La crisi dell’Ucraina sta precipitando verso scenari di guerra sempre più incontrollabili.
La Russia ha riconosciuto l’indipendenza della regione del Donbass e truppe corazzate russe sono entrate in Ucraina per difendere quella popolazione.
Biden ha reagito imponendo sanzioni devastanti.
L’Europa si è immediatamente accodata, minacciando di far pagare molto cara l’imprudenza di Putin.
Il Presidente dell’Ucraina continua a provocare la Russia, insistendo nella richiesta di entrare nella Nato e invocando l’intervento armato di tutti i paesi del mondo per difendere l’Ucraina.
Questo scenario è iniziato con lo scambio di reciproche accuse, sempre più violente, e un bombardamento di notizie false e difficilmente verificabili: la situazione sta sfuggendo di mano a tutti.
Prima di arrivare ad una guerra è necessaria una pausa di riflessione che consenta un’analisi attenta, documentata, imparziale, da cui partire per arrivare ad un accordo accettabile da tutte le parti coinvolte nella scontro.
Partiamo dalle prime radici di questa crisi.
L’atto primo è dell’Ucraina che sollecita l’ingresso nella Nato.
La reazione della Russia è immediata: l’Ucraina non deve entrare mai nella Nato e deve restare uno Stato neutrale.
Entrano in scena i veri protagonisti di questa storia che sono gli Sati Uniti: Biden respinge sdegnosamente la pretesa della Russia, richiamando un principio di diritto internazionale, in base al quale uno Stato Sovrano, come l’Ucraina, ha il pieno diritto di chiedere di entrare nella Nato.
Formalmente questo regola del diritto internazionale sembrerebbe sacra e inviolabile.
La storia dimostra esattamente il contrario.
L’ultima persona che dovrebbe toccare questo argomento è proprio un Presidente degli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti sono stati responsabili, infatti, non di una, ma di una catena di violazioni delle regole base del diritto internazionale a partire la guerra del Vietnam.
Una guerra mai dichiarata contro uno Stato Sovrano.
Gli Stati Uniti hanno anche il primato di tutte le bufale.
Per crearsi un alibi per attaccare l’Iraq di Saddam Hussein, George Bush costruisce l’accusa dell’esistenza di armi di distruzione di massa. L’accusa non era solo clamorosamente falsa, ma come la storia ha dimostrato, era stata architettata e costruita ad arte dai servizi segreti americani.
Stringiamo sul tema e saltiamo i 56 interventi militari in America Latina, i conflitti in Libia e in Siria, tutti nel più disinvolto disprezzo del diritto internazionale, arrivando infine all’Afghanistan.
Gli Stati Uniti per rovesciare il governo democraticamente eletto di Najibullah, coinvolsero addirittura Osama Bin Laden, addestrandolo, finanziandolo e armandolo fino alla conquista di Kabul (1996).
Ripagati da Osama con la strage delle Torri Gemelle.
Più clamorosa è la conclusione dell’avventura in Afghanistan che si conclude con l’irresponsabile decisione di abbandonare il paese nelle mani dei Talebani (30 agosto del 2021). La trattativa con i Talebani (che, nel periodo di presidenza Trump, porta all’accordo di Doha) è stata fatta senza consultare e coinvolgere nessuno degli Stati presenti in Afghanistan a fianco degli Stati Uniti, perché chiaramente i vassalli non contano niente.
Questa analisi chiarisce, molto bene, che nella tempesta di false notizie dall’uno e dall’altro fronte non c’è nessuno senza peccato.
Putin sicuramente è stato spregiudicato nel riconoscere l’indipendenza della regione del Donbass ed ha aggravato la sua responsabilità invadendo l’Ucraina arrivando orma a Kiev.
La condanna deve essere netta e senza ambiguità.
Cerchiamo di ricostruire esattamente i fatti.
Accanto alla legittima questione della sovranità dell’Ucraina, c’è il problema del popolo del Donbass, che parla il russo e si sente parte integrante della Madre Russia. Una questione morale, che ha anche una forte rilevanza politica, che deve essere risolta in modo dignitoso e non può essere ignorata con tanta superficialità da chi dice di essere tanto sensibile alle regole del diritto internazionale e alla dignità dei popoli.
L’Invasione delle truppe russe in Ucraina ha scatenato la reazione violenta degli Stati Uniti, dell’Europa e del mondo intero, decisi a dare una lezione devastante a Putin.
Occorre però prudenza e misura perché se ci si rende veramente conto della gravità della situazione, certe parole, oltraggiose e provocatorie, potrebbero essere la scintilla per far scoppiare la terza guerra mondiale.
Ci sono pochissime voci che si sono distaccate dal coro, alcune molto autorevoli come ad esempio il Papa e il Prof. Prodi, che condannano duramente la Russia ma con grande senso di responsabilità invitano tutti a impegnarsi per arrivare assolutamente ad un accordo che è l’unica strada per scongiurare il pericolo di un conflitto catastrofico.
Questo invito riguarda Putin, riguarda gli Stati Uniti, riguarda Il presidente ucraino e riguarda l’Europa e il resto del mondo, riguarda la stampa, la televisione e i mezzi di informazione, che non possono continuare a diffondere le notizie diffuse dalla Russia o da Biden o, peggio, gli ultimatum dell’uno o dell’altro campo.
Si può spiegare, come mai, né la stampa, né la televisione, abbiano mai verificato in quali vergognose condizioni di vita è ridotto il popolo ucraino, considerato che l’Ucraina è il granaio dal mondo e ricchissimo di metano e di materie prime e minerali?
E’ spiegabile che né la stampa, né la televisione, si siano accorti e non abbiano mai detto della presenza in Ucraina della compagnia militare privata statunitense precedentemente nominata Blackwater, fondata da Erik Prince?
E’ spiegabile che né la stampa, né la televisione, abbiano verificato e non abbiano mai detto che ai confini del Donbass c’è il battaglione Azov, addestrato da Usa e Nato, comandato dal fondatore Biletsky, noto come “il Fuhrer Bianco” e famoso per aver detto che il compito dell’Ucraina è quello di “guidare le razze bianche del mondo contro i subumani guidati dai semiti”?
Questo silenzio assordante di Biden, dell’Europa, dell’Italia su questi aspetti inquietanti della crisi ucraina fa nascere un dubbio terribile: siamo tutti veramente convinti di voler fermare la crisi dell’Ucraina o cerchiamo invece di sfruttare questa crisi per provocare e magari arrivare ad una guerra contro la Russia?
Avv. Piergiorgio Moretti
1 commento
Quella dell’ Avv Moretti è una nota. Argomentata e comprensibile. Non certo assolutamente veritiera, condivisibile o no.
Quella del ? Romoli, non ha ne capo ne coda. Poteva evitare. Avrebbe avuto lo stesso risultato se avesse detto :Quelo!