lettera al Direttore di Gioacchino Di Martino
Caro Direttore il recente intervento di Andrea Michelini – Sindaco di Porto Recanati, sulla questione relativa alla Piccola Pesca mi porta a fare alcune riflessioni che vorrei condividere con te.
La prima, ed ormai ovvia, è quella sulla persistente propensione, al limite del narcisismo, che caratterizza gli interventi di Michelini in cui, facendo riferimento a se stesso, ne parla in terza persona. Ma questo ormai è un dato acquisito ma che forse potrebbe dare una spiegazione a quelli che sono gli atteggiamenti di sufficienza che si manifestano nei confronti delle opposizioni.
Ma, andando al cuore del problema, dalla minuziosa cronaca degli avvenimenti, fatta nell’intervento, traspare un mancato coinvolgimento emotivo da parte dell’interlocutore istituzionale che si limita a fornire risposte burocratiche rispetto ad un tema che è estremamente politico e che interessa la tradizione stessa della cultura cittadina. Ci si vanta del Brodetto alla Porto Recanatese e ci si attiva in varie forme per propagandarlo e valorizzarlo. Ci si vanta del Museo del Mare e si pubblicizza come momento culturale da condividere con i turisti. Ma. Ma non si recepisce l’importanza di una attività che è all’origine di queste realtà economicamente paganti: la Piccola Pesca.
Ecco, caro Direttore, al netto di tutte le critiche ed i dissensi che le mie parole susciteranno, penso di essere nel vero affermando che da parte dell’Istituzione, a fronte di un interlocutore che dimostrava una manifesta incapacità di valutazione giuridica delle conseguenze che gesti estremi possono provocare, sia mancata la capacità di rapportarsi empaticamente con gli interlocutori prospettando loro anche soluzioni di breve periodo ma che fossero in grado di salvare una tradizione ultracentenaria che era patrimonio della città.
E’ facile programmare mostre, fiere, mercatini e spettacoli teatrali proposti da terzi. Più complesso risulta essere invece trovare soluzioni a problemi giudicati irrisolvibili dalla burocrazia. La politica non può abdicare al suo ruolo propulsivo per un niet della burocrazia. La POLITICA ha il dovere di trovare soluzioni ed i cittadini hanno il diritto di riceverle. Le lacrime di coccodrillo si asciugano presto e servono semplicemente al coccodrillo.
La POLITICA ha bisogno di fantasia. Una fantasia costruttiva capace non solo di gettare il cuore oltre l’ostacolo ma soprattutto di risolvere i problemi posti. L’esatto contrario, quindi, di chi trova sempre più conveniente gettare la palla fuori campo. Colpa degli spazi ristretti a Palazzo Volpini che non consente la presenza della fantasia? A saperlo!
Cordialmente.
Gioacchino Di Martino
Porto Recanati, 12 giugno 2024
1 commento
Illustre Dottore, mi permetta un’osservazione dettata soprattutto dall’esperienza avuta in contesti simili e su questioni pressoché identiche. La Piccola pesca è un segmento della cultura dei borghi marinari come Porto Recanati. La sua salvaguardia, la sua valorizzazione, la sua incentivazione discendono inevitabilmente da quanto la comunità (anche attraverso le proprie istituzioni pubbliche) ha a cuore la sua esistenza, considerandolo come fattore di sviluppo economico per molti ambiti, a iniziare da quello della ristorazione e, in senso più ampio, dell’accoglienza turistica (non solo verso i vacanzieri estivi). Allora, tutelare la Piccola pesca mediante ogni strumento disponibile dipende da quanto la comunità vuole tutelare la tradizione e la cultura marinara. In una parola: la propria identità. Se questo non c’è, se questa identità viene considerata cosa vecchia, per nostalgici, allora tutto viene affidato al burocratismo e all’agonia che la porterà all’estinzione.
Ad majora.