È stata rinviata a dopo l’estate da parte della Corte d’Appello di Ancona la sentenza conclusiva sul processo che vede imputato il Comune di Recanati chiamato a rispondere della morte di una bambina di soli sei anni, invalida al 100%, deceduta a scuola per asfissia, probabilmente per un rigurgito, il 27 aprile del 2004.
La famiglia, di quella perdita, non si è data mai pace e anche se sono trascorsi ben 19 anni ancora chiede che il responsabile paghi perché convinta che la bimba si sarebbe potuta salvare se si fosse intervenuto tempestivamente sia da parte dell’insegnante di sostegno che dell’assistente comunale nel prestarle i primi soccorsi. Per questo, subito dopo il decesso, si era rivolta ad un legale di fiducia perché sia il Comune che la scuola fossero condannati, in solido, al risarcimento del danno ritenendo che il decesso era riconducibile al “comportamento negligente, imperito e imprudente tenuto dal personale scolastico e dall’assistente sociale dipendente del Comune”.
Il Comune ad oggi (la scuola, il ° Circolo Didattico non si è mai costituita anche nei precedenti gradi di processo) è uscito sempre vittorioso sia nel ricorso presentato al Tribunale di Macerata che dinanzi alla Corte di Appello Civile di Ancona sostenendo che al momento in cui l’assistente comunale aveva verificato il malore della piccola il processo di asfissia si era già completato o era in fase avanzata.
La famiglia della bambina, però, non si è mai data per vinta proponendo appello alla Suprema Corte di Cassazione. In questa sede i giudici hanno accolto il ricorso della famiglia e quindi si comincia di nuovo in quanto il legale della famiglia della piccola invalida ha già presentato di nuovo le carte alla Corte di Appello di Ancona.
All’Amministrazione comunale, quindi, non è rimasto altro da fare che rivolgersi di nuovo al suo legale di fiducia, l’avvocato Riccardo Leonardi del Foro di Ancona, che ha assistito l’Amministrazione sin dall’inizio della storia. Per l’Amministrazione una grana non indifferente sia per la delicatezza della vicenda, incentrata sulla morte a scuola di una bimba di sei anni gravemente invalida, sia per l’onere economico a cui in tutti questi anni è stata chiamata a far fronte.
1 commento
Sono passati 20 anni dalla tragedia che ha colpito la famiglia della piccola deceduta a scuola il 27 aprile del 2004 e ancora leggo che” il responsabile paghi perché convinta che la bimba si sarebbe potuta salvare se si fosse intervenuto tempestivamente sia da parte dell’insegnante di sostegno che dell’assistente comunale nel prestarle i primi soccorsi”. Ho ribadito, nella sede preposta, che la sottoscritta ( docente di sostegno) non era presente al momento dell’accaduto poiché stava prestando servizio in un’altra scuola( Porto Potenza ).
Auspico vivamente che il proprio il nome e cognome scritto a caratteri cubitali nei giornali quotidiani ( Resto del Carlino e Corriere Adriatico) non venga più citato come era stato scritto all’epoca dell’accaduto.