Protestano i residenti della centralissima via Venieri, un’arteria a latere di Corso Persiani che s’inoltra in storiche abitazioni. Su iniziativa di uno di loro, Sandro Urbani, sono comparsi sotto Natale dei cartelli, affissi all’inizio della via, nei quali si denuncia lo stato di abbandono in cui versa con l’indicazione che la strada è soprannominata “la strada del non”. Di seguito viene spiegato l’originale titolo.
“E’ la strada – si legge – che non ha un fondo stradale omogeneo e compatto, ma il suo asfalto è corroso da buche e da colate di cemento fatte per ancorare al suolo i lampioni che la illuminano” Ancora, scrive “Asuacs” che in calce firma il volantino in rappresentanza di tutti i residenti e che sta per “associazione Sandro Urbani Amici del Centro Storico”, la strada “non ha fogne: quelle che ci sono non sono in asse e i tombini sono sopraelevati rispetto al fondo stradale ed è ovvio che è come non ci fossero – a conferma basta constatare che è stato realizzato un tombino a fine strada per raccogliere tutto quello che non cade in quelli a monte. Non ha un marciapiede omogeneo – alcuni anni fa è stata tolta una fontanella e collegati gli scarichi dei tetti alla precaria fognatura – il marciapiede è stato rappezzato alla bell’e’ meglio con mattoni di un altro colore e di dimensioni diverse da quelli preesistenti. Non viene spazzata (riferimento sempre a via Venieri ndr): sollecitati due operatori a intervenire il primo ha riposto che “è una strada privata, e quindi non posso farlo” e il secondo ha fatto presente che non ne sapeva nulla e che avrebbe interpellato in proposito i suoi superiori (o non ci sono o non li ha ancora trovati)”.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: il tombino di fondo strada, a causa di questa incuria, è ormai quasi tutto interrato. “La sua sistemazione e rifacimento a regola d’arte non è prevista in alcun piano dei lavori pubblici: annuale, biennale, triennale, quinquennale. Eppure – ricordano i residenti – questa strada fa parte della storia di Mons Vulpii, uno dei nuclei fondanti la città di Recanati e su di essa si affaccia quello che rimane del castello dei Vulpiani”.
4 commenti
NON…..c’era neanche il cancello che delimita la casa del SIGNOR NON…ORA C’È…
Capisco il disappunto dei residenti, anche se leggo che uno di loro ha aggiunto un “NON”, ma questo loro disagio è uguale o tutt’al più simile a quello di altri Recanatesi, che pur pagando le profumate tasse, si sono dovuti fare a loro spese le fogne, l’asfalto e l’illuminazione.
Quindi caro Urbani e Company l’attuale Amministrazione Comunale non ha un becco di un quattrino nemmeno per asfaltare Via Dalmazia, piena di rattoppi e buche, che è l’unica Via che porta al Centro. Poi se parliamo di fogne, quasi tutte quelle nel centro abitato sono tutte otturate da decenni e l’acqua corre veloce a valle….fortuna che siamo in una collina.
Questo è quanto e sarà sempre peggio. Evviva, evviva.
dovevo aggiungere un altro NON . in 25 (venticinque) anni nessun amministratore da me sollecitato
– destra, sinistra, centro, sopra, sotto, verde, rosso, nero, blu – ha mai preso penna e calamaio per scrivere all’Astea :”la preghiamo di ripristinare ai sensi di legge lo “stato quo ante” di via Venieri distrutta dai vostri interventi”, spesa carico dell’amministrazione 0,67 centesimi , costo di un francobollo oppure tre euro spesa per una raccomandata. Non ho mai capito il perchè
Occhio che se vengono a fare i lavori tolgono il cancello….(abusivo ??)…