Non hanno pietà i truffatori e a Recanati se la son presa con una donna di 87 anni, Palmina Fiorentini, che, però, non è caduta nella loro trappola. Sabato scorso la donna, che vive nel quartiere Fratesca insieme alla figlia, ha ricevuto una telefonata con cui un uomo, spacciatosi per avvocato, le comunicava una notizia terribile che, considerata l’età, poteva esserle fatale.
È lei stessa a raccontarci quanto le è accaduto: “Squilla il telefono in casa, vado a rispondere e dall’altra parte sento la voce di un uomo che mi chiede chi sono. Come chi sono? Piuttosto – gli chiedo – chi è lei. Ma lui continua a farmi le domande: “c’è in casa sua figlia Tiziana o qualcun altro?” Si accerta, cioè, se fossi sola in casa. Ma, lì per lì, non avevo messo insieme tutti questi tasselli perché il fatto che uno sconosciuto avesse pronunciato il nome di mia figlia mi aveva già messo in forte agitazione. Alla fine mi comunica che mia figlia era in galera e che tutti i suoi beni le erano stati tolti. Se vuole che venga liberata devi pagare 4.000 euro”.
A questo punto la donna si mette a piangere e non sa proprio come fare. Il finto avvocato, per rendere la cosa più realistica, la mette in contatto con il “maresciallo dei carabinieri” che era con lui che conferma all’87enne la storia della figlia in galera e della necessità di pagare per poterla far uscire di prigione. Palmina, però, sempre in lacrime, risponde “ma io la sua voce non la riconosco. Io a Recanati conosco tutti i carabinieri: Angelo, Silvio (i due luogotenenti della stazione di Recanati, Angelo Pardi e Silvio Mascia, ndr), ma la sua voce non l’ho sentita mai”. Dall’altra parte pronta la risposta: “oggi loro non ci sono, ci sono io”.
Palmina, però, comincia ad avere le prime perplessità e di fronte alle loro insistenze nel chiedere i soldi prende tempo anche perché ha solo poche decine di euro in casa, lei pensionata al minimo. Allora la invitano a consegnare l’oro che ha: ma anche quello in casa, risponde l’anziana recanatese, non ce n’è. Alla fine le chiedono di racimolare la somma richiesta perché sarebbero passati di lì a poco. La conversazione finisce li. La donna immediatamente telefona al figlio e con lui scopre il tentativo di truffa.
“Ho rischiato grosso – ci confida – perché ero disperata e pensavo che il mio cuore non avrebbe proprio retto al dolore e alla disperazione”.
La storia, naturalmente, è stata raccontata ai Carabinieri che Palmina conosce bene
8 commenti
E brava la signora a non incappare nella truffa! Tenga alta l’ attenzione sempre, lei e tutti coloro che vista l’ età avanzata sono soggetti a queste trappole non solo telefonicamente ma anche nel conferire l’ immondizia.
Netturbino, sei proprio un piffero!
E’ veramente divertente il fatto che nonostante cambi regolarmente il nickname, tutti riconoscono lo stile inconfondibile del pifferaio. Vittima del proprio (in)successo.
Brava Mima orgogliosa di te
Comlimenti signora, e che brutta gente che c’è in giro. Senza dignità né decenza.
Ma andare a lavorare no?
Meglio creare apprenzione ed ansia ad una povera signora?
Ma..andate…..a….e mi taccio…
Brava! Un pò meno nei parcheggi… 😉
Brava!!