamati dalla signora Anna Possanzini, moglie di Renzo, (camice, coperte, maglioni, imbottiture di sedie e divani, ecc…)
La riproduzione dei mobili ecclesiastici sono straordinari piccoli capolavori di ebanisteria, estremamente precisi nella cura dei dettagli come la curatissima riproduzione dell’altare della Chiesa dei Cappuccini a Montemorello con il quadro della Madonna di Loreto dipinto da Girolamo Cialderi (1593 – 1680 Urbino) e ai lati due tele settecentesche raffiguranti Santa Chiara e Santa Margherita da Cortona. La stessa attenzione e precisione la ritroviamo nella lavorazione per il coro ligneo della Cattedrale di San Flaviano, per la sagrestia del Convento di Forano di Appignano oppure per la sala consiliare del comune di Offagna.
Sin dall’antichità si usava creare modellini di edifici e di oggetti: dalla Cina del 2000 a.C. alla Mesopotamia, dall’antico Egitto all’età romana. A partire dal Rinascimento, con l’affermarsi delle Corporazioni, questo genere artigianale/artistico prese vigore quando i maestri d’arte al servizio di nobili e mercanti si trovarono nella necessità di dover mostrare materialmente al cliente l’idea creativa che li avrebbe portati a realizzare l’opera vera e propria. Nel Settecento gli artigiani dovevano presentare i lavori come esame pratico per ottenere il riconoscimento alla professione. Molto in voga tra Sette e Ottocento, soprattutto nel nord Europa, le famose wunderkammer, vetrine private in cui trovavano posto anche i mobili “mignon” che insieme agli oggetti naturalistici, strani o rari, andavano a formare delle vere e proprie camere della meraviglie ad uso e divertimento degli aristocratici collezionisti dei secoli passati.
-Nikla Cingolani
1 commento
Bravo Renzo!