Una nuova infrastruttura. Un progetto di ampliamento fortemente auspicato e che finalmente vedrà l’estensione della superficie irrigata nella vallata del fiume Musone di circa 1.764 nuovi ettari.
È il Consorzio di Bonifica delle Marche, in collaborazione con la sua società in house Bonifica Marche Engineering a progettare e a seguire la realizzazione del nuovo impianto irriguo che porterà l’acqua invasata nella diga di Castreccioni nei Comuni di Filottrano, Montefano e Osimo.
L’intervento, approvato dalla Regione Marche, è finanziato dal MASAF – Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste con fondi PSRN 2014-2022 (Piano di Sviluppo Rurale Nazionale) ed entrerà in esercizio, salvo imprevisti, già nel 2024.
«I cambiamenti climatici di cui siamo spettatori» – dichiara Michele Maiani, Presidente del Consorzio di Bonifica delle Marche – «dettano nuove regole e ci impongono scelte progettuali e operative non più rinviabili. Dobbiamo necessariamente rispondere allo scenario di incertezza in cui gli ultimi eventi meteorici ci hanno catapultato. Alla gestione ottimale di quanto già esistente si affianca quindi la programmazione e la realizzazione – in accordo con gli Enti regionali e nazionali preposti – di nuove infrastrutture idrauliche atte a mitigare il rischio idrogeologico e/o a tutelare il settore agricolo».
«La nostra è una risposta concreta alle conseguenze della crisi climatica» – prosegue Claudio Netti, Amministratore Unico di BME – Bonifica Marche Engineering – «I nostri obiettivi sono fondamentalmente tre: riuscire a creare un circolo virtuoso fra l’acqua trattenuta e l’acqua rilasciata negli invasi, operando anche in una logica di laminazione delle piene; efficientare le condotte già esistenti passando da impianti a scorrimento a quelli a pressione; ampliare il numero degli agricoltori che beneficiano del servizio di irrigazione del Consorzio di Bonifica».
Da non sottovalutare poi come, grazie ai nuovi impianti di irrigazione destinati alla Vallata del Musone sarà possibile inserire nuove coltivazioni sul territorio – con i relativi sviluppi economici del caso – e contenere la dispersione idrica apportando un beneficio collettivo sia in termini di disponibilità che di costo.