Da diversi mesi il Cobas – Santo Stefano – è impegnato in una lotta sindacale sulla questione dei turni di servizio di operatori socio sanitari e infermieri dell’Istituto di riabilitazione Santo Stefano di Porto Potenza Picena.
Nel mese di Ottobre 2021 infatti la direzione aziendale ha imposto unilateralmente dei turni di servizio con i quali i lavoratori si sono trovati a svolgere un orario settimanale inferiore rispetto a quanto previsto dal ccnl di categoria (38 ore), per poi essere chiamati a recuperare le ore mancanti o attraverso il rientro a lavoro durante un giorno di riposo, o attraverso la decurtazione coatta di ore di ferie.
Va sottolineato come nell’imporre ai lavoratori il recupero delle ore lavorative “in debito” (maturate a causa della sottoprogrammazione voluta dall’azienda) la direzione di Kos Care abbia reiteratamente violato fino al mese di Aprile 2022 quanto previsto dalla Legge e dal ccnl di categoria in merito alla disciplina sul riposo settimanale e sul limite massimo di orario di lavoro settimanale.
Vi sono stati inoltre dei casi intollerabili, con infermieri e operatori che si sono trovati a svolgere più di 70 ore di lavoro tra due riposi.
Oggi, dopo mesi di battaglia sulla questione, la direzione aziendale vuole introdurre una ulteriore modifica attraverso la quale pretende di far recuperare le ore lavorative “in debito” attraverso un rientro a lavoro che avrebbe luogo nella stesso giorno in cui i dipendenti smontano dal turno di notte. Ovvero, un operatore che finisce il turno di notte (che ha una durata di 10 ore) alle 7 del mattino si troverebbe a svolgere un altro turno della durata di 7 ore e 14 minuti a partire dalle 18 del giorno stesso fino alle 1.21 di notte, arrivando a svolgere più di 17 ore di lavoro nell’arco di 28 ore.
Una simile programmazione avverrebbe nel totale disinteresse delle esigenze assistenziali in quanto questo orario comporterebbe una dannosa diminuzione dell’assistenza nella fascia pomeridiana (già al limite degli standard minimi assistenziali). Superfluo aggiungere come, attraverso un simile orario di lavoro (che tanto ricorda quelli di fine ‘800), non vi sia alcuna preoccupazione per la qualità dell’assistenza prestata.
Per non parlare poi della miopia di una direzione che, in un momento in cui fatica a trovare sostituzioni qualificate per garantire il periodo di ferie estivo a infermieri e fisioterapisti (a causa di questioni note, tra cui le retribuzioni dei lavoratori ferme al 2007), dimostra una totale mancanza di attenzione alle esigenze di vita dei dipendenti.
Viene anche da pensare che forse la direzione aziendale stia semplicemente usando il trucco di un orario improponibile con l’obiettivo di attingere, a costo zero, alle ferie dei lavoratori. In tal caso emergerebbe in maniera ancora più sfacciata come Kos Care cerchi di fare ulteriore profitto sulle spalle dei lavoratori.
Ma lascia ancora più sbigottiti il fatto che la Giunta Acquaroli, nella sua duplice veste di committente e garante dei servizi erogati da una struttura come il Santo Stefano, seppur informata ai primi di Marzo 2022 dalla scrivente Organizzazione Sindacale in merito alle inadeguate politiche di gestione del personale, oltre che degli arbitrari e sistematici “tagli al costo del lavoro” (che avvengono a fronte di “generosi” finanziamenti regionali), permetta il perpetuarsi indiscriminato di tali intollerabili politiche di accaparramento e di totale mancanza di rispetto nei confronti dei lavoratori.
COBAS -SANTO STEFANO-