I Finanzieri del Comando Provinciale di Ancona ed i poliziotti della Questura del Capoluogo Dorico, lo scorso
sabato hanno effettuato un’ispezione congiunta in un noto ristorante sito nel quartiere della “Baraccola”, in
seguito ad alcune segnalazioni pervenute.
Il controllo ha permesso di accertare che l’area antistante al locale era stata allestita per effettuare serate danzanti
non autorizzate. In prossimità dei tavoli, infatti, in un’area di circa 50 metri quadri, era stata posizionata la
consolle di un deejay e alcune lampade con luce colorata e stroboscopica.
Dopo la mezzanotte, finita la cena, iniziava infatti una serata da discoteca, già ampiamente pubblicizzata sui
social e con la presenza di decine di avventori. Il locale è risultato non aver rispettato minimamente le norme di
sicurezza imposte dalla normativa di settore, come estintori, percorsi di uscita illuminati etc. Per questo motivo al
titolare del locale, un quarantacinquenne anconetano, veniva contestato l’illecito amministrativo consistente nella
mancanza della licenza per l’attività di pubblico spettacolo, mai conseguita, per avere organizzato serate danzanti
attrezzando a tutti gli effetti una discoteca all’aperto. La violazione contestata, prevista dall’art. 666 del c.p.,
prevede il pagamento di una sanzione amministrativa che va da 256,00 a 1.032,00 euro.
La Guardia di Finanza ha proceduto poi ai controlli di competenza specifica, volti all’accertamento di eventuali
irregolarità in materia di lavoro agli undici dipendenti trovati nel locale. Tra questi, due di essi erano sprovvisti
di contratto di lavoro nonché delle comunicazioni obbligatorie, per cui i militari delle Fiamme Gialle hanno
proceduto alla prevista segnalazione all’Ispettorato Territoriale del Lavoro per la sospensione dell’attività. Oltre
a ciò è attualmente al vaglio la posizione di uno dei due lavoratori, trovato intento a svolgere mansioni di disk
jokey dietro ad una consolle.
Il lavoro nero è una piaga per l’intero sistema economico perché sottrae risorse all’erario, mina gli interessi dei
lavoratori, spesso sfruttati, e consente una competizione sleale con le imprese oneste.