Versus, la rassegna recanatese di confronti poetici, curata dall’Associazione Lo Specchio,
si avvia alla terza edizione, un’edizione ricca di sorprese e di poeti di rilevanza nazionale e internazionale, che riuscirà a proiettare la città della poesia per eccellenza, Recanati, tra le mete più interessanti per chi ascoltare e leggere versi. Con Piergiorgio Viti, ideatore della rassegna, abbiamo un po’ fatto il punto della situazione.
- Versus arriva alla terza edizione, un bel traguardo per una rassegna di poesia…
Assolutamente sì. Parlare di poesia, in Italia, non è semplice, lo sarebbe molto di più fuori dall’Italia dove i poeti sono spesso delle star e riempiono gli stadi; qui da noi, è tutto più difficile, perché la poesia viene considerata “di nicchia”, mentre la poesia è di tutti, appartiene a tutti, parla a tutti, ed è quello che vogliamo fare con Versus…
- Quindi, si riparte dopo il Covid con quali obiettivi, oltre a quello di un pubblico ampio?
Andiamo per gradi, non abbiamo fretta di crescere, magari tra qualche anno riusciremo a coinvolgere anche le scuole e altre realtà del territorio; per ora, il nostro obiettivo è far capire come la poesia, e i poeti, non sono fuori dalla realtà, ma vivono e operano in mezzo a noi, quindi affronteremo, poeticamente, argomenti che toccano da vicino la società: l’ecologia, la condizione lavorativa, la condizione della donna in altri Paesi del mondo ecc. La nostra prerogativa poi, da sempre, già dalla prima edizione, è quella di coinvolgere i poeti, allacciando con loro un dialogo su temi anche scottanti e urgenti, che riguardano tutti noi. Quindi, chi viene a Recanati, non presenta un libro, come succede dappertutto, diciamo che il poeta presenta se stesso, le proprie idee, la propria visione del mondo. Questa cosa qui succede solo a Versus, a Recanati.
- Come mai, secondo te?
Ripeto, il poeta non viene più ascoltato. L’ultimo, in Italia, forse fu Pasolini, e sappiamo tutti com’è andata a finire. Fa comodo che il poeta, visionario per eccellenza, taccia, perché maneggiando la lingua il poeta finisce per maneggiare la cultura, la società in cui vive, finisce per incidere. Oggi bisogna essere invece inoffensivi. Più si è inoffensivi, più si è omologati, più si finisce per avere spazio. Per questo Versus rappresenta una sfida, già vinta peraltro, visto che siamo arrivati alla terza edizione e già questo è un traguardo che nessuno di noi dello Specchio si aspettava…
- Ci puoi dare qualche anticipazione?
La rassegna avrà inizio il 26 febbraio con un poeta che è tra i più validi in circolazione, oltre che un caro amico. Per ora però, non vi dico chi è. Avremo tanti poeti e anche un nome di rilevanza internazionale, quindi, spero davvero che gli appassionati di poesia, ma non solo loro, verranno a fare un salto al Centro Mondiale della Poesia, dove la manifestazione avrà luogo. Per ora, posso dirti solo questo, ma presto, si saprà tutto…