Nel corso dei quotidiani controlli di polizia economico finanziaria eseguiti dai Finanzieri di Fermo, con particolare riferimento al fenomeno degli affitti “in nero”, i militari del Comando Provinciale hanno individuato una serie di posizioni che, da un primo esame, presentavano indici di rischio più elevati. Le investigazioni sono state così circoscritte ad una platea più ristretta di nominativi, sui quali sono stati effettuati successivi approfondimenti, anche mediante l’analisi dei consumi dell’energia elettrica e delle altre utenze.
In particolare, l’incrocio dei dati relativi alla localizzazione della fornitura di energia elettrica e all’intestazione dell’utenza ha attirato l’attenzione dei militari del Gruppo di Fermo su un cinquantenne italiano domiciliato nel territorio comunale di Monte Urano. La sua posizione è apparsa da subito perlomeno sospetta, sia per la tipologia di contratto stipulato con la compagnia elettrica, sia per l’eccessivo consumo di corrente rilevato, soprattutto nel corso dei mesi invernali. La conferma della fondatezza dei sospetti è arrivata grazie ad un sopralluogo, eseguito nelle ore diurne, che ha permesso ai militari di intravedere delle piante di marijuana, nascoste sul retro dell’abitazione ed occultate dietro un telo scuro.
La perquisizione domiciliare di iniziativa ha consentito di rinvenire effettivamente 36 piante di marijuana, in avanzato stato di maturazione, proprio nel giardino, sul retro dell’abitazione. Inoltre, in una stanza della casa, i militari si sono imbattuti in un vero e proprio laboratorio per la produzione di sostanze stupefacenti. Le serre, utilizzate nei mesi invernali, erano dotate di un artigianale sistema di riscaldamento e aerazione provvisto di timer per l’accensione e lo spegnimento automatico, che manteneva costante la temperatura interna grazie alla presenza di lampade riscaldanti e riflettori. La stanza accanto, invece, era utilizzata per l’essicazione delle piante già pronte per l’uso; la soffitta era invece adoperata per le fasi di coltivazione e crescita.
Le ricerche, condotte anche con le unità cinofile anti-droga, hanno consentito di sequestrare, oltre alle citate 36 piante, anche 222 grammi di marijuana già essiccata, custodita in due barattoli di vetro nella cucina dell’abitazione. Inoltre, con la finalità di evitare la possibile reiterazione del reato, è stata asportata e posta sotto sequestro l’intera strumentazione, essenziale per la buona riuscita della produzione.
Considerato l’ingente quantitativo, immediatamente comunicato all’Autorità Giudiziaria fermana, il responsabile è stato arrestato per il reato previsto dall’articolo 73 del Testo Unico sugli stupefacenti (“Produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope”), che prevede, nei casi più gravi, la reclusione da sei a venti anni e la multa da 26.000 a 260.000 euro.
Il costante e quotidiano impegno della Guardia di Finanza per la tutela della legalità e della salute pubblica ha permesso, ancora una volta, di prevenire l’immissione sul mercato di un considerevole quantitativo di stupefacente, la cui vendita “al dettaglio” avrebbe potuto fruttare guadagni illeciti al pusher per circa 50.000 euro. Le Fiamme Gialle proseguiranno le attività di accertamento, finalizzate ad aggredire il patrimonio accumulato grazie alla commissione dei reati collegati al traffico di sostanze stupefacenti ed a colpire, anche fiscalmente, l’accumulo di ricchezze illegali ed occulte.
Le condotte illecite sono attualmente al vaglio dell’Autorità Giudiziaria e, sulla base del principio di presunzione di innocenza, l’eventuale colpevolezza delle persone sottoposte ad indagine sarà definitivamente accertata solo ove interverrà sentenza irrevocabile di condanna.
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Il referendum sulla canapa è stato dichiarato non ammissibile, quelli ammissibili non sono stati votati. Che schifo.