L’uomo, F.F., era finito sotto processo, insieme a un suo collaboratore, un ristoratore della zona di Recanati, un avvocato di Ancona, un commercialista di Fermo e un imprenditore pakistano residente a Recanati, con le accuse di riciclaggio, autoriciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita e trasferimento fraudolento di valori, aggravati dal carattere della transnazionalità. Si trattava – aveva scoperto la Guardia di Finanza – di una presunta frode fiscale per crediti tributari generati da fatture false che coinvolgeva circa 300 soggetti. Allora il Tribunale di Macerata aveva emesso un decreto di sequestro preventivo per oltre 4 milioni e 200mila euro a carico dei 13 imputati.
L’uomo, però, coinvolto per la somma di 600 mila euro, risultava nullatenente, ma la Guardia di Finanza ha continuato a tenerlo sott’occhio. Così, alla morte dei genitori, hanno posto sotto sequestro l’eredità di oltre mezzo milione di euro fra soldi, 21 terreni per oltre 26mila metri quadrati e 8 fabbricati nelle province di Ancona e Macerata.
Il commercialista si dichiara, comunque, innocente e ha chiesto di essere ascoltato in Procura per chiarire la sua posizione.